sabato 31 gennaio 2009

Tales from the middle of nowhere

Noel Gallagher, il chitarrista degli Oasis, ha un blog che aggiorna sul sito ufficiale della band (www.oasisnet.com) in cui parla del tour, dei posti dove va a suonare e di pensieri bislacchi, ne posto uno per rendere l' idea

Tales From The Middle of Nowhere
del 28/01/09

Ora, lo so che c'è una crisi finanziaria mondiale in corso, ma l'altra sera a Oslo sono andato al cinese, e indovinate? Niente biscottino della fortuna! Ma che cazzo di storia è questa? Come si fa a prevedere eventi futuri in base alla situazione personale di uno, se non sai che cosa riserva il futuro? Se i cinesi non possono permettersi di mettere criptiche previsioni di eventi futuri (con i numeri del lotto) su una striscetta di carta dentro a un biscotto, allora siamo davvero belli che fottuti!! Chissà se Obama risolverà anche questo?

A proposito di Obama, so che io e lui siamo entrambi nominati per un premio di NME "Hero Of The Year"]. Bunrin' Natty [??] mi ha mandato una copia di una pagina intera a colori che è apparsa sul Manchester Evening News. Ganja Prince [??] ha detto che sembra un manifesto di boxe. A quanto pare lo staff di Obama ne ha chiesto una copia incorniciata da metttere nel cesso della Casa Bianca!

Ieri sera eravamo a Stoccolma. Quei The Caesars hanno aperto il nostro concerto durante le scorse serate. Mi piacciono. Hanno alcune canzoni buone e una eccellente che si intitola "Kick You Out". E un batterista davvero bravo.

Il pubblico sta diventando sempre più giovane. Ragazzi! Anzi dei ragazzini nel vero senso della parola.

Durante questo tour ho guardato un po' MTV (non chiedetemi perchè). Quel Justin Timberlake è quasi in ogni fottuto video, anche nei suoi! Ma non ce l'ha mai un giorno libero?

Oggi Francia. Non so dove. In qualche città che suona come il nome di una bimba.

Mange tout [??]

GD.

giovedì 29 gennaio 2009

Oasis: All around the world



Mancano pochi giorni al concerto degli Oasis... ma quante grandi canzoni han fatto? Questa ad esempio merita un dieci pieno, almeno per me!

martedì 27 gennaio 2009

Be kind Rewind



Un peccato che certi film non raccolgano quello che meritano. Un peccato lasciarsi abbindolare nelle scelte e scegliere solo pellicole cool e stylose secondo un antico dogma fighetto-trandy . Un dovere guardare un film del genere. Valida la colonna sonora, per questo lungometraggio agrodolce, un po stralunato, una favola che sembra sempre sul punto di collassare, di implodere, fuori schema. Quanti film sono pallide copie di altre pellicole? Quanti film si trascinano stancamente di fotogramma in fotogramma e nonostante tutto son rimasterizzati, doppiati pubblicizzati, restaurati addirittura? Quanti film subiscono questi trattamenti? Beh, la risposta è molti, ma questo è l' unico film maroccato. Si, maroccato, nel senso più nobile e alto del termine che, badate bene non è taroccato, ma qualcosa d' altro. L' idea sviluppata da Michael Gondry, lo stesso regista di Eternal sunshine of the spottless mind (rozzamente tradotto nella versione italiana in: se mi lasci ti cancello) è semplice, fare un film di cover. Do it yourself, è una sorta di versione 2.0 di Hollywood, una storia che scivola sinuosa senza intoppi ed in grado di rilassare, divertire. Dietro/ davanti e alla cinepresa tra gli altri c'è Jerry (Jack Black), al solito spettacolare, istrione matto e rockabilly, delirante e pazzoide. Il gonzo con cui fa il paio è Mike (Mos Def), tutti e due lavorano nel negozio di videonoleggio del signor Flatcher, interpretato da Danny Glover, altro gonzo che faceva il paio con Mel Gibson in arma letale. Gli affari non vanno per niente bene, colpa dei DVD, e di una concorrenza sleale, più ricca e senz' anima (prima di redimersi). Com' è come non è un po di sfighe, un mito improbabile e il folle imbranato genio di Black metteranno a posto una situazione grigia. Toccasana.

