venerdì 25 ottobre 2013

Arcade Fire: Reflektor

-Finisce la lunga, lunga, lunga campagna di viral marketing-
Il modo migliore per reagire a un leak? Vedere il bluff e rilanciare. E' quello che hanno pensato gli Arcade Fire dopo la messa on line di alcuni stralci del disco, ormai prossimo all'uscita ufficiale in formato fisico e sulle piattaforme digitali. Decisamente efficace la contromossa: sul canale You Tube del gruppo canadese è disponibile in streaming Reflektor nella sua interezza (1h e 25); a corredo del sonoro, le immagini tratte da Balck Orpheus, film del 1959 usato per accompagnare un video di lancio di Afterlife. Finisce quindi una campagna di viral marketing quantomai eterogenea (in passato fecero qualcosa di simile i NIN) tra poster, misteriosi teaser audio e video, criptiche interviste e altro ancora.


mercoledì 23 ottobre 2013

Okkervil River: The Silver Gymnasium

Un album di transizione. Una polaroid vecchia venti/venticinque anni: (anche) questo è The Silver Gymnasium, l'ultimo lavoro degli Okkervil River, che qui scelgono la via del disimpegno, senza prendersi troppo sul serio confezionano un bel concept basato sull'infanzia e l'adolescenza di Will Sheff. E proprio le gesta del cantante nella sua Meriden (microscopico paese di 500 anime nel New Hampshire) sono il fulcro dell'intero progetto. Un'operazione di recupero (quasi totale) non solo di esperienze, ricordi edulcorati, foto sbiadite, appunti o vecchi giochi in soffitta: nel booklet del disco c'è la cartina di Meriden e sul sito web del gruppo un videogame 8 bit, preistorico ed efficace tentativo per immergersi nel mood del progetto. In ossequio ad una decade così interessante e controversa come quella, gli Okkervil scelgono anche di cambiare pelle: meno folk, meno asperità e struggimento e più tastiere. Qualcuno ha gridato alla blasfemia sentendole padrone assolute di Stay Young (forse troppo audace l'arrangiamento proposto). Ma è su di loro che si regge l'impalcatura di The Silver Gymnasium. Va detto anche che l'involuzione è voluta, testimonianza dell'attrazione nostalgica di Sheff, perso nella (ri)costruzione del suo passato. Il disco prende il nome dalla palestra della scuola di Meriden, per intenderci quella del ballo di fine anno, e alcuni episodi, come Where The Spirit Left Us, ne sembrano la colonna sonora ideale. Dicevamo meno folk e più pop. A chiudere il cerchio il producer John Agnello, che ha dato ai brani una patina Ottantiana oggi così mainstream. White oltre ad essere il pezzo migliore, è l'eccezione che conferma la regola in un album che ammicca _ specie in Down Down The Deep River _ allo Springsteen di metà Ottanta. A modo loro anche gli Okkervil River hanno fatto un piccolo, disfunzionale tributo a Born in The Usa
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martedì 22 ottobre 2013

Jonathan Wilson: Fanfare

-Beautiful Cover-

Fanfare è il nuovo album di Jonathan Wilson. Uno che non avevo mai sentito nominare, ma che _ a quanto pare _ non sbaglia un colpo. Mega artwork.

lunedì 21 ottobre 2013

Calci alla vita, e un pò più giù, ma farò finta che è tutto ok...

sabato 19 ottobre 2013

Franz Ferdinand, alla fine avevate ragione voi!

-Riconversioni #sullaviadiDamasco-

Lo ammetto, non mi avete mai convinto cari Franz Fardinand. Troppo "sboraus", troppo hypster al cubo per essere veri. Troppa fuffa. E _ lo ammetto _ troppi preconcetti da parte mia, retaggio del non facile Tonight. Ora però, sentendo per benino il vosto nuovo album abbiamo fatto la pace. Breve, spigliato, fresco e leggero. Quello che mi serve. Right Thoughts, Right Words, Right Action.
Thank you boys!

mercoledì 16 ottobre 2013

Gov't Mule: Shout!

Quattro anni di pausa, considerando i ritmi da stacanovisti dei Gov't Mule sono un'eternità. L'hiatus prolungato però ha dato i suoi frutti. La seconda southern jam band migliore d'America (ovviamente dopo i Black Crowes, senza dubbio alcuno the most rock'n'roll band of r'n'r) si ripresenta più in forma che mai con un disco di classic rock ben prodotto e suonato ancora meglio per la gioia della Blue Note, label che li ha inseriti nel proprio rooster. Shout! è un caleidoscopio di stili: differenti linguaggi usati _ reggae, funk, blues _ tutti utili a veicolare il verbo di Haynes, guitar hero preciso e mai prolisso. Lo slide in Captured, anzi la chitarra in Captured: quanta roba! Punto d'incontro tra Gilmour e la scrittura di Neil Young, ibrido impossibile suonato con il piglio di Steve Ray Vaughan. Sono proprio i lick di chitarra (specie nei lenti, i pezzi "tirati "in certi frangenti sono troppo lineari) le invenzioni, gli omaggi, i riff e le rivisitazioni dei grandi del passato il valore aggiunto dei Muli. Jam band coi contro.... come dimostrano i 9 minuti di Captured, gli 8 di When The World Get Small _ canzone sulle tracce dei Traffic _ e gli 11 (!) di Bring On The Music. Onore aggiunto ai Gov't Mule che hanno inserito un secondo cd proponendo la stessa tracklist, ma infarcita di ospiti illustri. Dave Matthews nell'umbratile e malinconica Forsaken Savior, Myles Kennedy alla prese con il roots/blues di Done Got Wise, Costello in Funny Little Tragedy ( il solo esce da Abraxas???) o Gracie Potter in Whisper in Your Soul _ l'episodio più radiofonico dell'album _ Steve Winwood, Ben Harper, Dr.John e ancora Glenn Hughes nell'hard rock settantiano di No Reward. Le premesse per ampliare la fan/base dei Muli ci sono tutte

