L'esordio del miliardesimo side project
di Damon Albarn? Retro world music. Molto meno “africana” di
quanto si possa pensare, quest jam session transgenica tra l'ex Blur,
Flea e Tony Allen (drummer di Fela Kuti) è in grossa parte un
omaggio al funk soul nero anni Settanta, protagonista accanto a un
tappeto di synth. Chitarre wah wah, fiati (che neanche James Brown) e
un basso poderoso e morbido che tiene a bada le divagazioni brit (il
primo amore non si scorda mai...) di Albarn, evidenti in Poison.
Fosse stato più a fuoco, più ragionato avremmo tra le mani un
probabile best seller, così, registrato in sordina e uscito tra i
mille impegni dei titolari del marchio, il progetto è più che altro
la fotografia di un capriccio, figlio della voglia di divertirsi
senza prendersi troppo sul serio. Buona la prima insomma, come
suggerisce il groove avvolgente di 1-2-3-4-5-6. Una manciata di
canzoni uscite di getto, magari incoerenti tra loro ma nonostante
tutto di ottimo livello. Certo avessero assecondato maggiormente il
naturale invecchiamento di quelle sessions, parleremmo di un piccolo
gioiello, mentre tra le mani abbiamo “solamente” un gran bel
disco. Hey Shooter, estratto black cantato da Erikah Badu è come se
avesse scongelato l'intera sezione di ottoni dei Funkadelic. Il
calypso caraibico di Chop up è l'ennesimo volto di una creatura
meticcia concretizzatasi con questo supergruppo funk, che
nell'elettronica The Unfadable mostra il suo lato più sbarazzino e
irriverente.
martedì 15 maggio 2012
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