giovedì 24 maggio 2012

Brendan Benson: What Kind of World


Quasi in contemporanea sono usciti i rispettivi dischi solisti di Benson e White, mente e anima dei Raconteurs (per chi non lo sapesse o semplicemente non ricorda: Steady As She Goes...). Se nella prima avventura in solitaria White ha scombussolato le carte del suo rock con robuste dosi di country e blues, qui, nell'ultimo disco del sodale nei Raconteurs è la melodia a farla da padrone. Meno ostico e più a fuoco di Blunderbuss, questo lavoro consegna al pubblico un artista consapevole della propria forza, declinata attorno al ricerca della perfetta canzone pop (a portata di mano in No One Else But You). Bad For Me, ne è l'esempio più evidente, con un ritornello che cita (non del tutto pretenziosamente) Elton John. Mica male. Di riflessioni dietro a un progetto di questo tipo, se ne potrebbero fare a bizzeffe e tutte piuttosto malinconiche: artisti completi come Brendan Benson rischiano sempre di più di passare in sordina, coperti dall'abbondanza (ormai quasi patologica) di uscite del genere. Un genere inteso nella sua incarnazione più nobile, che diventa “power” in ossequio alla migliore tradizione dei Nineties (Here In The Deadlights). Il capitolo più ambizioso del progetto è Pretty Baby, ossimoro “antico-moderno” tra la western song perfetta e un drumming meno “retrò” delle apparenze. Altri punti a favore di What Kind of World sono The Light Of The Day, che leviga le asperità dei Black Rebel Motorcycle Club e Happy Most of The Time, omaggio ai momenti più ispirati dell'ex Replacemtents Paul Westerberg.

sabato 19 maggio 2012

Slash: Apocalyptic Love

A due anni dal debutto infarcito di special guest (un po' il suo Supernatural) e dopo il brillante live Made in Stoke, Slash torna alla ribalta con Apocalyptic Love, realizzato assieme a Myles Kennedy e ai Conspirators, vale a dire la backing band dell'ex guns. Per chi non lo sapesse, Kennedy è un mostro di tecnica (già voce degli Alter Bridge) con un'estensione vocale formidabile e una grande capacità interpretativa. Insomma, l'uomo giusto al posto giusto. I due anni on the road si sentono eccome: i meccanismi della band sono rodati e testimoniano la solidità e l'intesa del gruppo. Rispetto all'omonimo album di 2 anni fa, i brani sono meno “slegati” tra loro (Fergie, Lemmy, Adam Levine, Cornell e Ozzy non sono proprio artisti similari) e più figli di una visione d'insieme unica e ben definita, fatta per esaltare i chours melodici e nella quale affiorano qua e là venature vicine al metal. Pezzi come Crazy Life ricordano l'attitude più stradaiola del chitarrista anglo americano, mentre Hard & Fast rimanda alle smargiassate di Reckless Life (agli albori dei Guns'n'Roses) con quel riff che sembra uscire da Rocks o Pump degli Aerosmith. Se con Anastasia Slash ha rispolverato la sua Gibson ricordando gli anni belli, Far and Away _ con il suo finale epico _ rimane nel solco delle migliori ballad scritte da Patience in avanti. Meno divertente rispetto all'ultima incarnazione degli Snakepit (Ain't Life Grand andrebbe riscoperto), ma più a fuoco dell'ultime prove dei Velvet Revolver, questo disco segna un altro punto a favore di Slash nella faida con Axl Rose e le sue illusions, ormai clamorosamente fuori tempo.

mercoledì 16 maggio 2012

Tenacoius D: Coming soon the Rize of the Fenix

Jack Black è ancora epicamente pirla? Si, Dio (Ronnie James) lo benedica... è in procinto di uscire Rize of The Fenix, nuovo capitolo dell'avventura targata Tenacoius D... sicuramente un dischetto divertente.

Grunge tried to kill the metal, but they failed!

martedì 15 maggio 2012

Rocket Juice & The Moon: S/T

L'esordio del miliardesimo side project di Damon Albarn? Retro world music. Molto meno “africana” di quanto si possa pensare, quest jam session transgenica tra l'ex Blur, Flea e Tony Allen (drummer di Fela Kuti) è in grossa parte un omaggio al funk soul nero anni Settanta, protagonista accanto a un tappeto di synth. Chitarre wah wah, fiati (che neanche James Brown) e un basso poderoso e morbido che tiene a bada le divagazioni brit (il primo amore non si scorda mai...) di Albarn, evidenti in Poison. Fosse stato più a fuoco, più ragionato avremmo tra le mani un probabile best seller, così, registrato in sordina e uscito tra i mille impegni dei titolari del marchio, il progetto è più che altro la fotografia di un capriccio, figlio della voglia di divertirsi senza prendersi troppo sul serio. Buona la prima insomma, come suggerisce il groove avvolgente di 1-2-3-4-5-6. Una manciata di canzoni uscite di getto, magari incoerenti tra loro ma nonostante tutto di ottimo livello. Certo avessero assecondato maggiormente il naturale invecchiamento di quelle sessions, parleremmo di un piccolo gioiello, mentre tra le mani abbiamo “solamente” un gran bel disco. Hey Shooter, estratto black cantato da Erikah Badu è come se avesse scongelato l'intera sezione di ottoni dei Funkadelic. Il calypso caraibico di Chop up è l'ennesimo volto di una creatura meticcia concretizzatasi con questo supergruppo funk, che nell'elettronica The Unfadable mostra il suo lato più sbarazzino e irriverente.



domenica 13 maggio 2012

Come Pippo Nessuno Mai.

venerdì 11 maggio 2012

Grazie di tutto Pippo

"Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno. Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati. Poi, ci siamo innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di Champions League e poi alla nostra Finale di Manchester. Questi ricordi, insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme il 9 Agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa, saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più cari. Atene. Il calcio ce l’ha regalata per un solo motivo: io e voi, noi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli. Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la Settima Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo sperare. Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia carriera, mi ha aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono oggi. Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini, i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao Mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di ieri. E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.

Ciao a tutti e grazie, Pippo Inzaghi"