martedì 22 luglio 2008

I Verve ci hanno fatto sapere

Mercoledì scorso a Livorno doveva esibirsi la band inglese dopo un assenza interminabile per i fan, iniziata con la pubblicazione nel '98 dell' ultimo album. Col senno di poi mi dovrei ciucciar le dita visto che ho scelto di andare a gustarmi L' HJF a Mestre con Stereophonics, Police, invece di andare al festival toscano. Ovviamente dispiace per il cartellone di Italia Wave, che seppur impoverito a causa del bidone albionico rimane comunque di tutto rispetto. Parlavo dell' ultimo album, appunto, Urban Hymns, mare magnum di magnifiche melodie. Quegli 11 inni urbani erano un ode all' introspezione, con le loro derive psichedeliche, perfette testimonianze di viaggi lisergici ( veri o presunti ) fatti dalla formazione di Richard "Cast no Shadow" Aschcroft. Di acqua sotto i ponti ne sarà pure passata parecchia, ma quell' album era un 33 per me, ovvero numero perfetto e irripetibile. Di Bitter sweet symphony è stato detto tutto e il contrario di tutto, l' inno del secolo e altra fuffa,, io mi limito ad accodarmi a tutti quelli che ne incensano le aperture melodiche e la sontuosità intrinseca. Altro inno, altra girandola di emozioni: Sonnet e The drugs don' t work sono PERFETTE, nel loro incedere malinconico; Lucky man è un ringraziamento per un talento incredibile, poi sul finale una Come on bella rock con Richard che manda tutti a quel paese, ma con molta più enfasi rispetto al nostro Alberto Sordi ( sapessi quanta gente che ce stà...). Mi ricordo quando nel 1998 questi 5 idoli britpoppari avevano paccato un altro festival italico, era il Jammin, e allora furono sostituiti dai Kula Shaker, anche loro pronti a surgelarsi per una bella diecina d' anni prima di riapparire l' anno scorso con Strangefolk. I Verve sono tornati, e dopo aver realizzato le semi-ufficiali Thaw Sessions, tra un pò pubblicheranno Forth, ultimo capitolo stereofonico del combo, le buone premesse ci sono tutte...

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