domenica 31 gennaio 2010

Farwell to the fairground

-Pensieri sconnessi da domenica mattina-
Ho scoperto tardi i White Lies (lo ammetto e mi autoschernisco), ma questa canzone mi carica veramente. La nevicata molesta di stanotte (farò la calata, ecco il motivo per cui a quest'ora di domenica son sveglio, mannaggia!) rende troppo facile l'accostamento con le atmosfere innevate del video. Per di più la voglia di scappare da qui (non solo per la calata di cui sopra) del sottoscritto trae vigore dal testo di Farweel to fairground, qui in allegato con tanto di link (http://www.youtube.com/watch?v=LQ0AFriC7ZM) Dopo un minuto e 43 secondi migliora ancora: Keep on running!!!

...Farewell to the fairground
These rides aren’t working anymore
Goodbye to this dead town
Until the ice begins to thaw
We’ll head south just hold my hand now
I feel like I’m casting off my clothes
And I’m running through the snow towards the sunset
And I’m always with you
Keep on running
Keep keep on running...

giovedì 28 gennaio 2010

Blakroc

La puzza di conflitto d'interessi si sente lontano un miglio nelle rime del rapper Rza per Dollaz & Sense:"Rock ' n roll, I loose control and the Black Keys got so much soul", entusiasta di essere accompagnato per una volta da musicisti rock e non da loop e basi pre-registrate. Eppure, in questo caso l'mc può lanciarsi lo stesso in complimenti senza la paura di risultare gratuito o finto. L'autopromozione di cui sopra è giustificata. Blakroc (c'è da sforzarsi anche a scriverlo in questo modo, lottando contro la grammatica inglese che sposta e toglie c e k a piacimento) è uno dei migliori album dell'ultimo periodo, nato dalla collaborazione _apparentemente impossibile_ tra i blues rocker The Black Keys e Ludacris, Mos Def, Rza, Q-Tip: gente che bazzica ben altri lidi sonori. Stavolta hanno scelto di rivivere i fasti dell'old school, lasciando da parte quella degenerazione gangsta che sta rendendo l'hip hop americano sempre più simile a una macchietta ( è il caso di 50 cent, prigioniero del suo personaggio). Il modello a cui aspirano è quello tracciato lustri addietro da Aerosmith e Run Dmc con l'immortale Walk this way _la scintilla del crossover_ e in tempi più recenti da The Roots: un rap suonato, con basso, chitarra e batteria e qualche buona distorisione su cui innestare rime hip hop. Visto il pedigree delle11 traccie del disco, i nostri hanno ripassato anche la lezione dei Beastie Boys o riascoltato il tellurico hit single di Jay Z 99 Problems. Nelle atmosfere notturne e rarefatte di Stay off the fuckin'flowers Raekon bissa lo stile di Nas; con Hope you're happy è il blues-rock distorto a prevalere sui testi dei rapper e sulla voce soul di Nicole Wray, che bissa l'ottima prova in Why can't I forget him. Done did it chiude i giochi come meglio non potremmo chiedere: per ritmo e groove sembra uscire da uno degli album capolavoro dei padri del rap, che si divertivano a mischiare le carte, contaminando il verbo della strada ( e non del business) con il rock. Spiace che nessuno se ne sia ricordato prima.

martedì 26 gennaio 2010

Chiccherie.

Voglio parlarvi di un disco lontano anni luce dai luccicanti bagliori della musica maistream che gira al giorno d'oggi. Per di più c'è una distanza altrettanto siderale tra il genere e l'attitudine di Blakroc e il grosso della musica che ascolto e di cui parlo su The Raconteur. Sono convinto (ammesso che si possa parlare di convenzione ed invocare un minimo di oggettività a riguardo... mmh, al diavolo! so che non si può e allora? Se non va bene amen questo è il mio blog!) che Walk this way nella versione con Aerosmith e Run Dmc sia uno dei migliori pezzi rock degli ultimi 25/30 anni. Immaginatevi un intero album su questo livello. Ok... sarebbe troppa grazia e staremmo parlando di un capolavoro. Comunque, la collaborazione _che tra l'altro rilanciò la carriera degli Aerosmith_ dimostrò come la fusione tra rap e rock potesse dare vita (molto spesso) a gioielli. E' il caso del progetto Blakroc, l'unione impossibile tra i Black Keys, (rocker amanti del blues del delta e altre contaminazioni chitarrabassobatteria) e Billy Danze, Ludacris, Mos Def, Rza, tutti rapper che seguono i dettami dell'old school. Un gran bel disco. Scenderò più nel dettaglio prossimamente. Intanto gustatevi il linkino http://www.youtube.com/watch?v=22dgcoBxL48
Bye!

