mercoledì 30 giugno 2010

Parlo da consumatore.

Antefatto (s)cortese: chi pensa si tratti di una marchetta e non di elogio strameritato, si legga Sorrisi e Ca...zoni o vada a quel paese; tra le due io farei la seconda.

Navigare a vista (sad but true!) per una serie di ragioni che non sto a spiegare, d'altronde ognuno ha i suoi per la testa e immagino (anche se spero di no per voi ragazzi) che ne abbiate da raccontare qualcuna anche voi magari... dicevo: scoprire che è uscito il nuovo numero di RS. E vivaddio essere contenti. Di avere tra le mani un giornale che, lo so, va a mesi alterni con articoli superbi seguiti da pisciate clamorosamente fuori dal vaso, ma è comunque vivo e vegeto e sto giro è pure perfetto (è un rapporto conflittuale quello con il sottoscritto: fondamentalmente lo amo, poi capitano numeri troppo fighetti, scialbi che non mi dicono un cazzo). Ora il magazine è in netta ripresa: dopo Iggy Pop schiaffeggiato in copertina il mese scorso, tocca ai Pear Jam. Qualcosa di indie (MGMT), e ancora sano rock con un pezzo aperto da due paginone raffiguranti i Black Keys su una decappottabile. Poi c'è Billy Corgan con Jessica Simpson, la bambolina di These boots are made for walkin. Bella anche con qualche kg in più. In fondo si parla di surf. Più in la mi dicono che è uscito l'ultimo dei Kula Shaker. Cresce la voglia di concerti. Ora devo solo urlare sotto un palco e non sputtanare altre occasioni dopo Stone Temple Pilots e Aerosmith.

We will find a place.

martedì 29 giugno 2010

Seeing things.

I find it hard to shed a tear
You brought it all on yourself my dear
Wrong, yes I may be
Don't leave a light on for me
'Cause I ain't comin' home
It hurts me baby to be alone
Yes, it hurts me baby

A hundred years will never ease
Hearing things I won't believe
I saw it with my own two eyes
All the pain that I can't hide
And this pain starts in my heart
And this love tears us apart
You won't find me bent down on my knees
Ain't bendin' over backwards baby
Not to please

'Cause I'm seeing things for the first time
I'm seeing things for the first time, oh yeah
I'm seeing things for the first time
In my life, in my life

I used to dream
Of better days that never came
Sorry ain't nothin' to me
I'm gone and that's the way it must be
So please I've done my time
Lovin' you is such a crime
You won't find me down on, on my knees
Won't find me over backwards baby
Just to please

'Cause I'm seeing things for the first time
I"m seeing things for the first time
Seeing things for the first time
Oh I'm seeing things for the first time
Yeah, seeing things for the first time
I'm seeing things for the first time
Yeah, I'm seeing things for the first time
In my life, in my life.

Ps: Here's the link (http://www.youtube.com/watch?v=Lm-uAY05LJg ) for this song composed by Chris & Rich Robinson of The Balck Crowes.
This is where I am now.

giovedì 24 giugno 2010

Stone Temple Pilots: STP

Alzi la mano chi ci sperava ancora: a dieci anni da quel gioiellino di Shangri La gli Stone Temple Pilots si sono riformati, dando alle stampe un Lp che riprende un discorso interrotto troppo frettolosamente dopo una carriera che avrebbe meritato _almeno in Europa_ ben altre sorti. Proprio come questo gruppo, (ostaggio della vita sregolata del proprio frontman), criticato sempre e comunque, anche per peccati veniali. Diciamolo chiaramente, il persistere nell'accostare Weiland e soci al grunge è sempre stata una forzatura, specie a partire dal terzo album intitolato Tiny Music, infarcito di soluzioni e aperture melodiche godibilissime che fanno capolino anche in queste nuove tracce. Dare if you Dare ne è l'esempio più lampante assieme alla solare ed estemporanea Cinnamon. Fortunatamente c'è altro: questo album è il punto di congiunzione tra l'auto citazionismo più leggero del combo americano (Maver, con un quid beatlesiano) e l'omaggio ad un sound sporco e ruvido, più vicino al rock di scuola Aerosmith (Take a load off) che non allo spleen degli anni d'oro di Seattle. "Quel che resta del grunge" è sintetizzato dai nostri in Hazy Daze o in Between the lines. Huckleberry Crumble è un grande pezzo di puro hard rock sporcato da un wah wah d'altri tempi. Insomma, i redivivi Stone Temple Pilots rivoluzionari non lo sono mai stati, tantomeno qui. Tuttavia nonostante la lunga pausa, l'alchimia tra i fratelli De Leo funziona ancora a meraviglia, regalando ai fans quello che di fatto è un perfetto compromesso, la testimonianza in differita di un lavoro che regge il confronto con album di oltre 10 anni fa senza risultare artefatto. Energia e positività: è la celebrazione di una rinascita, che riprende anche le intuizioni dell'ultimo Weiland solista _come nella discreta First kiss on Mars, influenzata dallo stile di Bowie_ abbinandole ad excursus insoliti tra cui Samba Nova.



