"Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad
una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è
questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere
le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme.
Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E
abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo
sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà
mai nessuno. Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi
non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno
possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella
trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i
primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati. Poi, ci siamo
innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in
campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le
stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a
me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di
Champions League e poi alla nostra Finale di Manchester. Questi ricordi,
insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi
difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme
il 9 Agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa,
saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più
cari. Atene. Il calcio ce l’ha regalata per un solo motivo: io e voi,
noi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva
concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli.
Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la Settima
Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo
sperare. Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il
presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro
capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre
qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle
giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia
carriera, mi ha aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono
oggi. Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il
Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini,
i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli
addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con
il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao
Mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi
tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande
passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di
ieri. E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia
famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei
arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan,
Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.
Ciao a tutti e grazie, Pippo Inzaghi"
venerdì 11 maggio 2012
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