lunedì 25 gennaio 2010

Just another sunday

Ieri sera non è successo niente. Da domani The Raconteur tornerà a parlare di musica.
Ps: negare, negare negare!

lunedì 18 gennaio 2010

La linea Maginot del Derby

Sulla fuga, si auspica in solitario, della propria squadra del cuore e sulla contemporanea fuga dello spettatore, del tifoso, dalla routine sia che si trovi davanti a uno schermo o _più fortunato_ allo stadio, si basa gran parte della magia del calcio. Sui secondi che seguono un gol c'è una letteratura sterminata, attimi di delirio, gioia (esagerata, insensata, sincera), e campanilismo sono alcuni degli ingredienti. Poi c'è anche 1 elemento segreto nella ricetta, che nessuno svelerà, simile a quello della Coca Cola, che se potesse la Pepsi...Provate a fotografare un tifoso che esulta dopo 1 gol, la fisiognomica del suo volto completamente artefatta nello sforzo di esultare, buttare fuori la sua Santa Rabbia, sing for the moment. Ecco, nella categoria dei veri tifosi, non troverete nessuno, nemmeno tra i belloni di Hollywood, venire bene in foto, alla faccia di chi piagnucola per non dire "cheese" perchè poi è brutto (è inutile che te la prendi, l'essere fotogenici è un dono e probabilmente non ti appartiene, non è colpa del cheese, potresti dire anche una sillaba con la boccuccia alla Zoolander ma l'effetto di morphing è quello. Ti capisco e condivido il tuo dramma, quindi fattene una ragione). Le radici sono queste, fattori sconosciuti all'universo femminile e fonte, a lungo andare di polemiche, litigatine futili e corrosive, come la tortura, tutta orientale della goccia sulla fronte impartita dalla dolce metà del povero tifoso qualunque (figura mitologica assieme al milite ignoto), vittima delle sue mancanze, vittima della sopracitata volontà di scappare (dovevamo andare all'outlet, dovevamo andare a vedere tutta la saga di Twilight, dovevamo andare a litigare, dovevamo... etc etc...). Al di la di questo sadico conto da pagare con l'altra metà del cielo, questa è la parte buon del calcio, quella più bella di sfottò (garbati e mai banali) che un tifoso moderato come me, si riserva di fare agli avversari,ma solo agli storici. So di essere scostante, e mi accorgo di un preoccupante calo di interesse verso uno sport che molte volte mi ha deluso, sopraffatto da tutto e di più, so che nn dovrei interessarmi solo quando in ballo ci sono inter e juve ma tant'è... prendiamone atto. Quest'anno poi la febbre da derby è alta in linea con la controtendenza degli ultimo anni: dopo i fasti al tempo dei Longobardi, gli interisti hanno ricominciato a vincere, imponendosi con convinzione e (purtroppo a suon di vittorie). Noi milanisti, nonostante siamo affiliati a una potenza del pallone (almeno a livello economico, tecnicamente siamo nobili caduti) recitiamo il ruolo di scommessa, facciamo simpatia (paradosso!) e i gobbi, feriti dai cugini si lanciano in ardite alleanze da fantapolitica pallonara contro gli interisti: "Li guferemo" dicono irritati. Da quando è arrivato Mou, tecnico talmente odioso da risultare per ossimoro simpatico, la frattura meneghina si è ampliata, così come la febbre da stracittadina. Mettici due visioni opposte: alla corte di Moratti finalmente una squadra tonica, forte, completa e cinica, da noi per paradosso, giocatori crepuscolari, scommesse, geometrie impossibili, e al simpatico Leonardo il compito di cavare il sangue dalle rape. Com'è come non è ci sta riuscendo, complice il new deal del ritemprato Dinho, ed equilibri insperati per una squadra di esteti, che danzano sul campo, capace di prodezze balistiche e raffinatezze d'altri tempi. Tutto questo contro dei catenacciari. Solidità e concretezza oppure sfrontatezza e genialità? La seconda ovvio. Considerando premesse tanto ghiotte, non si può vedere 1 derby divisi per fazioni, come sempre. A Casalmaggiore da anni è in atto una sorta di divisione, una spartizione dell'atlante geografico delle location del tifo: il Bar Italia da una parte (Milan) e l'Inter club di una frazione qui vicino. Precisamente dal giorno in cui si disputò 1 derby memorabile. Ognuno nella sua base, immerso e coccolato all'interno di ambiente amico. Ora il brivido di fare gli infiltrati behind enemy lines forse è troppo, l'esultanza da gol sarebbe cosa ardita e suicida in mezzo alla tana/fossa del leone (presente la scena degli intrusi nazisti nel pub in Bastardi senza gloria???). Questo post vuole essere un appello per abbattere insensate barriere tra chi aspira ad un (utopico) posto al sole ai piedi della Madunina: guardiamolo tutti assieme, in sede neutra. Che sarà mai! Ci saranno, mi auguro, gol, azioni, polemiche, salti, esultanze e spergiuri, ci saranno sfottò prima e dopo (come è giusto che sia). E magari la fazione sconfitta, caduta sotto i colpi (pere, mine, pappine...) degli avversari potrà consolarsi facendosi un bel servizio fotografico con le facce dei vincitori in primo piano alterate, faccioni paonazzi sbavanti per un gol, con gli occhi fuori dalle orbite e ancora più brutti del solito. Si consolino così i perdenti, con un bel reportage di orridi taggati su Facebook. Ancora più brutti di quando dicono Cheese. So che non basterà, e so che la diplomazia richiede ben altro, ma almeno ci ho provato.

