giovedì 13 ottobre 2011

The Kooks; Junk of the Heart

L'asso nella manica se lo sono giocati subito: parliamo di Naive, instant cult tratto dall'esordio Inside In Inside Out, uscito cinque anni or sono. Quel pezzo, rappresenta l'anomalia al tipico sound della british band, un riff di chitarra contagiosissimo, che sprigionava in un ritornello killer. Nonostante giochino a carte scoperte ( bisogna scalare la top ten, almeno in Uk) diventa difficile reggere il bluff a lungo e purtroppo anche questo lavoro, il terzo per la giovane formazione capitanata da Luke Pritchard e soci non ha nessuna “naive 2.0”, ma solo una serie di canzoni (buone) nel solco della storia del brit pop. I singoli scala classifica ci sono tutti (Junk of the Heart) e Is It Me. Rosie, con quello spleen malinconico e la sua andatura traballante, è un inedito per la loro discografia. Atmosfere agli antipodi rispetto alla joie de vivre del 90% dei loro pezzi. “I wanna make you happy, I wanna make you feel alive, Let me make you happy, I wanna make you feel alive at night": queste parole non lasciano spazio a fraintendimenti. A dispetto delle apparenze di cui sopra, i singoloni tanto per capirci, la formazione albionica è comunque stata in grado di regalare alcuni momenti ispirati e meno prevedibili rispetto allo standard mainstream. Poco mordente: è questo il difetto di un disco che a tratti perde di lucidità risultando piuttosto incoerente (Eskimo Kiss è a distanza siderale dalle divagazioni pseudo prog di Mr Nice Guy). Avessero più voglia di rischiare potrebbero anche diventare il gruppo preferito di qualcuno, così rimangono un buon gruppo, nulla di più.

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