martedì 31 marzo 2009

Dio ci deve delle spiegazioni.

E' il titolo dell' ultima fatica degli Skiantos. 10 tracce di rock punk liscio bolognese. Geniali i titoli a partire dal meraviglioso Testa di pazzo passando per il vecchio slogan stampato su molte loro T shirt Odio il brodo, Una vita a sKivar la fresa, Merda d' artista. Gli Skiantos di e con Freak Antoni e Dandy Testoni (alle chitarre) si dimostrano ancora una volta "sulla cresta dell' onta," come orgogliosamente affermano nel booklet del cd. Divertenti, orridi e sinceri. Non serve dire balle, è inutile elogiare ogni porcheria ogni merda d' artista, è sbagliato tenersi tutto dentro rischiando di marcire e allora via a Il razzista che c'è in me, amaro ritratto dell' assurdità del bel paese (un titolo che oggi è vivo e significativo come lo era quello di tanti nobili caduti in declino nel 700 sotto i colpi di una borghesia affamata di $) "vivo come un demente per sembrare interessante..." Poi con la successiva Sensazione Magica si accenna a "chiacchere da Bar senza pretesa con il cervello in libera uscita". Vada per il Bar, per le balere, per le frese che si schivano per la provincia e i colli bolognesi ma alle numerose domande urlate nei testi delle canzoni ci sono poche spiegazioni. Purtroppo ci sono troppe teste di pazzo in giro. E allora ecco che, se spiegazioni devono essere siano almeno convincenti! Per adesso accontentiamoci del Freak Pensiero.



Testa di Pazzo

Faccia di pazzo

Ho un brutto andazzo


Da solo mi rimprovero

Sono da ricovero

Produco le mie tante frustrazioni

In formati di diverse dimensioni

Io vorrei liberare la mia mente in un’estasi costante e permanente

Ma sono…testa di pazzo, testa di pazzo

Faccia di pazzo

Sempre in imbarazzo

Ce l’ho con i fantasmi della testa

Non solo loro mi rovinano la festa

E ho una brutta costrizione alla ripetizione

Io vorrei liberare la mia mente con un’estasi costante e permanente

Ma sono…testa di pazzo,

testa di pazzo

È strano che a comprendermi…È strano che….siano soltanto persone inverosimili

È strano che…a sorprendermiè strano che a soprendermi

siano soggetti del tutto inammissibili

Faccia di pazzo

Faccia di pazzo

Di colpo m’incazzo

Perché sono un gran nevrotico ed anche un filisterico

La verità bisogna dirsela

Così non posso farcela

Sono un tipo profiloso

E anche gran collerico

vorrei liberare la mia mente in estasi costante e permanente

Ma sono…testa di pazzo, testa di pazzo

È strano che a comprendermi…A comprendermi siano soltanto persone inverosimili

È strano che...a sorprendermi e a difendermi siano soggetti del tutto inattendibili

Faccia di pazzo

Faccia di pazzo

Mi sono prolisso

E mi ripeto spesso
Mi dilungo in troppe spiegazioni

Che rivelano frustrazioni e contorsioni

Io vorrei liberare la mia mente in un’estasi costante e permanente

Ma sono…testa di pazzo, testa di pazzo

È strano che a comprendermi…A comprendermisiano soltanto persone inverosimili

È strano che…,a sorprendermi e a difendermi siano soggetti del tutto inattendibili

figure inaccettabili

persone improponibili

Faccia di pazzo

lunedì 30 marzo 2009

Bob Dylan: Beyond Here Lies Nothin'

Sul sito http://www.bobdylan.com/ è possibile scaricare in anteprima il nuovo singolo dell' artista americano tratto da Togheter Through Life, album in uscita a fine aprile. Siccome è aggratis fino alla mezzanotte di domani sera conviene sbrigarsi. Bye!


sabato 28 marzo 2009

Time is running out

-Considerazioni che lasciano il tempo che trovano-
Ultimamente mi capita molto spesso di sentire persone lamentarsi sulla mancanza di tempo, recitando convinti e quasi rassegnati slogan del tipo: "una volta avevo più tempo per..." qualsiasi cosa, scrivere, ascoltare dischi, cazzeggiare, fare sport, aiutare il prossimo, infastidire il prossimo etc. etc. ad libitum. Queste frasi si riferiscono sempre a un prima imprecisato ad un passato oramai utopico. A quanto pare gli spazi si chiudono, e qui dico la banalità del secolo (aggiungo solo che "quel che conta è la bellezza interiore e non quella esteriore" e ci piazzo dentro un "mogli e buoi dei paesi tuoi" tanto per far capire che qui non si scherza). Però boiate a parte non vi è mai capitato anche voi di sentire storie del genere? Oppure per la fretta non ci avete fatto caso?

