giovedì 31 gennaio 2013

L'Officina della Camomilla: Senontipiacefalostesso

Una strage al panificio/ tutte le persone sono spazzatura/siamo pieni di droga/ faccio esplodere il mio condominio di m... Al netto delle provocazioni tout court estrapolate a caso dai testi dell'Lp _ innaffiati di ironia e sarcasmo al quadrato (ovvio) _ abbiamo tra le mani un piccolo album, inteso nell'accezione più bella e semplice del termine. Un disco di confessioni, raramente bugiardo e nel complesso sincero. Un disco che cita per nome e cognome oracoli, miti dei padri (Monica Vitti) e magari dei fratelli maggiori o degli zii (Federico Fiumani dei Diaframma) ne Un Fiore per Coltello, elogio all'auto-esilio in giornata scoglionata. L'esordio _ dopo ep e comparsate “virali” su You Tube _ dell'Officina della Camomilla è  (anche) un bignamino di Milano vista da gente di 20anni, metropoli che si dilata in spazi infiniti salvo contrarsi in un attimo (che bello il sussurro nella title track). Senontipiacefalostesso Uno, il primo di due volumi che vedranno la luce quest'anno per l'etichetta bolognese Garrincha Dischi, non può dimenticare la provincia. Ecco allora che i mobili Ikea (non luogo per eccellenza), il brucomela per i tossici, lo scoglio di Marinella, il vino al supermarket, le tute dell'Adidas, delineano un quadro quasi grottesco ne La provincia non è bella da fotografare, piacevole come la riuscita collaborazione con Lo Stato Sociale in La tua ragazza non ascolta i Beat Happening. L'officina della Camomilla è una band composta da Francesco De Leo e Claudio Tarantino con Marco Amadio, Anna Viganò e Ilaria Baia Curioni. Da adesso in poi non potrà MAI mancare nei loro concerti la proto-punk Ho fatto esplodere il mio condominio di m... Alla faccia dello scontro generazionale.

mercoledì 30 gennaio 2013

Soundgarden: Black Rain (Acappella)

-Ed è più forte senza strumenti-



La voce di Chris Cornell, in questa versione di Black Rain, fa paura. Passaporto per mandare affanculo mezzo mondo, poi passa tutto, ma quando ci vuole ci vuole.

venerdì 25 gennaio 2013

Depeche Mode: Il 1/02 esce Heaven

-People are People-



Buone nuove per gli amanti dei Depeche Mode: venerdì prossimo esce il Heaven, primo singolo del nuovissimo album del gruppo intitolato Delta Machine e disponibile dal 26 marzo. «Questo disco _ ha detto il cantante Dave Gahan _ ha un suono magico. Amiamo sporcare i brani, vogliamo che abbiano la nostra impronta»

giovedì 24 gennaio 2013

Syd: See You Downtown

Chiamatelo “cittadino del mondo”, non tanto perché ha studiato 6 mesi a New York (al Drummer Collective della Grande Mela), ma piuttosto per la sua conoscenza della electro-geografia musicale tout court e per un curriculum bello pieno che lo ha portato a destra e sinistra tra collaborazioni, progetti, live e produzioni assortite ( tra gli altri ha collaborato con The Bloody Beetrots, Lee Mortimer, Dj Kaos...). L'esordio di Marco Pettinato... ops... John Lui sotto il moniker Syd (See You Downtown) è un debutto che parla ai club con il verbo dello stoner rock ( non si spiega diversamente quella coda acida in How Many Reasons). Matrice comune all'intera operazione, il recupero di soluzioni squisitamente anni Novanta (il prossimo filone definitivo del remake, direbbe il critico musicale Simon Reynolds), con flash dei Prodigy, omaggiati in Sinner. Just For a While sembra un remix firmato da Flood _ producer dietro agli episodi più sperimentali e disco degli U2 (Mofo), tuffo sintetico prima della morbida slide guitar di Frozen (sulle orme di Lanegan e Campbell?). Lo scorrere veloce (troppo veloce!) del tempo è il filo conduttore dei testi: lungi dall'essere un concept, l'opera prima di Syd è più semplicemente un invito alla riflessione. Il disco è stato ultimato nei Posada Negro Studios con la collaborazione di Roy Paci e Marco Trentacoste.

venerdì 18 gennaio 2013

Led Zeppelin: Houses of The Holy

Houses of The Holy è l'istantanea di un gruppo per l'ennesima volta in stato di grazia (nel '73 anno di pubblicazione del disco era già successo altre 4 volte: un record!). Una band ancora lontana dalle secche compositive e dalle tensioni di Presence, monocorde e disperato urlo hard rock, forse la prima e unica flessione nella discografia del dirigibile. Con questo disco gli Zeppelin contaminano il proprio sound, includendo elementi reggae, funk e pop e smarcandosi dal precedente Led Zeppelin IV. La copertina del disco è ispirata da un romanzo di Arthur Charles Clarke del 1952 intitolato “Le guide del tramonto”. “Floydiana” fino al midollo, la cover è stata realizzata da Aybrey Powell, grafico dello studio Hipgnosis (celebre per le copertine di Waters & Gilmour). Il disco (in totale 8 canzoni) alterna composizioni lunghe e articolate, con cambi di tempo, di atmosfere e registro pressoché continui e ripetuti. In quel periodo niente sembrava scalfire l'ambizione di Page, autore di un vero e proprio miracolo chitarristico per l'opener The Song Remains The Same, con un campionario sonico pressoché infinito, miracolo "bissato" in Over The Hills and Far Away. Finalmente sale in cattedra John Paul Jones, polistrumentista mai troppo lodato: è suo l'organo spettrale nella funerea No Quarter, tra l'altro l'interpretazione più dark di sempre per Robert Plant. Houses of The Holy è un caleidoscopio di atmosfere sognanti e rarefatte (The Rain Song), caraibiche (D'yer Maker, il primo reggae bianco anticipa l'esplosione della musica Giamaicana), psichedeliche o pop (Dancing Days).