giovedì 27 settembre 2012

The Killers: Battle Born

Battle Born è un magistrale lavoro diplomatico: la verve ingenua e strafottente di Hot Fuss, l'epicità di Sam's Town e (in abbondanza) la rivisitazione dell'elettro pop anni Ottanta che ha spinto Day And Age, istanze apparentemente inconciliabili, trovano qui un punto d'incontro definitivo. Il discorso riprende proprio dall'ultimo Lp dei Killers, uscito ormai 4 anni fa. Battle Born è una lettera d'amore lunga 50 minuti indirizzata a eroi conclamati_ Springsteen, U2, Cure, Pet Shop Boys, Cars, Depeche Mode, Dire Straits etc. e prima ancora, una dichiarazione che la band fa a se stessa. Esercizio _ pregevole _ di vanità, esibizione di uno stile noto ma nonostante questo efficace e unico nel suo citazionismo sfacciato. Flowers, autore di un'ottima prova interpretativa, parla ancora di casa: stavolta però tralascia il non-luogo per eccellenza (la Fabolous Las Vegas citata nell'esordio solista di Flamingo) e racconta le sue radici. Prende il deserto del Nevada, prende il motto Battle Born scritto sulla bandiera dello Stato americano, et voilà l'artwork e il concept sono fatti. Nelle interviste dicono di faticare ad inquadrare complessivamente il disco. Che paraculi! Si tratta di un lavoro d'insieme, un pastiche lungo 12 canzoni che segue percorsi precisi: la “rivisitazione aggiornata” in forma pop di Springsteen (da Born In The Usa in avanti), il "kitch" ottantiano e gli omaggi più o meno velati a Knofler (Heart of a Girl). Rovinato da un filler inutile (Here With Me) Battle Born si farà ricordare per una manciata di canzoni sopra la media (A Metter of Time, Miss Atomic Bomb). Su tutte però spicca la title track.

mercoledì 26 settembre 2012

Italiani all'estero: non solo Pausini.

-Un tweettone di riflessioni estemporanee sulla musica leggera italiana-
"Condannati" a suonare dal vivo. Lo sono i grandi del rock, figurarsi gruppi e cantanti nostrani. La cosa bella (leggasi: il bicchiere mezzo pieno) dalla rivoluzione/smantellamento dell'industria musicale canonica, è il ritorno prepotente del live, inteso come espressione creativa, percorso e necessità artistica, voglia di giocare e sperimentare. E perché no ampliare il proprio mercato, cercando nuove nicchie di pubblico in giro per il mondo. Neverending tour. Sempre più spesso infatti, terminati tour di 20/30 date in Italia (prima nei palazzetti, poi nelle arene e nei festival) si "sverna" oltreoceano oppure in Europa, occasione buona per tirar su "qualche soldino" extra, rodare nuovi pezzi, evitando un'eccessiva sovraesposizione nei confronti del pubblico (un boomerang). Ben vengano quindi i concerti statunitensi di Lorenzo _ da due anni a questa parte diviso tra Los Angeles o New York _  l'imminente tourné "amerregana" dei Negrita, le capatine europee dei Litfiba. Oltre le Colonne d'Ercole della discografia italiana nel mondo, dunque, non solo Pausini, Zucchero e Nek. Per fortuna.

martedì 25 settembre 2012

Lazio Gate

 -Toga Party-


"Piombo - narco - petrolio più spietato di una cambiale. Galline dalle uova d' oro CON FACCE DA MAIALE..." testo attualissimo, ed era il '93.

lunedì 24 settembre 2012

Stop per i Green Day: rehab per Billie Joe Armstrong

-Falsa partenza per la band californiana-

Si fermano sul più bello i Green Day, proprio in contemporanea all'uscita di Uno!, primo atto di una trilogia che il gruppo di Dookie pubblicherà in questi mesi. Il cantante Billie Joe Armstrong, reduce da uno sclero apocalittico on stage (con immancabile chitarra sfasciata), andrà in riabilitazione. Troppa "medicina".

 Daje Billie, rimettiti in sesto!

mercoledì 19 settembre 2012

Liam cacciato dal Bernabeu!!!

 -Aka: quando il Bar Sport e il r'n'r si incontrano-
Our kid, ci mancavi! Il match di Champions League tra Real Madrid e Manchester City di ieri, ha regalato emozioni in campo (vittoria in rimonta degli spagnoli per 3 a 2) e _ soprattutto _ sugli spalti con Liam Gallagher causticamente sopra le righe. Infatti l'ex frontman degli Oasis è stato espulso dal Santiago Bernabeu per insulti e anatemi vari. Bella Liam: Stay Young and Invincible!!!!