mercoledì 25 marzo 2009

Kaki king (and queen of guitar)

Kaki king è un americana di Atlanta, per vivere suona e perquote la chitarra. Kaki king è geniale. Poche storie, è un lustro avanti rispetto a molte/i colleghi della sei corde. Playing with pink noise è qualcosa di incredibilmente efficace, direi figlio di un urgenza espressiva quasi primitiva, viscerale, la ritmica serrata e ossessiva.
Tralasciando la bellezza del titolo, è un video(http://it.youtube.com/watch?v=bbJnwk3GBiM
che pur essendo basico è al contempo estremamente efficace e arriva a imprimersi nella mente di chi è davanti al video. L' ho sentita per la prima volta come guest star in un pezzo dei Foo Fighters ( era per l' ultimo Echoes, Silence, Patience & Grace della band di Dave Grohl). L' ex Nirvana ha visto lungo, e per stemprare la tensione accumulata con una prima metà dell' album bella aggressive, ha chiamato la donnina di Atlanta per confezionare questa piccola gemma acustica: The ballad of the Beaconsfield miners http://it.youtube.com/watch?v=V15sSOcn9GU . Non so assolutamente spiegarmi il perché, ma sto pezzo, mi ricorda molto certi intermezzi sonori di Settimo cielo ( quel telefilm che è andato in onda a ogni orario per anni, e magari è ancora in palinsesto), fatti con l' acustica d' ordinanza.
Bah, che il reverendo Campbell in un delirio di onnipotenza abbia adottato anche lei??
A proposito di gente che la chitarra (acustica)la fa" sudare" consiglio allo stesso tempo di guardare qualche video di Andy McKee, come questo che linko. http://it.youtube.com/watch?v=Ddn4MGaS3N4
Saluti!

sabato 21 marzo 2009

TheKillers live @ Filaforum

-"Paura e delirio” da Las Vegas-
Portare Las Vegas su un palco non è cosa semplice. Molti gruppi non avrebbero la sfrontatezza per coniugare con disinvoltura e senza macchiarsi di pacchianeria, scenografie 80’s con i suoni di quel decennio archiviato troppo in fretta come piatto e vuoto. The killers citando la new wave inglese e certo pop mainstream con classe, saranno citati a loro volta in futuro. Dopo la discreta esibizione del gruppo spalla, i Louis XIV e un rapido cambio palco, un imponente gioco di luci annuncia Human, celebre hit single (forse da troppo tempo) sulle radio di mezzo mondo. Il concerto durato un ora e mezza è stato ottimo, dal riff iniziale alla conclusiva When you were young. Significa che il gruppo ha sfornato una bella serie di hit, e cosa non da poco, sa stare sul palco. Durante Somebody told me – singolo lancio del fortunatissimo Hot fuss, il pubblico di un filaforum sold out da tempo (principalmente composto da ragazzi attorno ai 20/25 anni) saltava entusiasta. Stesso discorso anche per Mr. Brightside, inserito come terzo brano in scaletta. Muovendosi sul palco tra palme finte(!?) e il logo della band, un’ imponente K luminosa al centro della scena, il cantante Brandon Flowers ha dimostrato di essere un frontman coinvolgente e carismatico. Altrettanto bravi i suoi compari e non_ badate bene_ comprimari: il chitarrista Dave Keuning, il bassista Mark Stoemer e il batterista Ronnie Vannucci. Non è stato un “one man show” piuttosto un successo collettivo, esauriente bignami della loro produzione, in cui hanno trovato posto canzoni inaspettate, come Joy Ride impreziosita da un sax e perfino la trascurabile I can’t stay, entrambe tratte dall’ ultimo Day & Age. A metà concerto con All these things that I’ ve done tutti i presenti si sono uniti al cantante ripetendo il ritornello/slogan “ I’ve got a soul but I’ m not a soldier”: un momento emozionante. Giusto non dimenticarsi che anche l’ occhio ( e quindi visto l’ allestimento scenografico, il delirio) vuole la sua parte: ecco allora coriandoli e qualche scintilla, espolsa in senso letterale e non, con Smile like you mean it. Durante Bones sul maxischermo è stato proiettato l’ omonimo video di Tim Burton. In mezzo al delirio di cui sopra, i 4 di Las Vegas pensano anche alla “paura” di alcune perle oscure: Shadowplay cover dei Joy Division ed una B side, Tranquilize apologia dell’ inquietudine in musica.

