lunedì 27 giugno 2011

at sea...

mercoledì 22 giugno 2011

...I'm on fire...

Hey little girl is your daddy home
Did he go away and leave you all alone
I got a bad desire
I'm on fire

Tell me now baby is he good to you
Can he do to you the things that I do
I can take you higher
I'm on fire

Sometimes it's like someone took a knife baby
edgy and dull and cut a six-inch valley
through the middle of my soul

At night I wake up with the sheets soaking wet
and a freight train running through the
middle of my head
Only you can cool my desire
I'm on fire

by Bruce...

martedì 21 giugno 2011

Danger Mouse & Daniele Luppi: Rome

Danger Mouse è uno stacanovista: come se non bastasse il progetto Gnarls Barkley o nemmeno i “pacchi” di produzioni a destra e a manca che sta firmando (Black Keys, Gorillaz etc) adesso arriva questo Rome, gioiellino lungo 36 minuti figlio della lunga collaborazione con Daniele Luppi, (compositore italiano che ha già collaborato con Mike Patton per gli arrangiamenti del suo Mondo Cane). Qualcuno la chiamerebbe “musica “cinematica”, i più si limitano ad indicare questo disco come un omaggio alle colonne sonore all'italiana anni Sessanta/Settanta. La musica al servizio delle immagini: l'assist che Danger Mouse e Luppi lanciano ai registi di mezzo mondo è troppo ghiotto per lasciarselo scappare. Una manciata di canzoni eleganti, mai ridondanti nella produzione, ma piuttosto equilibrate e misurate, canzoni che partono con l'idea di accompagnare l'ascoltatore, brani nati per essere cercati con cognizione di causa e mai per imporsi. Oltre ad Edda D'Orso (voce in “C'era una volta il west” e altri capolavori di Sergio Leone), anche Alessandro Alessandrini (l'immortale fischio nei brani del Maestro Morricone) tra gli ospiti illustri di Rome. Poi nel ruolo di “gregari di lusso” Jack White e Norah Jones. I pezzi cantati dalla giovane singer americana ricordano per piacevolezza i migliori Morcheeba: pop della miglior specie. In questo senso Season's Trees ne è un esempio lampante. Roman Blue è sinuosa nel suo arrangiamento, altrettanto The Rose With a Broken Neck, dove Jack White non urla ma si mette al servizio del collettivo, garantendo la buona riuscita del prodotto finale. Per una volta, l'Italia ha smentito la fuga dei cervelli: tutte le strade portano a Rome.

domenica 19 giugno 2011

Addio Clarence.

giovedì 16 giugno 2011

Rock in Idrho 2011

Forse il Rock in Idrho sarà ricordato come il miglior festival dell'estate 2011, almeno da un punto di vista musicale: un cast eccezionale si è dato il cambio nell'Arena della Fiera di Milano a Rho, location invero non felicissima dal punto di vista logistico. Dalle 15.30 circa, con l'apertura dei cancelli, inizia la maratona dei concerti. Un pomeriggio rovente aperto dagli Outback (vincitori del contest per gruppi emergenti) e dai Ministri, accolti dai primi irriducibili, pronti a sfidare il cemento del “parcheggione” della Fiera pur di guadagnare una posizione favorevole. Ad ogni modo, trait d'union a tutte le band ospiti del Rock in Idrho, la grande energia sprigionata sul palco. Prendete gli Hives, da anni una delle più rodate band garage punk. Tick Tick Boom, Hate to say I told You So, Main Offender, e gli altri “classici” del combo svedese guidato da Howlin Pelle Almquist, botte di adrenalina da 2 minuti massimo, via una sotto l'altra. Dopo di loro Flogging Molly e Social Distorition, pesi massimi del punk rock a stelle e strisce: capitanati dal leader Mik Ness hanno ricordato le tappe fondamentali di una carriera che vede in Hard TimesAnd Nursery Rhymes, uno dei dischi migliori. L'attesa ovviamente era tutta per i due main act della serata, così uguali e così diversi tra loro: gli Stooges e i Foo Fighters. Epoche, scene musicali, generi, sound così diversi hanno trovato l'ideale punto di incontro nella voglia di “divertire” cosa che probabilmente è mancata un po all'altro grande festival di inizio estate (l'Heineken), in minore dopo i fasti dell'anno scorso. Poco dopo le 21 un boato accoglie gli Stooges. Le attenzioni com'era prevedibile, erano tutte per Iggy Pop, selvaggio padrino del punk che a sessant'anni suonati ha ancora la voglia di buttarsi in mezzo al pubblico come ai bei tempi. Iggy si è dimenato come un ossesso al ritmo dei migliori “classici mancati” degli Stooges (I wanna be your dog, Search and Destroy). Poco dopo, sono arrivati i Foo Fighters guidati dall'incontenibile Dave Grohl non hanno lasciato scampo alle ballad (ad eccezione di Skin and Bones e Times like These) e dalle prime note di Bridge Burnin' sono andati avanti a testa bassa tra una hit e l'altra (All my life, Breakout, My Hero The Pretender). Non sono mancati i pezzi tratti dall'ultimo Wasting Light, come l'incendiaria White Limo o Rope. Sul finale Best of You e Everlong hanno chiuso, nel migliore dei modi, un giorno memorabile. Con il concerto di mercoledì i Foos hanno colmato un vuoto di 7 anni, di assenza dall'Italia in questo lasso di tempo sono cresciuti e sono diventati una delle migliori rock band d'America e probabilmente del mondo.