domenica 17 gennaio 2010

The Sweet Escape.



The Sweet escape: ovvero come una canzone orrida _ mi riferisco all'originale dell'odiosa Gwen Stefani_ può nobilitarsi di colpo. Con questa cover, suonata per il programma musicale inglese Live Lounge, i Kasabian l'hanno mondata dai suoi peccati. Redemption.

mercoledì 13 gennaio 2010

Vampire Weekend: Contra

Se ne fregano o almeno fanno finta di farlo (pare...), perchè per suonare così smaccatamente fuori schema o sono (per davvero) tremendamente naif o dei cinici e macchiavellici calcolatori del marketing discografico. Al di la delle intenzioni, i risultati sono apprezzabili per il secondo album dei Vampire Weekend cult band osannata dalla critica di mezzo mondo. Suonano indie. Suonano come i Beach Boys meno piacioni e meno legati a una formula precisa. Contra, il loro ultimo album, riesce addirittura a migliorare le intuizioni del precedente, l'operazione simpatia non è fine a se stessa, quindi: oltre al look curato e precisino c'è anche tanta carne al fuoco. Riff di surf music come nella nevrotica e sincopata Cousins, sostenuta da una buona sezione ritmica. Per quanto sempice e appunto naif la formula proposta da questi ragazzi newyorkesi funziona eccome dimostrando che l'esperimento di una band completamente avulsa dal contesto musicale odierno e dall'abusato ritorno della new wave non è follia. Un orecchio ai Beach Boys, un altro al miglior pop di scuola americana anni '60 e qualche sprazzo di classica, abbondantemente digerita dalla band e nascosta qua e la tra le pieghe di un disco spensierato. Forse innoquo ma fortunatamente non "glicemico" come quelli proposti dai The Thrills, saliti al successo con Big Sur (hit single di qualche estate fa) e ripiombati nottetempo nel dimenticatoio della loro label discografica. Non lasciano troppe scelte i Vampire Weekend, o si apprezza l'ellettronica discreta di White Sky con quei cori e quel cantato così insoliti oppure è d'obbligo la skippata, come suggerirebbe Horciata stranito pezzo d'apertura, un divertissement abbozzato, forse troppo pretenzioso come Contra del resto.

domenica 10 gennaio 2010

Lei è stupenda.



