
Dalla seconda metà del 2008 ad oggi hanno già fatto uscire il
Red Album,
Ratitude, e solo pochi mesi fa
Hurley. Tre nuovi dischi, a cui si aggiunge questo
Death To False Metal (minaccioso solo nel titolo) composto da 10 pezzi inediti, scritti nel corso della carriera ma mai registrati e una cover,
Unbreak My Heart, vecchia hit di Tony Braxton. “Queste _spiega il cantante_ sono sempre state canzoni grandiose, che per un motivo o per l'altro non sono mai finite negli album precedenti". Proprio perché contenente pezzi scritti dagli esordi ad oggi, alcuni capitoli _opportunamente riveduti e corretti_ ricordano da vicino il periodo del
Green/
BlueAlbum, ovviamente traslato ad oggi.
Pinkerton si sa rimane inarrivabile: è sempre là, pietra angolare della loro discografia, è il disco più tormentato (e bello) scritto da Rivers Cuomo & Co., diventato con il tempo anche il lavoro più apprezzato dalla critica e tirato sempre in ballo dai fan più accaniti, quelli che... “Rivogliamo la band di
Pinkerton”. Si mettano il cuore in pace: non succederà, anche se questo giro ci sono andati davvero vicino.
Death To False Metal riesce, forse per la prima volta, a riproporne il sound: il rock monotono di
Everyone, sporco quanto basta è il miglior tentativo di imitazione possibile di
Pinkerton. Chapeau. Abbandonata definitivamente l'iper produzione di
Make Believe e
Ratitude, i Weezer buttano fuori il loro classico disco di power punk, con la solita dose di naivité nei testi di Cuomo (
Let The Music Play, let the good times roll...). A differenza del recentissimo passato di
Hurley (disco con il volto dell'omonimo personaggio di Lost in copertina) i pezzi sono decisamente più belli (
Trampoline) e gli assoli più riusciti (vedi
Blowin' My Stack), mentre rispetto a 15/16 anni fa ora ci sono sonorità anni Ottanta che affiorano qua e la a diversificare un po i brani, come gli effettini all'inizio di
Autopilot o di
Outta Here.