martedì 25 ottobre 2011

Negrita: Brucerò per te



Ecco il video di Brucerò per te, primo singolo estratto da Dannato Vivere, il nuovo album dei Negrita uscito oggi...

domenica 23 ottobre 2011

The Hot Rats: Up the Junction (Squeeze Cover)


I never thought it would happen
With me and the girl from Clapham
Out on the windy common
That night I ain't forgotten
Where she dealt out the rations
With some or other passions
I said you are a lady
Perhaps she said I may be

We moved into a basement
With talks of our engagement
We stayed in by the telly
Although the room was smelly
We spent our time just kissin'
The Railway Arms we're missin'
But love had got us hooked up
And all our time it took up

I got a job with Stanley
He said I'd come in handy
And he started me on Monday
So I had a bath on Sunday
I worked eleven hours
And bought the girl some flowers...

sabato 22 ottobre 2011

Primus: Green Naugahdye

Los Angeles, vent'anni fa circa: mentre i seminali (e redivivi) Jane's Addiction dopo Ritual De Lo Habitual si preparavano alla pausa più lunga della loro carriera, e mentre i Red Hot Chili Peppers esportavano su scala globale il funk/rock di BSSM, i Primus (altro gruppo della scena alternative Californiana del periodo) stavano vivendo il personale iddillio creativo, preambolo al "periodo buio" di fine anni Novanta. Quest'autunno, i destini discografici delle tre band si sono incrociati: per la prima volta in vent'anni ciascun gruppo è uscito con i rispettivi album. Sebbene meno altisonante rispetto a quello dei colleghi, il curriculum vitae dei Primus di LesClaypool è stato _ con le dovute proporzioni _ altrettanto significativo nell'influenzare schiere di musicisti, forse non tutti genialodi e schizzati, come il leader della band di Antipop. Funanbolico, deviato e sinistro: il marchio di fabbrica della formazione californiana, tornata assieme dopo 12 anni, non ha perso d'efficacia con il passare del tempo. Un sound basato sull'improvvisazione,dove la dissonanza, lo sperimentalismo e il tecnicismo più arditi si sposano al non-sense dei testi. Qualcosa provata da Mr.Frank Zappa e inserita nel background funk progressive del combo. Se Jillys on Smack con quella linea di basso killer è l'esempio perfetto e la summa definitiva della follia sonica dei Primus, Tragedys A Comin è il pezzo esplosivo è "beatamente ignorante" che individua traiettorie sonore estranee ai Peppers da tempo immemore. Certe cose sono proprio dure da digerire (Lee Van Cleef) ma nel complesso il disco (che ha visto il ritorno del batterista degli esordi) offre ancora spunti interessanti e "inediti". Primus sucks!

venerdì 21 ottobre 2011

Superheavy: Superheavy

Non si può nemmeno dire che l'abbiano fatto (solo) con l'intento di aggiungere altri “zeri” ai rispettivi conti in banca, probabilmente lo scopo principale era veramente quello di dare al mondo un disco di musica veramente trasversale, il perfetto pop globale, in cui anche l'oriente, anche il mondo caraibico potessero finalmente smettere i panni di comprimari e giocare alla pari nell'economia dei vari brani. Rimane il fatto che il progetto Superheavy si è parzialmente arenato, riuscendo a tratti nell'ambizioso obiettivo. Il merito principale va a Dave Stewart (Eurythmics) per aver smosso Jagger dal recente stato di torpore invogliando Sua Maestà a prestare l'ugola su una manciata di canzoni (e questo di per se è un fatto positivo). Canzoni che, va detto, grazie alla linguaccia del leader degli Stones risultano piacevoli, e ricordano, in una versione “bon ton” certe cose della band madre, robe da Black and Blue oppure da Some Girls, metà Settanta o giù di lì. Nel gioco con la voce di Joss Stone (finalmente allo zenith espressivo), Mick regala altri ottimi spunti, creando linee armoniche piacevolissime. Il problema se vogliamo, non c'è nell'album ma nei suoi presupposti: le ballad del disco ci sono e sono ottime, ma quella patchanka definitiva che Stewart, seduto in cabina di regia e artefice di questo supergruppo si ostina a sbandierare, si fatica a scorgere. Rispetto alla posizione defilata del compositore Allah Rakha Rahman (Oscar per la colonna sonora di The Millionaire), Damian Marley si mette in evidenza con il suo inconfondibile stile. Rimane il fatto che quando è solo, Jagger regala gli spunti migliori alla faccia delle contaminazioni etc. etc. e questo basta per far capire la difficoltà nel miscelare ingredienti tanto eterogenei tra loro.

martedì 18 ottobre 2011

Second Coming: Best reunion ever made.