mercoledì 9 ottobre 2013

Mark Lanegan: Imitations

Venti secondi di Flatlands, giusto il tempo di ricalcare la melodia di Chelsea Wolfe ed ecco che la voce di Lanegan rende il pezzo clamoroso. Vien da sperare sia un altro discone, magari il gemello di I'll Take Care of You (1999), raccolta di cover impeccabile e di diritto nel gotha della sua sterminata discografia. Difficile non voler bene a chi non sbaglia praticamente un colpo. Prolifico, trasversale, onnivoro. L'ex Screaming Trees, dopo il riuscito Blues Funeral e a pochi mesi dal minimale Black Pudding _ allora voce, chitarra e arrangiamenti ridotti all'osso _ torna alle cover con Imitations, album sicuramente più strutturato rispetto al predecessore. 12 canzoni per omaggiare Maestri Indiscussi (per lui insospettabili)_ gente che ha fatto il Pop dagli anni Cinquanta in avanti _ e vecchi amici: tra questi ultimi Greg Dulli in Deepest Shade o Nick Cave, altro re delle murder ballads, con Brompton Oratory. Imitations spazia quindi dalla nobile contemporaneità all'intoccabile passato. Standard del canzoniere americano come You Only Live Twice, colonna sonora di un vecchio 007 cantata da Nancy Sinatra, spogliata dal tappeto di archi, destrutturata, privata di tutto, rimane l'essenziale. Stravolta _ e non poteva essere altrimenti _ anche Mack The Knife del Sinatra più famoso, Frank. La grande sorpresa con I'm Not That Loving Kind: vecchia hit di John Cale che ci fa immaginare un Lanegan felice e capace di sorridere (!). Miraggi subito dissipati con Elégie Funèbre, cantata in francese: il capitolo meno riuscito dell'album perché con l'idioma transalpino la voce scura di questo "reduce grunge in versione crooner" non riesce a emozionare, risultando quasi parodistica.

sabato 5 ottobre 2013

MGMT: S/T

Concettualmente Your Life is a Lie _ singolo estratto dall'omonimo album degli MGMT _ è una critica all'establismenth statunitense, una galleria grottesca di icone estremizzate dell'immaginario neo con. americano; sonicamente due minuti due pieni di tutto, sparati in loop continuo. Ovvio che con queste premesse il capitolo più accessibile, della raccolta sia l'altro singolo Alien Days: l'eredità (o le ultime scorie) di un percorso fortunato, che ha visto la band firmare canzoni perfette. Oggi _ a distanza siderale rispetto ad Oracular Spectacular (era il 2008) _ gli Mgmt sono altro: se Congratulations aveva diviso i fan per la sua complessità e il recupero di certa psichedelia old school molto meno diretta rispetto, ad esempio ad Electric Feel, questo nuovo lavoro segna una nuova metamorfosi per Andrew VanWyngarden e Ben Goldwasser, proiettati definitivamente nella stratosfera. Innumerevoli le influenze, su tutti i Flaming Lips di Embryonic, i Mercury Rev, gli Animal Collective, senza dimenticare il Syd Barrett “floydiano”, gli Air o Beck. Un bel casino insomma. Proprio per il suo essere onnivoro l'album richiede una sfilza di ascolti prima di essere assimilato. Strumenti in discordanza, complesse architetture sonore, un magma (all'apparenza) indefinito e indistinto che invece è sinonimo di abbondanza e frutto di una precisa scelta stilistica, condivisibile o meno. Sicuramente MGMT cresce con il tempo, regalando un botto di emozioni: dal beat di Introspection al pop notturno di Cool Song. 2, passando per le sfumature dark di Mistery Disease. Nel complesso MGMT offre idee e materiale per (almeno) tre album; unica pecca la voce, sommersa daigli strumenti e un pò sacrificata nel mix finale.

mercoledì 2 ottobre 2013

MGMT: S/T smart streaming

-Ascolti volanti-

martedì 1 ottobre 2013

Altro che una mela al giorno

 -Mens sana-
Bisognerebbe prescrivere almeno mezz'ora di r'n'r' al giorno. Fine della storia.