lunedì 16 marzo 2009

Rock'n' Music Planet

E' la migliore mostra possibile per gli amanti del rock. Sognata a lungo da Red Ronnie l' idea è diventata realtà quest anno in quel di Milano. Piazza Duomo. Io la mia (paziente) fidanzata siamo riusciti ad andarci sabato per il rotto della cuffia, esattamente nella zona cesarini del penultimo giorno a disposizione, e dire che di tempo ne abbiamo avuto... Appena dentro lo stand eccoci a fotografare ed ammirare tutte le memorabilie rock della collezione privata di Red Ronnie, l' anima del Roxy Bar, e prima ancora di Be Bop a Lula o di Una Rotonda sul Mare_ storici programmi di approfondimento musicale di cui ci sarebbe un gran bisogno per dribblare il piattume di certa televisione... Infiniti i cimeli, dall' armonica di Bob Dylan, alle chitarre autografate di Eric Clapton, dei Nirvana, un' acustica appartenuta a Jimi Hendrix: mito assoluto del presentatore. Una bacheca a parte ospita quella a forma d' Africa simbolo del Live Aid del 1985, con decine di autografi degli artisti che presero parte all' evento (Bob Geldof, U2, Queen, Madonna Michael Jackson...)
Tra tutti gli extra, merita una citazione la magliettina sdrucita di Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols. In mezzo a cotanta roba i juke box, poesia pura e poi i testi originali delle canzoni, straordinare testimonianze della summer of love, della psichedelia e più in generale del rock, Room full of mirrors di Hendrix, oppure L.A. woman di Jim Morrison. Nella lettera con cui John Lennon diceva al suo manager di non voler più far parte dei Beatles c'è dentro un pezzo della storia e del costume del 900:
"Caro Lee, non voglio più leggere dei Beatles come se esistessero ancora"
Tantissimi i vinili, le riviste d' epoca e qualche flipper zarro dedicato ai Kiss, ai Guns n roses, agli Aerosmith. Ciliegina sulla torta le sculture luminose di Marco Lodola (fate partire il video). L' esorbitante valore economico degli oggetti raccolti nella mostra impallidisce se confrontato al loro valore intrinseco, morale, affettivo e culturale. Il paese dei balocchi. Bella Red!

Nelle foto io e il collezionista più rock d' Italia, e la fender firmata dagli Stones. Nel video quello che abbiam visto...

domenica 15 marzo 2009

Troppe parentesi.

Venerdì sera sono andato al Ludas di Mantova, storico locale live del centro città che, malgrado il dispiacere dei mantovani, sembra in procinto di chiuder bottega... e qui fossi sadico e iperpolemico, potrei infierire con decine di parentesi sul perché molto spesso le prime cose ad essere depennate sono i punti di aggregazione dei più giovani, ma non lo farò. Mi sembra di sentire il vostro sospiro di sollievo blowin in the wind. L' occasione (che fa l' uomo ghiotto di rock) era Alta Fedeltà live, una rassegna organizzata da alcuni ragazzi della Voce di Mantova per promuovere i gruppi della propria città e non. Sul palco si sono esibiti nell' ordine i Sinezamia ( ricordano per molti aspetti i primissimi Litfiba, quelli del periodo dark di 17 re), Frenchi Fagiano e i Nedar Mut (rock blues agricolo e veramente indie). A chiudere la Kermesse i Lip Colour Revolution. Io vi linko direttamente al myspace di questi livornesi, dove è possibile scaricarsi gratuitamente il loro omonimo album coi contro(qualsiasi cosa vogliate). Il loro è rock al fulmicotone. Bye!
http://www.myspace.com/lipcolourrevolution

martedì 10 marzo 2009

Il modo giusto per cominciare la giornata



"Ma è possibile che non si trovi mai uno straccio di parcheggio? Oggi poi... un casino assurdo, aspetta un attimo, ma c'è un palco. E quello è Bono Vox, sono gli U2!" Le vie del marketing e della promozione musicale sono infinite, infatti per promuovere il nuovo album gli irlandesi hanno suonato a sorpresa alla Fordham University di New York, accogliendo all' ingresso nel campus gli studenti sgomenti con un esibizione dal vivo.

domenica 8 marzo 2009

Chris Cornell: Scream

Mesi fa
Apro un giornale musicale. Pagina delle news in breve:
Chris Cornell produrrà il prossimo album con Timbaland. Il lavoro è molto ambizioso, l' ex cantante dei Soundgarden ha ribadito che le tracce assumono senso se suonate assieme, dalla prima all' ultima, fedele alla concezione di album come The Wall dei Pink floyd.

