mercoledì 31 agosto 2011

Screaming Trees: Last Words

Forse non saranno mai "famose" le loro Last Words, le ultime parole degli Screaming Trees, la band più sottovalutata dell'intero movimento grunge, ma di certo meritano di essere ascoltate con attenzione. Dribblati dal successo che ha investito i colleghi della scena (Pearl Jam, Nirvana, Soundgarden, Alice in Chains) si sono sciolti definitivamente senza troppi clamori nel 2000, al termine di un concerto per l'apertura del Seattle's Experience Music Project. Da li in avanti ciascuno intraprese strade differenti: con il senno di poi andrà meglio a Mark Lanegan, re mida dell'alternative rock, ora con i Queens Of The Stone Age di Homme (tra l'altro nell'entourage dei 'Trees già ai tempi di Dust, album del 1996), ora con Isobel Campbell oppure Greg Dulli (Gutter Twins) o con i Soulsavers. Last Words rappresenta il canto del cigno del suo primo amore: una decina di canzoni composte nel '98 e (inspiegabilemente) mai pubblicate. Senza un motivo preciso questi pezzi, registrati da Jack Endino sono rimasti nel cassetto fino al recente passato, quando il drummer Barret Marin e il noto producer non decisero di ridare al mondo una seconda chance per ascoltare gli Screaming Trees. Last Words si apre con il rock sbarazzino di Ash Grey Sunday (la presenza di Peter Buck dei Rem si sente eccome); si prosegue con la psichedelica Door Into Summer dalle atmosfere sixties, preambolo per Revelator, una cavalcata nella loro migliore tradizione in cui è la chitarra di Lee Conner a farla da padrona. Se Crawlspace anticipa l'avventura solista del cantante e Reflections, addolcisce i toni con le sue acustiche la title track chiude in maniera impeccabile l'avventura del gruppo.



Ask the dust who were the Screaming Trees.

martedì 30 agosto 2011

Red Hot Chili Peppers: I'm with You



Oggi esce I'm With you, il decimo album dei Red Hot Chili Peppers: bemmmmmmei!

sabato 27 agosto 2011

1.000.000 di volte Keith

Sono state smerciate oltre un milione di copie di "Life", autobiografia del chitarrista dei Rolling Stones Keith RIchards: stando a quanto riferito da fonti internazionali, l'artista avrebbe ricevuto per la stesura del volume - solo come anticipo - sette milioni di dollari. Cosa piuttosto strana, per un bestseller del genere, è stata l'accoglienza dello stesso da parte della critica, quasi esclusivamente positiva. Già nel maggio scorso "Life" conquistò la palma di "audiolibro dell'anno" al meeting Audio Publishers Association di New York: nella versione audio originale le due voci narranti sono quelle di Joe Hurley e di Johnny Depp, amico della rockstar che ha voluto al suo fianco nell'ultimo episodio della saga "Pirati dei Caraibi", alternate a interventi e racconti dello stesso chitarrista.

Source: www.rockol.it

venerdì 26 agosto 2011

Jane's Addiction: True Nature.

mercoledì 24 agosto 2011

Beady Eye: Blue Moon

giovedì 18 agosto 2011

Black Country Communion:2

Black Sabbath, Led Zeppelin, Deep Purple: la sacra triade del hard inglese anni Settanta si è rimaterializzata _ con le dovute proporzioni _ oggi nei Black Country Communion, ultimissimo dream team del rock internazionale (dopo Them Crooked Vultures e Chickenfoot). Dopo il buon esordio di un anno fa, la band è rientrata sulle scene pronta a portare in giro per il mondo il prorpio inconfondibile stile, basato su un classico blues hard rock come Dio comanda, un genere troppo spesso trascurato. Per chi non li conoscesse: alla voce e al basso l'ex Deep Purple Glenn Hughes, alla chitarra Joe Bonamassa _ uno dei più apprezzati maestri della sei corde a livello internazionale _ alle tastiere l'ex Dream Theater Derek Sherinian e a picchiare sulla batteria Jason Bonham (il figlio di John “Bonzo” Bonham). E proprio con The Battle for Adrian's Wall, ci si aspetta da un momento all'altro la voce tagliente di Plant: in realtà, nonostante l'intro identico il pezzo ha poi un andamento più vicino a band come i Journey o in alcuni punti i Van Halen: insomma, come avrete abbondantemente avuto modo di capire, questo lp non regala nulla di sconvolgente, scordiamoci l'effetto sorpresa. Tuttavia il pregio migliore dei Black Countrty Communion risiede in un songwriting limpido, che aggiorna la lezione dei loro padri putativi, rendendo l'ascolto fresco e accattivante. Merito della sciabolate di chitarra di Bonamassa e della voce piena e potente di Hughes (in alcuni punti ricorda l'ultimo Cornell). Di un altro livello Cold. Il disco fila via che è un piacere, sia nei momenti più tirati (Smokestack Woman, The Outsider) che nei pezzi più dilatati e psichedelici, degna conclusione a questa seconda prova dei BCC.



mercoledì 3 agosto 2011

I got soul but I'm not a soldier...