Il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=XClHSAl_dTA

lunedì 26 gennaio 2009

In carne ed ossa

Chiedo scusa agli afecionados del blog, ma nei giorni scorsi ho avuto piccoli casini telematici, brillantemente superati. Ho scoperto un video carino: il rifacimento della sigla dei Simpsons con attori veri. Bye!

martedì 20 gennaio 2009

The effects of number 44



Oggi 20 gennaio 2009 ha giurato Barack Obama, il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d ' America.

lunedì 19 gennaio 2009

Get on your boots

Da oggi è on air Get on your boots, il primo singolo del nuovo album degli U2 intitolato No line on the horizon. La canzone sarà disponibile per il download da domenica 15 febbraio mentre l'uscita "fisica" è prevista per il 16 febbraio. Al link la potete ascoltare. Bye!
http://www.youtube.com/watch?v=wkTQJecNPRI

sabato 17 gennaio 2009

Sabbia, inchiostro e dollari

Allora, questo è un post da maneggiare con cura. Per tutta una serie di motivi, at first riapre l' antica diatriba (se così si può definire) tra due diverse concezioni di calcio, quella più orientata ai sentimenti, alle famose ragioni del cuore, il partito delle bandiere che sventolano fiere a imporre la loro classe sugli avversari, e chi forse più pragmaticamente concepisce un calcio diverso, quelli che "The show must go on" per capirci. Si tratta di scegliere tra cappa e spada. La linea di demarcazione è netta, posizioni differenti non sono contemplate, fermo restando la saudagy che ti prende quando fai paragoni con quel passato mitologico (e forse irripetibile) che fu. Sul piatto il Milan ha un' offerta da far venire i balordoni a chiunque: 150 milioni di dollari per portare Kakà al Manchester City, a formare un inedito tandem con Robinho. I soldi sono una montagna, tanto più che il brasiliano potrebbe lastricare il fondo del tunnel nella Manica con lingotti, ma di quelli grevi. E adesso fatte le dovute premesse pensiamoci bene.

Sulla Gazza nel polverone sollevato da questa mega offerta i due partiti hanno rappresentanti più o meno illustri. Il lucido ed equilibrato De Bortoli (direttore del Sole24ore) adduce perplessità sulle scelte societarie del club ( Il milan non è il Cosmos, servono forze fresche)... Quindi la solita cosa della milanello come "cimitero degli elefanti". Il buon Abatantuono, rossonero al 110%, sta seriamente pensando di convogliare tutti i suoi sforzi da tifoso nel Sassuolo. Io vorrei una squadra vincente, ma non nandrolata, un team che non ammazzi i campionati, ma che sappia vincere dando spettacolo, col famoso manuale del calscio di Altafini sempre aperto. Vincente ma non imbattibile. Se no che gusto c'è? In questo senso, vogliamo forse parlare della straordinaria gioia provata quando abbiam vinto la Coppa Campioni nel 2007 contro il Liverpool e praticamente contro chiunque, cabala compresa? Ecco, va bene, vendiamo il giocatore se questo deve essere fatto_ e a tal proposito le dichiarazioni di Kakà sul suo amore per il Milan e il desiderio di invecchiare con questa maglia addosso, assumono 2 significati: o è sincero_ e quindi la scelta di partire è ragionevolmente imposta_ oppure è un voler uscire di scena discretamente cercando di dribblare congedi infelici come quello di Sheva ( english lessons, listen and repeat). La pressione mediatica è forte, di la sceicchi e sultani danno l' affare concluso, sui navigli si pensa e si fanno ipotesi golose, nuovi nomi. Però il Manchester City non ha il blasone del Diavolo, le motivazioni sarebbero di diversa natura; la champions, beh... al city si chiedono ancora cosa sia questa illustre sconosciuta. No, sono convinto che non abbia intenzione di andare, in passato ha rifiutato offerte anche dai Galacticos, semmai è il club che pensa di cederlo. La maturazione di Pato può servire a zittire la saudagy dei tifosi così come la sua fu lenitrice del mal di Sheva dei primi tempi. Noi potremo puntellare la difesa una volta per tutte, prendere gente importante, gggiovane. La butto li: non a via a gennaio, ma a giugno. Però... che saudagy.

giovedì 15 gennaio 2009

Grazie, prego, scusi tornerò!

