-Allegri: ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?-
Se volessi infierire sulla crisi del
Milan di inizio stagione (l'ennesima) potrei fare un copia e incolla
rispetto al post di un anno fa. Se volessi sperare nella rimonta bis
dell'anno scorso _ al 95% meritata sul campo _ la butterei sul
miraggio. Stavolta è davvero grigia. Una media da retrocessione, una
difesa penosamente imbarazzante, una squadra costruita con le toppe,
con gli scarti, accozzaglia last.minute di parametri zero senza
arte né parte in cui si spende non poco, ma male _ parole di Barbara
B. _ et voilà, il j'accuse allo zio Fester/Galliani è servito. 12
punti in 11 partite non è un'affronto, semplicemente un dato
oggettivo. Mai nella storia la società ha vissuto un momento tanto
delicato, con la stampa pronta a parlare di scontro generazionale tra
la vecchia guardia e i giovani dirigenti che vorrebbero un deciso
cambio di passo, un tournover, un'invesione di rotta. Chiedete al tifoso
in ogni Bar Sport d'Italia. Le responsabilità non sono solo di Fester,
ovviamente. Qualche colpo a sorpresa riesce ancora, ma non basta. Non
è sempre domenica. Chi sembrava perlomeno decente un anno fa
(Constant ad esempio) ora viaggia a 4 o 5 ogni giornata, mentre i top
player come El Sharawy e Balotelli, sono spettatori di un tracollo
preoccupante. In mezzo il condottiero Allegri, perfetto yesman senza
personalità, senza un gioco, nemmeno nell'anno dello scudetto, il
classico allenatore da provinciale prima incapace di gestire i
rapporti con la vecchia guardia (Seedorf, Nesta, Gattuso, Pippo
Inzaghi, Pirlo, un pò tutti lo hanno criticato) e poi incapace di
dare un'impronta ai "suoi ragazzotti" come li chiama lui.
Forse per mettere le mani avanti, consapevole della pochezza del
materiale su cui lavorare. Verissimo, ma perché il Verona, ripeto il
Verona un gioco ce l'ha ed è la davanti? Impossibile che un club con
alcuni buoni giocatori non riesca ad assesstarsi nella colonna
sinistra della classifica. E allora vai pure a dire che conta il
ranking caro Adriano, ma la storia è storia e conta l'oggi. E ai
tifosi che vi avevano avvisato sull'inutilità di acquisti li davanti
_ invitando il club a concentrare i pochi soldi disponibili per
difesa e centrocampo (12 milioni per lo sterile Matri, più o meno
quanto speso dalla Roma per l'ottimo Strootman a lungo corteggiato
dal Diavolo) _ vaglielo a spiegare. L'a.d.rossonero ha fatto i salti mortali, facendo l'impossibile per lasciare il Milan competitivo, ma la pecca più grande è l'assoluta fiducia in Allegri, l'uomo sbagliato al posto sbagliato. Giustissima allora la contestazione dopo l'ennesimo flop con la Fiorentina. Manca una linea, questo è il dato di fatto, manca un allenatore che sappia motivare il gruppo o almeno fare i cambi, manca la capacità di reagire, insomma manca una guida. A questo punto l'addio tra le parti è l'unico rimedio, Allegri deve andarsene, almeno per provare a invertire la rotta, dare una scossa alla squadra. Magari nell'attesa che palloni gonfiati (Niang), brocchi conclamanti (Zapata, Emanuelson, Mexes), schizofrenici (lo sprecone Binho) lascino definitivamente Milanello. Difficile in tempi di crisi, in cui l'unica esigenza è l'acquisto del parametro zero, in nome del bilancio. Ecco la divisione manichea: da una parte il raziocinio imposto dal Fairl Play Finanziario (con B.interessato più alle campagne acquisti delle Olgettine peraltro), dall'altra il cuore del tifoso. Un cuore che sussulta quando vede Kakà metterci l'anima, quando lo vede esultare dopo il magnifico gol con la Lazio e che si deprime per un Balotelli moscio, mentre il Faraone diventa sempre più oggetto misterioso. Testimonial per un noto snack ( a questo punto infausto) El Sharawy è l'istantanea di questo Milan: “E' proprio quando non va _ dichiara nello spot _ che devi riprovarci, perché in campo non sei mai da solo! E vedrai, che la palla che aspetti, arriva anche all'ultimo minuto!” Certo, ma se Matri o Niang sbagliano a porta vuota...
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