-Un tweettone di riflessioni estemporanee sulla musica leggera italiana-
"Condannati"
a suonare dal vivo. Lo sono i grandi del rock, figurarsi gruppi e
cantanti nostrani. La cosa bella (leggasi: il bicchiere mezzo pieno)
dalla rivoluzione/smantellamento dell'industria musicale canonica, è il
ritorno prepotente del live, inteso come espressione creativa, percorso e
necessità artistica, voglia di giocare e sperimentare. E perché no
ampliare il proprio mercato, cercando nuove nicchie di pubblico in giro
per il mondo. Neverending tour. Sempre più spesso infatti,
terminati tour di 20/30 date in Italia (prima nei palazzetti, poi nelle
arene e nei festival) si "sverna" oltreoceano oppure in Europa,
occasione buona per tirar su "qualche soldino" extra, rodare nuovi pezzi,
evitando un'eccessiva sovraesposizione nei confronti del pubblico (un
boomerang). Ben vengano quindi i concerti statunitensi di Lorenzo
_ da due anni a questa parte diviso tra Los Angeles o New York
_ l'imminente tourné "amerregana" dei Negrita, le capatine europee dei
Litfiba. Oltre le Colonne d'Ercole della discografia italiana nel mondo, dunque, non solo Pausini, Zucchero e Nek. Per fortuna.
mercoledì 26 settembre 2012
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