L'album rock dell'estate: pochi cazzi a riguardo.

mercoledì 23 giugno 2010

L'essenza del nulla.

Di solito snobbo queste cose, ma in alcuni casi_questo è uno di essi_ l'occasione è troppo ghiotta per lasciarsela scappare, e badate bene non mi riferisco alla possibilità di insultare l'autrice del video qui sotto (ci hanno già pensato molti altri). Cose così non possono cadere nel dimenticatoio. Ora è facile, converrete con me, sparare a zero su GemmadelSud. Però la bella J.Lo de noartri fa un lavoro splendido. Scava una fossa profonda almeno un paio di metri e ci butta dentro il suo cervello. Al di la del bene e del male, questo è fuori da ogni dubbio. Le sue "doti" sono per paradosso anche il suo pregio. Perché se ottiene, con una manciata di video "cult" migliaia di contatti e un'esposizione mediatica così massiccia, beh vorrà pur dire qualcosa. Ad esempio che viviamo in un mondo di plastica, in un carrozzone, che il declino culturale del paese (o di vaste porzioni di esso) è ormai conclamato, che stiamo andando a picco e il processo è irreversibile. A questo punto rivaluto Noemi, le letterine, chiunque. E come nei più perfidi e malati scenari à la Gremlins ne arriveranno altre/i ancora peggiori. Meditiamo sul nulla che avanza, sul vuoto imperante, sull'ignoranza 2.0. Sarà sempre peggio: il nulla rilancia sempre.

Mi presto al giochetto: cliccate il link, poi (il) nulla sarà più come prima. http://www.youtube.com/user/1gemmadelsud

venerdì 18 giugno 2010

Suonare fighetti.



I The Drums, come avrete capito sono paraculi all'inverosimile. Però la canzone non è malaccio, ancora meglio come si presentano:

We only write about two feelings: one is the first day of summer when you and all of your friends are standing on the edge of a cliff watching the sun set and being overcome with all of your hopes and dreams at once. The other is when you're walking alone in the rain and realize you will be alone forever.

sabato 12 giugno 2010

History of Glastonbury Festival.

-Storia del miglior festival inglese di sempre-



giovedì 10 giugno 2010

Muse live@San Siro

Fanno gli Stadi i Muse, ormai anche da noi. E il sold out è arrivato con parecchie settimane di anticipo rispetto all'8 giugno data dell'unica tappa del tour di The Resistance. Un live sontuoso a detta di tutti i presenti, corroborato dall'esibizioni degli opener: nell'ordine Calibro 35 _con il loro funk poliziesco anni '70_ i penosi, irritanti ed anacronistici Friendly Fires e infine i Kasabian, che forti di un set secco e senza cali di tono, hanno riscaldato il pubblico con hit come Underdog, Shoot The Runner, Club Foot, Fire e Fast Fuse. Se c'è giustizia a questo mondo anche loro faranno San Siro da headliner un giorno. Con il classico quarto d'ora accademico ecco salire sul palco i Muse di Matt Bellamy. Due ore di live aperte da Uprising, seguita a ruota dalla convincente Supermassive Black Hole, singolo di quel Black Holes and Revelations che ha fatto capolino nel concerto anche con l'ottima Starlight e Knights of Cydonia. Rien à dir sull'energia sprigionata da questo power trio: New Born e Plug in Baby parlano da sole. Le obiezioni stanno a zero anche sull'allestimento scenico. Non sarà sontuoso come il palco del 360° degli U2, ma comunque è di tutto rispetto, una costruzione futuristica sulla quale sono proiettate immagini del gruppo inframezzate dalle sequenze più disparate, fash da immaginari regimi Orwelliani e altro ancora. Da una pedana al centro del palco i nostri (mutuando il trucchetto dagli Stones) si sono alzati, reggiungendo il centro del prato di San Siro. Stupire prima di tutto dunque, come per Exogenesis Pt.1 in cui è comparsa addirittura una "navicella spaziale". La sorpresa vera però è stata la cover di Back in Black con Nic Chester (cantante dei Jet) che ha incendiato non solo la sua gola ma tutto San Siro.

sabato 5 giugno 2010

Senza lo spot.

venerdì 4 giugno 2010

Porca figura.



martedì 1 giugno 2010

The good and the bad moods.

...I love all of you
hurt by the cold
so hard and lonely too
when you don't know yourself...