Dal vivo potevano essere la peggiore o
la miglior band del mondo. Potevano incendiare il palcoscenico
mandando in visibilio i presenti oppure entrare in scena mosci e
svogliati, fregandosene dei fischi, delle critiche, di tutto. Genio e
sregolatezza ( quella in abbondanza...). Per la loro attitudine, e
grazie a un repertorio in grado di giocarsela _ tanto per fare nomi _
con Husker Du e Minuteman, i Replacements si imposero come band cult
nel circuito dei college americani. Dal proto-harcore degli esordi (
estrinsecato nel geniale lp Sorry Ma, Forgot to Take Out the Trash) a
quell'ibrido di punk country e alternative degli anni belli. Metà
ottanta: il periodo d'oro, con l'accoppiata Let It Be e Tim, album
clamorosi rilasciati a pochi mesi di distanza. Nella scelta di
“prendere in prestito il titolo dell'album” dai Fab 4 la prova
che la strafottenza degli esordi c'è ancora, forse nel 1984 era meno
sguaiata, ma ancora maledettamente efficace. Westerberg,
accompaganato dai fratelli Stinson (il compianto Bob e Tommy, attuale
bassista dei “nuovi” Guns) e dal drummer Chris Mars urla ancora
come un ossesso come in We're Comin out, che più punk non si può, e
parla di frustrazioni adolescenziali, rabbia, sconfitte,
divertimento, regalando una manciata di canzoni da tramandare ai
posteri. Dalla dolcezza di Sixteen Blue, all'energia di Tommy Gets
his Tonsils Out, dedicata al più giovane componente della band.
Fregandosene di logiche commerciali, si avventurano _ non senza
rischi _ imbastardendo Black Diamond dei Kiss. Let it be regala 11
canzoni che testimoniano la crescita nel songwriting di Westerberg
(Androgynous classico dimenticato per voce e piano), mentre
Unsatisfied, nella sua onesta fragilità, è l'emblema di chi vuole
arrivare al punto, in primis con se stesso. Una resa magnifica e
indignata _ anche_ nel nome del rock .
giovedì 27 febbraio 2014
venerdì 21 febbraio 2014
mercoledì 19 febbraio 2014
Soundgarden: Superunknown
Il germe di Superunkonw _ classico
imprescindibile nell'epopea grunge _ è Spoonman, brano inserito
nella colonna sonora di Singles, (discutibile) film del '92 diretto
da Cameron Crowe e ambientato a Seattle, con una colonna sonora _
giocoforza _ strepitosa. Rielaborando un bel riff di hard rock
Cornell e soci si sono superati: un'impresa, considerando l'eredità
di Badmotorfinger. Alla quarta prova in studio i Soundgarden hanno
definitivamente raggiunto l'apice della loro carriera. Dopo, reunion
a parte, solo il colpo di coda di Down On the Upside, un testamento
sonico più schizoide ma decisamente meno incisivo. Superunknown,
concentrato sublime di hard rock, psichedelia, orientalismi e affini
si apre con Let Me Drown, una botta d'adrenalina sorretta dai riff
incendiari di Kim Thayl. Dopo la parentesi heavy di My Wave, il blues
di Seattle di Feel on Black Days _ immancabile in ogni concerto _
sofferto emblema dello spleen del cantante. Mentre Mailman rallenta i
battiti, ibernando il drumming di Matt Cameron sotto una cappa densa
di heavy metal (l'influenza dei Sabbath e dei Led Zep è innegabile),
coltre che si dissipa per una manciata di secondi nel riuscito
chours. In ogni episodio Cornell regala interpretazioni perfette,
urlando la propria rabbia (The Day I Tried to Live). In questo senso
Limo Wrech è una prova di forza incredibile, con una maestosità
malata e disturbante innegabile. Tra gli episodi meno incendiari,
Like Suicide una seducente suite di 7 minuti, un sinistro crescendo
culminato con un assolo di rara bellezza, o 4th of July, ballad nera
intrisa di disperazione e sofferenza, mentre Black Hole Sun, per cui
non servono presentazioni, diventerà il pezzo più famoso dei
Soundgarden.
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mercoledì 12 febbraio 2014
Dio ci deve delle spiegazioni: ciao Freak!