Penso:" si è bevuto il cervello". Poi capito sul suo myspace e ascolto tutto l' album in streaming. Ritratto:" magari il cervello me lo sono bevuto io invece, ma secondo me è un bel disco".
Il sound è molto glamuor, non a caso Chris ha lavorato con Timbaland _reduce dal lavoro in studio con Justin Timberlake_ no non è un gioco di parole... Il precedente album del rocker di Seattle, Carry on , seppur buono risultava prevedibile e scontato in alcuni passaggi, non c' era nessuna canzone a giustificare il prezzo del biglietto. Se è vero che chi non risica non rosica, allora bisogna bandire il disappunto, scordarsi l' illustre passato nei Soundgarden, nei Temple of the dog e negli Audioslave e gustarsi questo album, in cui c'è posto per qualsiasi cosa, dai suoni da dancefloor, o hip hop ma per carità, niente chitarre. Profetica in questo senso la copertina dell' album, dove Chris distrugge un' elettrica. Ha fatto bene (il primo singolo Part of me però non si salva) vedendo cosa è riuscito a tirare fuori dal cilindro: Time, Ground Zero, la coinvolgente Never Far Away hanno un certo appeal, sono canzoni cariche di tutti quegli elementi strani, quei trucchi à la Timbaland che a pensarci nessun altro inserirebbe nei master finali. Forse sono troppo di parte dato che la mia è una delle poche recensioni positive in mezzo a un marasma di tirate d' orecchie per Scream; probabilmente il mio giudizio è alterato dai ricordi del magnifico concerto visto all' Alcatrazi 2 anni fa, dove con Rusty Cage partì un pogo d' altri tempi.


Ps: Nel giudicare l' album, il mio termine di paragone è stato l' ultimo lavoro, Carry on, ovvio che il giudizio vada (enormemente) ridimensionato se paragonato ai capolavori dei Soundgarden e Temple of the dog.

venerdì 6 marzo 2009

Life on Other Planets

Washington, 6 mar - La Terra e' l'unico pianeta abitabile della galassia? Siamo soli nell'universo? Sono solo alcune delle piu' affascinanti domande che riecheggiano nella storia della scienza e alle quali la Nasa tentera' di dare finalmente risposta con il telescopio spaziale Keplero, che prende il nome del celebre astronomo, e sara' lanciato oggi alle 22:49 dalla base americana di Cape Canaveral (in Italia saranno le 5 del mattino di domani) con un vettore Delta II.'' Questa missione tentera' di rispondere alla domanda piu' vecchia di tutti i tempi: ci sono altri pianeti come il nostro?'', ha spiegato Ed Weiler, amministratore della missione della Nasa.''Non e' solo una missione scientifica, ma storica'', ha dichiarato. Il telescopio Keplero esaminera' lo stesso punto dello spazio per tre anni e mezzo, e potrebbe scoprire oltre un migliaio di pianeti orbitanti attorno alle stelle nelle costellazioni del Cigno e della Lira. Con un costo di circa 600 milioni di dollari, sara' la prima missione della Nasa che puntera' a scovare altri pianeti simili al nostro.
Fonte: www.asca.it

martedì 3 marzo 2009

Eagles of Death Metal: Heart On


Dal deserto con ironia... fumettosi e improbabili. Gli Eagles of Death Metal non si prendono sul serio e fanno bene, perché altrimenti rischierebbero l' oblio. Niente suoni apocalittici a dispetto del nome minaccioso, quindi consiglio di astenersi _oltre agli onnipresenti perditempo_ anche ai metalloni. L' antico adagio che vale per tante ragazze non bellissime ma molto "simpatiche", può essere riciclato anche per questi rocker amici di Jack Black e Dave Grohl, musicisti che incontrano spesso on stage e in studio e con cui condividono una salutare attitudine cialtrona. Al gruppo, così come alle sopracitate ragazze "molto simpatiche" tocca fare di necessità virtù non potendo contare su altre doti, la buttano sull' allegria. Californiani, gli Eagles etc.. fanno un rock per certi versi simile a quello dei Queens of the Stone Age: siamo in ambito stoner, anche se il loro sound è molto più annacquato ed easy listening. In questo ultimo lavoro_ intitolato Heart On_ la formazione del baffuto cantante Jesse Hughes e di Josh Homme (leader delle regine) torna ggiovane e scanzonata, riproponendo un divertente garage rock dove i suoni sono volutamente sporchi. Le aquile del death metal non ambiscono ad essere iperprodotte, piuttosto puntano a recuperare l' ingenuità di padri spirituali come gli ZZ Top. Rock concreto (e alcolico?) che regalerà sicuri momenti di divertimento. Una piccola curiosità: furono ingaggiati da Axl Rose come gruppo spalla per il tour americano del 2006. Il diplomatico cantante dei Guns ' n roses una volta salito sul palco dopo di loro li ha definiti "I piccioni del death metal" grande Axl, riflessivo e accomodante. Consiglio: dopo la dichiarazione d' affetto per tanti cliché rock sbandierati ai 4 venti di Wanna Be in L.A., la distensiva Now I'm a fool e I' m your torpedo, allucinata e delirante psichedelia californiana.

domenica 1 marzo 2009

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