Un altro precedente:
Il 23/02/1998durante il volo della Cathay Pacific Airways diretto da Honk Hong in Australia, Liam molesta i passeggeri e il personale di volo. Il mese seguente la compagnia aerea lo sospende (per sempre) dai propri voli.

Source: Wikipedia

martedì 18 settembre 2012

Out Now, aka: nuove leve in odor di recensione...

Mumford &Sons: Babel ( I Will Wait)

The Vaccines: Come of Age (No Hope)
Two Door Cinema Club: Beacon (Sleep Alone)


domenica 16 settembre 2012

Led Zeppelin: Celebration Day



L'evento: il 17 ottobre nei cinema di tutto il mondo il concerto/reunion del Dirigibile. Imperdibile.

sabato 15 settembre 2012

Dinosaur Jr.: I Bet On Sky

Nessun meteorite, nessun Armageddon, nessun Nostradamus qualunque potrebbe fermare la reunion dei Dinosaur Jr. al terzo disco di inediti dopo la “riappacificazione” del 2007. Ancora una volta J Masics e Lou Barlow rimangono fedeli alla linea (o quasi). Ridendo e scherzando la band americana più litigiosa, instabile e stizzosa della scena alternative a stelle e strisce, è in sella da 30 anni (e si è detestata per almeno la metà del tempo): chapeau. Se sono sopravvissuti al proprio veleno e alle proprie contraddizioni, i nostri non hanno di che temere. Bandite le novità I Bet on Sky è un robusto monolite alt.rock, strapieno di assoli assolutamente godibili (Watch The Corners): sgraziati istanti, testimonianza del genio chitarristico di Masics. Il melltron dell'iniziale Don't Pretend You Didn't Know, illude l'ascoltatore sul nuovo corso. Che c'è, ma in soldoni è uguale al vecchio. I Bet on Sky è l'esatta prosecuzione di Farm, uscito nel 2009. Stick Atoe In, però indugia troppo su se stessa, sprecando il mood pop di Almost Fare. In distorsione a forza di riverberi, il wall of sound dei Dr. Jr. è ancora poderoso. Unica pecca di questo Lp il minutaggio eccessivo, molti pezzi oscillano tra i 5 e 6 minuti: un'eternità se la melodia non porta da nessuna parte e ripete gli stessi accordi power in continuazione. Bene la weezeriana I Know It So Well, e ancora meglio Rode e Recognition, cantata da Lou Barlow _ che vista l'ispirazione a intermittenza del co-writer Masics _ meriterebbe sicuramente più spazio.

giovedì 13 settembre 2012

Stanley Booth: Le vere avventure dei Rolling Stones

519 pagine che daranno soddisfazione non solo ai fan degli Stones. Un libro incredibile _ ripubblicato e aggiornato per i 50 anni della band _ distante anni luce da una semplice biografia.
Procuratevelo please.

"Il libro di Stanley Booth è l'unico che posso leggere e poi dire: yeah, è andata proprio così" 

Keith Richards

martedì 11 settembre 2012


 ...There goes my hero
Watch him as he goes
There goes my hero
He's ordinary...

giovedì 6 settembre 2012

Bloc Party: Four

Il quartetto inglese è un gruppo di miracolati: dopo il flop conclamato di Intimacy, album uscito più per esigenze contrattuali che altro, Kele Okereke & Co. si sono rimessi in carreggiata, uscendo da quella spirale autodistruttiva di tensioni e litigi che li aveva portati a un passo dallo scioglimento; probabilmente il rompete le righe è stato evitato dallo scarso appeal del disco electro del cantante, passato in sordina e velocemente archiviato, così come le sue velleità di carriera in solitaria. L'album, registrato interamente a New York, si apre con So he begins to lie, power ballad che si congeda con un caustico finale in crescendo. 3 x 3, pessimista quanto basta e il singolo Octopus sono il miglior link con le origini post punk dei londinesi, ri-energizzati a dovere dopo le ultime sperimentazioni elettroniche, tutt'altro che memorabili. Real talk, rallenta con una serie di arpeggi di chitarra a sorreggere le improvvisazioni di Kele. La sorpresa vera arriva con Kettling: un brano new metal (?!) in cui la sei corde di Russel Lissak “scimmiotta” Deftones, Korn e compagnia bella. Fatte le dovute proporzioni _ potrebbe essere la loro Song2. Nei momenti di quiete (Day Four), invece si rievocano Police di Every Breath You Take o i Cure in luna buona (V.A.L.I.S.): sindrome bipolare? Decisamente si. Pregio e limite di questi Bloc Party la bulimia di generi, ispirazioni, spunti _ più o meno consapevoli e dichiarati: un “caos cosmico” che sulle prime disorienta, ma in ultima analisi è l'unica alternativa rimasta al gruppo per andare avanti senza rifare ad libitum lo stesso album.