Ian Brown: “Il nostro obiettivo è quello di conquistare il mondo. Ci terrà impegnati per il tempo necessario.”

venerdì 14 ottobre 2011

Filmone



Capitan America/Steve Rodgers:"Sei grosso con l'armatura, senza quella che cosa sei?"
Iron Man/Tony Stark:"Un genio, miliardario, play boy, filantropo..."

giovedì 13 ottobre 2011

The Kooks; Junk of the Heart

L'asso nella manica se lo sono giocati subito: parliamo di Naive, instant cult tratto dall'esordio Inside In Inside Out, uscito cinque anni or sono. Quel pezzo, rappresenta l'anomalia al tipico sound della british band, un riff di chitarra contagiosissimo, che sprigionava in un ritornello killer. Nonostante giochino a carte scoperte ( bisogna scalare la top ten, almeno in Uk) diventa difficile reggere il bluff a lungo e purtroppo anche questo lavoro, il terzo per la giovane formazione capitanata da Luke Pritchard e soci non ha nessuna “naive 2.0”, ma solo una serie di canzoni (buone) nel solco della storia del brit pop. I singoli scala classifica ci sono tutti (Junk of the Heart) e Is It Me. Rosie, con quello spleen malinconico e la sua andatura traballante, è un inedito per la loro discografia. Atmosfere agli antipodi rispetto alla joie de vivre del 90% dei loro pezzi. “I wanna make you happy, I wanna make you feel alive, Let me make you happy, I wanna make you feel alive at night": queste parole non lasciano spazio a fraintendimenti. A dispetto delle apparenze di cui sopra, i singoloni tanto per capirci, la formazione albionica è comunque stata in grado di regalare alcuni momenti ispirati e meno prevedibili rispetto allo standard mainstream. Poco mordente: è questo il difetto di un disco che a tratti perde di lucidità risultando piuttosto incoerente (Eskimo Kiss è a distanza siderale dalle divagazioni pseudo prog di Mr Nice Guy). Avessero più voglia di rischiare potrebbero anche diventare il gruppo preferito di qualcuno, così rimangono un buon gruppo, nulla di più.

lunedì 10 ottobre 2011

La verità sta nel mezzo?

28 novembre: suoneranno dal vivo sia gli Smashing Pumpkins (@Filaforum) che Noel Gallagher (@Alcatraz). What I Have to do? Let me know people.

sabato 8 ottobre 2011

Kasabian: Velociraptor!

Let's roll just like we used to: Morricone, Stones, The Last Shadow Puppets, Kula Shaker. Da subito, dall'iniziale opener dopata di rimandi e citazioni si capisce cosa rappresenta nel colorato immaginario del gruppo il Velociraptor invocato nel titolo, una creatura furba, vagamente paurosa e famelicamente pericolosa. In pochi minuti la band britannica fonde fiati da spaghetti western, un ritmo orientaleggiante (matrice di Stones e Kula Shaker) e un arrangiamento d'archi che sembra uscire dal primo disco dei Last Shadow Puppets, side project in chiave retrò di Alex Turner. Onnivori. Se Days Are Forgotten, secondo pezzo in scaletta è quello più smaccatamente classico e riconducibile alla rodata formula ideata da Sergio Pizzorno, Velociraptor!, title track posizionata a metà dell'album, è indubbiamente il capitolo più ispirato, ballabile, cita Prodigy e Primal Scream, Stone Roses. Acid Turkish bath, ballata indolente e orientaleggiante, rimane impressa per il sitar e per quella somiglianza alla lontana con Kashmir, classicone del dirigibile di Page e Plant. Poi la ballabile I hear voices (chi sarà il primo dee jay a giocare con questo pezzo?) ci ricorda cosa sanno fare i Kasabian con l'elettronica. Un filone che prosegue alla grande con Re-wired, assieme alla title track il momento più ispirato e felice di questo album. Partendo dal presupposto che West Ryder rimane il capolavoro assoluto della band capitanata da Tom Meighan e Sergio Pizzorno (autore di ogni singola nota e parola), Velociraptor!, seppur un gradino sotto, rimane un ottimo esempio di scommessa vinta, conclusasi alla grande con l'epitaffio finale rappresentato dalla distesa Neon Neon.

martedì 4 ottobre 2011

In ginocchio sui ceci.

Second life for this blog. E' passato più di un mese dall'ultima volta che ho aggiornato TheRaconteur... e in un mese devo dire che di cose ne sono successe parecchie. Senza "asciugarvi" with my own business, guarderò più in alto: i Neutrini, il Novara, lo scioglimento dei REM, un casino di musica... tanta roba per essere sintetici e definitivi.
Porgendovi una linguaccia vi rinnovo l'appuntamento su The Raconteur.