Nella vita c'è bisogno di certezze. La
Blues Explosion è una di quelle. Ad otto anni dal precedente Damage
e con altrettante primavere in più sul groppone, la band è in palla
come non mai. Otto anni e non sentirli dunque. Si, perché Spencer e
soci _ accantonato il rockabilly degli Heavy Trash _ suonano ancora
blues sporco e incasinato. Un ritorno viscerale, primitivo, DNA di un
lp passionale e istintivo, senza ospitate, solo i tre newyorchesi a
picchiare duro in studio, jammando che è un piacere (Zimgar). Meat
and Bone è disco per divertirsi e basta, scarnificando all'osso la
storia della musica del diavolo. Inquadrandolo così, l'album diventa
un bignami di vent'anni di carriera e, più in generale di 50 anni
nel panorama rock. Tra svisate punk alla Hives e standard hard blues,
la Jon Spencer Blues Explosion si conferma la band giusta al posto e
al momento sbagliato. Perché le loro alcoliche sfuriate
chitarristiche non hanno avuto successo, mentre cloni, epigoni,
nipoti e affini ispirandosi a loro ne hanno macinati di record? Una
domanda da un milione di dollari che trova risposta con una parola
sola: ingiustizia. Fregandosene (anche) di questo e provando a
ristabilire qualche gerarchia meritocratica, l'explosion propone 13
sporchi rock'n'roll: Strange Baby, Get Your Pants Off che ammicca al
funk con tanto di hammond sixties, e Danger, dove J.S. si riscopre
figlio illegittimo di Elvis morso da un lupo mannaro. L'explosion è
un dejà vù che non stanca mai.
giovedì 4 ottobre 2012
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