martedì 14 giugno 2011

Pino Scotto@Sabbio Summer Fest



Con amici a fare i pirla assieme a Pino Scotto dopo il concerto al Sabbio Summer Fest dell'ex Vanadium. Io son alla sinistra di Pino con la maglia rossa. Nessun avvistamento del papà di Jim...

giovedì 9 giugno 2011

My Morning Jacket: Circuital

Quintali di roba, quintali di spunti, linee melodiche, intuizioni, idee, abbozzi, possibilità. Il trionfo per gli indecisi, cui è fornita l'apologia definitiva per difendere con orgoglio la propria natura. Si, perché si può star bene anche senza decidere, senza rinchiudersi negli spazi troppo angusti di un genere musicale, meglio andare a mani bassse fregandosene della classica formula strofa/ritornello/strofa. Lo sanno bene i My Morning Jacket, che con il nuovo Circuital confezionano un prodotto buono per tutte le stagioni, un dischetto che in certi momenti potrebbe strizzare l'occhio ad un film di Tarantino, alla colonna sonora di un teen drama americano, e in altre occasioni potrebbe stare bene solo sullo stereo dell'appassionato. Parafrasando Le Luci della Centrale Elettrica (aka Vasco Brondi) per ora dovremmo limitarci a chiamarla schizofrenia. Niente di più sbagliato: la volontà precisa della band è quella di essere il più libera possibile, leggera, ironica. Attratto dal provocatorio titolo di Holdin'on to black metal, l'ascoltatore non può che sorridere e lasciarsi trasportare dalle atmosfere rarefatte e lievi del pezzo. Slow slow tune è una ballad fuori tempo, languida e calda, forse la cosa più vicina ai Wilco di questo Circuital. Victory line si apre con il suono pieno di un gong, ed indugia mantenendo un'andatura orizzontale, in cui la chitarra improvvisa reggendo il gioco alle architetture della parte cantata, prima di accelerare in un crescendo improvviso e deflagrante. Oltre ad una rassicurante Wonderful (The way I feel), dal sapore country, Circuital offre anche il pop à la Beck di First light. Movin Away, piano e voce, riporta indietro le lancette dell'orologio agli anni Settanta. E qui James spiega chiaramente il motivo di questa inqiuetudine sonica ed esistenziale: "E anche se c'è una nuova linea di vita. non dimenticherò quello che ho lasciato alle spalle. Una nuova vita per creare. Una nuova piccola vita."

martedì 7 giugno 2011

Manca John, ma si va avanti comunque.

I Red Hot Chili Peppers hanno annunciato la data d'uscita del loro nuovo album, il decimo in studio, previsto per il 30 di agosto. Il disco si intitolerà I'm with you, e segue il precedente Stadium Arcadium del 2006.

domenica 5 giugno 2011

Metallica: Black Album

Il Black Album è lo spartiacque nella carriera dei Metallica. Pubblicato nel 1991 divide nettamente in 2 tronconi distinti la strada dei 4 di Frisco: prima divinità intoccabili del trash metal e da lì in avanti pronti a fare dei capitomboli qua e la (Load, Reload, Garage Inc. St Anger...). L'ultimo disco di inediti veramente degno di nota è questo. Un lavoro aperto alla grandissima con Enter Sandman, uno dei pezzi più noti e apprezzati dell'intera discografia dei 'Tallica. Con Bob Rock in cabina di regia il gruppo ha limato il proprio sound in virtù di un prodotto più accessibile: ottimo hard rock con rimandi al glorioso passato di Masters of Puppets e affini. Enter Sandman si identifica in un riff clamorosamente efficace, preludio per un chours assolutamente evocativo e molto più aperto rispetto alla classiche atmosfere cui fino ad allora il gruppo aveva abituato i propri fans. Kirk Hammett non lesina sugli assoli ed è ancora una volta autore di una prova magistrale. Ai tempi i puristi storsero il naso quando sentirono per la prima volta la stupenda (credo che non ci siano altri termini per definirla) Nothing Else Matters, cavalcata lunga una manciata di minuti ricca di pathos e sfumature alla pari di The Unforgiven. Il manifesto della seconda fase dei Metallica potrebbe essere questo. Wherever I May Roam rimane uno dei capitoli migliori, con la voce graffiante di James Hetfield che si fa largo pian piano dopo oltre un minuto di strumentale in cui il gruppo pesta a dovere sugli strumenti e riporta in auge sonorità hard rock della miglior specie. Che dire: siamo di fronte al capolavoro, un prodotto che non ha paura di citare trovate “morriconiane” inserendole in un contesto molto più “duro e puro”. In definitiva il back album è l'istantanea di un gruppo che per un breve periodo trovò il perfetto compromesso tra l'integrità artistica e la voglia di farsi conoscere e apprezzare dal pubblico.