Una strage al panificio/ tutte le
persone sono spazzatura/siamo pieni di droga/ faccio esplodere il mio
condominio di m... Al netto delle provocazioni tout court estrapolate
a caso dai testi dell'Lp _ innaffiati di ironia e sarcasmo al
quadrato (ovvio) _ abbiamo tra le mani un piccolo album, inteso
nell'accezione
più bella e semplice del termine. Un disco di confessioni, raramente
bugiardo e nel complesso sincero. Un disco che cita per nome e cognome
oracoli, miti dei padri (Monica Vitti) e magari dei fratelli maggiori
o degli zii (Federico Fiumani dei Diaframma) ne Un Fiore per
Coltello, elogio all'auto-esilio in giornata scoglionata. L'esordio _
dopo ep e comparsate “virali” su You Tube _ dell'Officina della
Camomilla è (anche) un bignamino di Milano vista da gente di
20anni, metropoli che si dilata in spazi infiniti salvo contrarsi in
un attimo (che bello il sussurro nella title track). Senontipiacefalostesso Uno, il primo di due volumi
che vedranno la luce quest'anno per l'etichetta bolognese Garrincha
Dischi, non può dimenticare la provincia. Ecco allora che i mobili
Ikea (non luogo per eccellenza), il brucomela per i tossici, lo
scoglio di Marinella, il vino al supermarket, le tute dell'Adidas,
delineano un quadro quasi grottesco ne La provincia non è bella da
fotografare, piacevole come la riuscita collaborazione con Lo Stato
Sociale in La tua ragazza non ascolta i Beat Happening. L'officina della
Camomilla è una band composta da Francesco De Leo e Claudio Tarantino
con Marco Amadio, Anna Viganò e Ilaria Baia Curioni. Da adesso in
poi non potrà MAI mancare nei loro concerti la proto-punk Ho fatto
esplodere il
mio condominio di m... Alla faccia dello scontro generazionale.
giovedì 31 gennaio 2013
mercoledì 30 gennaio 2013
Soundgarden: Black Rain (Acappella)
-Ed è più forte senza strumenti-
La voce di Chris Cornell, in questa versione di Black Rain, fa paura. Passaporto per mandare affanculo mezzo mondo, poi passa tutto, ma quando ci vuole ci vuole.
Etichette:
Pensieri
venerdì 25 gennaio 2013
Depeche Mode: Il 1/02 esce Heaven
-People are People-
Buone nuove per gli amanti dei Depeche
Mode: venerdì prossimo esce il Heaven, primo singolo del nuovissimo
album del gruppo intitolato Delta Machine e disponibile dal 26 marzo. «Questo disco _ ha detto il cantante Dave Gahan _ ha un suono magico.
Amiamo sporcare i brani, vogliamo che abbiano la nostra impronta»
Etichette:
Suoni
giovedì 24 gennaio 2013
Syd: See You Downtown
Chiamatelo “cittadino del mondo”,
non tanto perché ha studiato 6 mesi a New York (al Drummer
Collective della Grande Mela), ma piuttosto per la sua conoscenza
della electro-geografia musicale tout court e per un curriculum bello
pieno che lo ha portato a destra e sinistra tra collaborazioni,
progetti, live e produzioni assortite ( tra gli altri ha collaborato
con The Bloody Beetrots, Lee Mortimer, Dj Kaos...). L'esordio di
Marco Pettinato... ops... John Lui sotto il moniker Syd (See You
Downtown) è un debutto che parla ai club con il verbo dello stoner
rock ( non si spiega diversamente quella coda acida in How Many
Reasons). Matrice comune all'intera operazione, il recupero di
soluzioni squisitamente anni Novanta (il prossimo filone definitivo
del remake, direbbe il critico musicale Simon Reynolds), con flash
dei Prodigy, omaggiati in Sinner. Just For a While sembra un remix
firmato da Flood _ producer dietro agli episodi più sperimentali e
disco degli U2 (Mofo), tuffo sintetico prima della morbida slide
guitar di Frozen (sulle orme di Lanegan e Campbell?). Lo scorrere
veloce (troppo veloce!) del tempo è il filo conduttore dei testi:
lungi dall'essere un concept, l'opera prima di Syd è più
semplicemente un invito alla riflessione. Il disco è stato ultimato
nei Posada Negro Studios con la collaborazione di Roy Paci e Marco
Trentacoste.
Etichette:
Suoni
venerdì 18 gennaio 2013
Led Zeppelin: Houses of The Holy
Houses of The Holy è l'istantanea di
un gruppo per l'ennesima volta in stato di grazia (nel '73 anno di
pubblicazione del disco era già successo altre 4 volte: un record!).
Una band ancora lontana dalle secche compositive e dalle tensioni di
Presence, monocorde e disperato urlo hard rock, forse la prima e
unica flessione nella discografia del dirigibile. Con questo disco
gli Zeppelin contaminano il proprio sound, includendo elementi
reggae, funk e pop e smarcandosi dal precedente Led Zeppelin IV. La
copertina del disco è ispirata da un romanzo di Arthur Charles
Clarke del 1952 intitolato “Le guide del tramonto”. “Floydiana”
fino al midollo, la cover è stata realizzata da Aybrey Powell,
grafico dello studio Hipgnosis (celebre per le copertine di Waters &
Gilmour). Il disco (in totale 8 canzoni) alterna composizioni lunghe
e articolate, con cambi di tempo, di atmosfere e registro pressoché
continui e ripetuti. In quel periodo niente sembrava scalfire
l'ambizione di Page, autore di un vero e proprio miracolo
chitarristico per l'opener The Song Remains The Same, con un
campionario sonico pressoché infinito, miracolo "bissato"
in Over The Hills and Far Away. Finalmente sale in cattedra John Paul
Jones, polistrumentista mai troppo lodato: è suo l'organo spettrale
nella funerea No Quarter, tra l'altro l'interpretazione più dark di
sempre per Robert Plant. Houses of The Holy è un caleidoscopio di
atmosfere sognanti e rarefatte (The Rain Song), caraibiche (D'yer
Maker, il primo reggae bianco anticipa l'esplosione della musica
Giamaicana), psichedeliche o pop (Dancing Days).
Etichette:
Suoni
Iscriviti a:
Post (Atom)