-Sono un ribelle, mamma-
Pronto, passami la mamma
lo so che è ancora sveglia nella stanza
sono le quattro del mattino
avrei bisogno di parlarle un attimino
Sto bene, non è un incidente
guarda, mamma, non mi è successo niente
stanotte non torno li a dormire
resto fuori, non c'è niente da spiegare
Giuro, non è per farti male
dormo fuori, non farmela pesare
c'è un posto qui a casa degli amici
parla forte, non capisco cosa dici
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Ci vediamo, torna pure a letto
domani arrivo, okay te lo prometto
e per favore stira la maglietta
c'è un concerto, mi serve quella rotta
Ricorda di comprarmi dei calzini
fai mettere le borchie ai pantaloni
ho il pullover e la giacca di pelle
non ho freddo e sono un ribelle
E va bene, non ho niente nella testa
può anche darsi, però adesso basta
sono un ribelle, l'ho deciso
e non m'importa di essere capito
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma
ps: Mi ricorderò sempre la mia intervista a Freak Antoni, il leader degli Skiantos di qualche anno fa... ribelle anche lassù, sicuro! Una persona BUONA.
Pronto, passami la mamma
lo so che è ancora sveglia nella stanza
sono le quattro del mattino
avrei bisogno di parlarle un attimino
Sto bene, non è un incidente
guarda, mamma, non mi è successo niente
stanotte non torno li a dormire
resto fuori, non c'è niente da spiegare
Giuro, non è per farti male
dormo fuori, non farmela pesare
c'è un posto qui a casa degli amici
parla forte, non capisco cosa dici
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Ci vediamo, torna pure a letto
domani arrivo, okay te lo prometto
e per favore stira la maglietta
c'è un concerto, mi serve quella rotta
Ricorda di comprarmi dei calzini
fai mettere le borchie ai pantaloni
ho il pullover e la giacca di pelle
non ho freddo e sono un ribelle
E va bene, non ho niente nella testa
può anche darsi, però adesso basta
sono un ribelle, l'ho deciso
e non m'importa di essere capito
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
vai a letto, non star sveglia nella stanza
Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma
Sono un ribelle, mamma
ps: Mi ricorderò sempre la mia intervista a Freak Antoni, il leader degli Skiantos di qualche anno fa... ribelle anche lassù, sicuro! Una persona BUONA.
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martedì 11 febbraio 2014
Beck: Morning Phase
Alla fine Sea Change saltava sempre
fuori. Che facesse uscire nuova musica esclusivamente sotto forma di
spartito, che remixasse se stesso (Guerolito) quel disco era sempre li. Ed ora Beck ci è ricascato!
Un lustro dopo il bel colpo di Modern Guilt (andate a ripassarvi
Gamma Ray please!) ha richiamato all'ovile i musicisti che fecero la
fortuna del suo album più acustico e malinconico: Justin
Meldal-Johnsen, Joey Waronker, Smokey Hormel, Roger Joseph
Manning Jr. e Jason Falkner sono tornati al fianco di Beck nelle
registrazioni di Morning Phase. La partitura d'archi di Waking Light,
gli arrangiamenti del pezzo, la sua struttura e i tocchi al pianoforte cadenzano un
brano “cinematico” e vintage all'inverosimile (me lo immagino in
un film di Sofia Coppola, non chiedetemi il perchè, ma se Lost in
Translation avesse un “secondo atto” questa di diritto dovrebbe
entrare nella soundtrack ufficiale). L'aver centellinato le uscite
discografiche nell'ultimo periodo (a parte un paio di singoli
“autonomi” e slegati da progetti artistici di più ampio
respiro) ha fatto bene al looser dei Nineties, mai prolisso o
scontato, pur seguendo _ anche se a zig zag come da copione per uno come lui _ strade già
percorse da altri, rotte sonore che sanno di West
Coast, tradizione, ma dalle quali è difficile sottrarsi (Blue Moon).
Un ritorno ormai inaspettato per i molti fan che vedevano il mare
suonato e raccontato da Beck solo come una bella cartolina un po' sbiadita, datata 2002.
L'ennesima trasformazione a cui tutti noi dovremmo essere grati.
Questo commento pescato su You Tube è “definitivo”: “Beck has
dabbled in more musical genre’s than Keith Richards has sampled
illegal narcotics." Nient'altro da aggiungere.
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lunedì 10 febbraio 2014
lunedì 3 febbraio 2014
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