Fantapolitica del cuore: Nelly Furtado è il tipo di donna (inarrivabile of course) che adoro. Di classe e raffinata. Mentre si prepara, è di una bellezza disarmante. Gesti semplici, ma incredibilmente sexy. Per di più qui canta (una volta tanto) una canzone meravigliosa. Se trovassi una donna vagamente simile, potrei farmi anche 15 ore di lavoro in miniera ogni giorno senza sentirle.

venerdì 8 gennaio 2010

Jane's Addiction: Ritual de lo habitual

In Nothing 's Shocking c'era tutto: la furia, l'steria, la dolcezza e la disperazione in cui si rispecchiava una generazione, nell'attesa di Essere (suo malgrado) etichettata frettolosamente come la generazione X: gente vuota e disillusa, secondo certi detrattori frettolosi. Su queste premesse, sulla disillusione e sulla follia si sono nutriti i Jane's Addiction. Il loro esordio è stato semplicemente disarmante, basato su immagini deformate, gridate. Ritual de lo habitual invece è stata la chiusura del cerchio, la naturale prosecuzione, il culmine compositivo di un gruppo seminale. Che ha chiarito una volta per tutte cosa fosse l'alternative più puro all'alba del grunge. Rivoluzionari prima della rivoluzione quindi. L'ultima prova di grandezza prima che la premiata ditta Farrel/Navarro andasse (momentaneamente) in stand by. I suoni, la chitarra acida di Navarro, i suoi assoli impossibili (debitori tanto di Hendrix quanto di Page), la voce stridula e sgraziata dell'inventore del Lollapalooza, la batteria indemoniata di Stephen Perkins e il basso di Eric Avery creavano un affresco sonoro , mai arrendevole, decadente ma malato sguaiato, sexy, vibrante energia e sonorità ora latine, ora di colpo cupe, gotiche. Punk, metal, rock, funk, serviti con assoli incredibili e suonati con un'urgenza d'altri tempi. Three Days E la trasposizione in musica del concetto di epicità: il basso e poi l'ipnotico arpeggio di chitarra accompagnano la voce effettata di Farrel, prima che un tappeto di percussioni conduca lentamente al meraviglioso assolo di Navarro, forse qui alla sua prova definitiva. In Ritual de Lo Habitual c'è anche il funk rock di Stop e Been Caught Stealing. La chiusura è con la dolcezza fuori tempo di Classic Girl, nuovo esempio, Dopo Jane Says nel precedente Lp, di abilità nello scrivere ballate sognanti.
Un capolavoro.

giovedì 7 gennaio 2010

Le vie del Signore sono infinite

Siamo solo noi che mettiamo in prima pagina i Prodigy con una bella foto ignorante per spingere la loro data virgiliana al Palabam(prevista ad aprile). Un quotidiano veramente alternative e rock, non c'è che dire! E nel mio piccolo provo una certa soddisfazione per aver infilato in Alta Fedeltà la recensione di Ritual de lo habitual dei Jane's Addiction (presto sul blog e visibili ai tempi della loro addction losangelina nella foto qui sotto). Non ci avrei mai pensato... davvero. Le vie del Signore sono infinite.

lunedì 4 gennaio 2010

Soundgarden.

Si riformano i Soundgarden. Nel 2010 partirà un bel tour di reunion poi si vedrà (io spero sempre nel parallelo lavoro in studio, inguaribile ottimista). Qualche giorno fa sua maestà Mr.Cornell ha (finalmente) dato l'ok tramite la sua pagina Twitter. Ergo: vietato perdersi il loro tour. Che kazzimma rock'n roll che avevano agli esordi. Spero di pogare ancora su Rusty Cage come nel 2006 per la data del buon Chris all'Alcatraz di Milano.
See You!

sabato 2 gennaio 2010

Loro stanno bene!!!(aka: mei che na sciafa!)















Il http://www.thecobrasnake.com/ : La vostra dose quotidiana di follia. Dei proprietari del sito so poco, tranne che girano il mondo ospiti delle feste più belle, marce, assurde, e ggiovani in circolazione, facendo foto deliranti, ispirate, inattendibili. Tirano a campare anche con una illuminata politica di merchandising, oppure con ospitate su richiesta o dove vogliono. In questi anni ho capito che avere stilose t shirt e la lingua di fuori non è 1 vezzo ma una necessità. Tanto per, ci infilano in aggiunta concerti o qualche sfilata di moda. Lasciatemelo dire: Mei che na sciafa!