sabato 19 maggio 2012
Slash: Apocalyptic Love
A due anni dal debutto infarcito di
special guest (un po' il suo Supernatural) e dopo il brillante live
Made in Stoke, Slash torna alla ribalta con Apocalyptic Love,
realizzato assieme a Myles Kennedy e ai Conspirators, vale a dire la
backing band dell'ex guns. Per chi non lo sapesse, Kennedy è un
mostro di tecnica (già voce degli Alter Bridge) con un'estensione
vocale formidabile e una grande capacità interpretativa. Insomma,
l'uomo giusto al posto giusto. I due anni on the road si sentono
eccome: i meccanismi della band sono rodati e testimoniano la
solidità e l'intesa del gruppo. Rispetto all'omonimo album di 2 anni
fa, i brani sono meno “slegati” tra loro (Fergie, Lemmy, Adam
Levine, Cornell e Ozzy non sono proprio artisti similari) e più
figli di una visione d'insieme unica e ben definita, fatta per
esaltare i chours melodici e nella quale affiorano qua e là venature
vicine al metal. Pezzi come Crazy Life ricordano l'attitude più
stradaiola del chitarrista anglo americano, mentre Hard & Fast rimanda alle smargiassate di Reckless Life (agli albori dei
Guns'n'Roses) con quel riff che sembra uscire da Rocks o Pump degli
Aerosmith. Se con Anastasia Slash ha rispolverato la sua Gibson
ricordando gli anni belli, Far and Away _ con il suo finale epico _
rimane nel solco delle migliori ballad scritte da Patience in avanti.
Meno divertente rispetto all'ultima incarnazione degli Snakepit
(Ain't Life Grand andrebbe riscoperto), ma più a fuoco dell'ultime
prove dei Velvet Revolver, questo disco segna un altro punto a favore
di Slash nella faida con Axl Rose e le sue illusions, ormai
clamorosamente fuori tempo.
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