Si fa o non si fa? Ardua domanda che pretende una difficilissima risposta, soprattutto se ti chiami Jimmy Page, se hai suonato divinamente una gibson per decenni e se al solo nominare il nome della tua band every rock fan brama dalla gioia con acquolina in bocca e mani in preda a convulsioni da air guitar. In questi giorni successivi al tuo compleanno (il 10 gennaio, a proposito, non ti sono arrivati gli auguri?) si è parlato e riparlato di reunion, l' ipotesi di rimettersi assieme dopo l' estemporaneo concerto one night only fatta per ricordare il discografico della Atlantic Records Ahmet Erthegun. Il tuo manager Peter Mensh, ha fatto e disfatto il ritorno del dirigibile in tempo di record. Il 7 gennaio: "si fa, la ricerca di un nuovo cantante è già iniziata e Jimmy, assieme al bassista John Paul Johnes e a Jason Bonham (figlio d' arte dello scomparso drummer John) sono intenzionati a portare in giro un nuovo show e a registrare un disco. La ricerca del nuovo cantante è già iniziata." E in poco tempo il tam tam mediatico aveva fatto partire il totoscommesse: Chris Cornell, Steve Tyler, Myles Kennedy degli Alter Bridge; speculazioni da fanta politica rock. Robert Plant voce degli Zeppelin impegnato prima con Alisonn Krauss, talentuosa cantante country folk in giro per promuovere Rising Sand, glisserà la rimpatriata. Cioè, pensaci Jimmy con Black Ice gli AC DC han venduto milionate di dischi. Ora... al di la dell' aspetto prettamente commerciale che diventa trascurabile, pensaci bbbene. Si tratta di dare ai neofiti e a tutti quelli che aspettano con bramosia da tempo un nuovo riff, another shock of the lighting, gemellino anche apocrifo, sboccato se vuoi e non riconosciuto delle mitiche intro di The Lemon Song o di Whole Lotta Love. Poi la storia la sappiamo bene, non preoccuparti che non ti sputtaniamo mica, i tuoi peccati di gioventù sono la migliore attenuante possibile, credici. Ma poi, il 9 gennaio:" no, non si fa mica, abbiam cambiato idea." E l' enunciato irrita come potrebbe irritare una maratona tra le ortiche. Dopo una decina di retromarce e la megasensazione per l' evento che sfuma (anche se a onor del vero tornerà presto a riaccompagnare gossippate rock, così come a Napoli ogni tre per due darebbero Maradona pronto al maggico rientro, poi non si sa a far cosa, ma rientrerà, that' s for sure). Ovvio, se ci fosse anche Robert sarebbe perfetto, digli di mollare quella brava (e talentuosa) bugnona e di riunirsi alla band, e se poi proprio non ci sta andate con un altro cantante, ma devi tornare in Italia, nel mondo, a suonare. Il Dio del rock te ne sarebbe eternamente grato, e poi, ricordi la parabola dei talenti? Bene, allora Don' t waste your riff and bring it on home!!!

martedì 13 gennaio 2009

@ the face!

Il miglior lavoro del mondo, ovvero una sorta di vacanza retribuita. E' quanto offre l' ufficio di Turismo del Queensland, che ha messo un annuncio per cercare un guardiano per l' isola Hamilton della Grande Barriera Corallina. Il fortunato che firmerà un contratto di sei mesi, spiega il quotidiano britannico The Guardian, riceverà 70 mila euro per dodici ore di lavoro al mese, una villa di tre stanze vista mare in dotazione e trasporti aerei gratis. I compiti richiesti sono a dir poco piacevoli: dar da mangiare alle tartarughe, guardar le balene, raccogliere la posta una volta a settimana e scrivere un blog. Gli interessati dovranno mandare un video di 60 secondi esponendo le ragioni della loro richiesta. Unica condizione: possedere buone capacità notatorie e tanta passione per la natura.
Fonte: www.repubblica.it













Ps:Se spulciate sul sito del Guardian trovate linkini e accrocchi interessanti a riguardo
Bye!


lunedì 12 gennaio 2009

Almanacco della fantascienza

L'8 gennaio 2009, la X sezione del tribunale di Roma ha assolto Luciano Moggi e tutti gli altri componenti della GEA World dall'accusa di associazione per delinquere finalizzata all'illecita concorrenza, sconfessando così le tesi dei PM Palaia e Palamara. Essa, tuttavia, ha condannato Luciano Moggi a un anno e sei mesi di reclusione per violenza privata nei confronti dei calciatori Blasi ed Amoruso.

Fonte: wikipedia


E se fosse andata così invece? Sapeva sempre su che cavalli puntare e in fondo, l' ex direttore generale juventino usava dire che il tempo è galantuomo. Ecco perché:




Oh, però mica ci scommetto...

domenica 11 gennaio 2009

Gli Spaghetti in saccoccia


In una pizzeria a un tiro di schioppo da casa ho visto un' immagine a dir poco suggestiva, perfetto esempio per il momento storico che stiamo vivendo: c' era un Totò affamato che _incredulo di trovarsi di fronte a kilate di spaghetti_ ne mangiava a bizzeffe e con le mani, alla bersagliera senza andare troppo per il sottile, e come se non bastasse, si imbottiva anche le tasche di spaghi. Al di la di facili paragoni (non molto fantascientifici purtroppo) con il momento storico che stiamo vivendo, un periodo di dieta del benessere, un restyling del capitalismo, mi viene da pensare alle penurie di questo music system. A costo di darmi la zappa sui piedi e di mortificare il mio interesse per ascoltare nuovi gruppi, nuove canzoni, raramente rimango impressionato da quello che sento, soprattutto se metto in confronto certi album con cose fatte anni, lustri o decenni fa. So che cappello facendo queste associazioni, fuori luogo per situazioni storiche e musicali, completamente diverse. E poi, come dicono tutti, il tempo è galantuomo, per cui, all' epoca della loro uscita certi discorsi musicali sono passati inosservati, o addirittura stroncati, mentre ora, le stelline omesse dai critici musicali sono ritornate a impreziosire le recensioni di ristampe, pubblicate proprio per ridare vigore a un mercato discografico in affanno. Se mi incammino su questa china ancora un po' finisce che mi deprimo, quindi dileguommi le prossime righe e chiudo qui questo interludio.

Abbiamo molti più mezzi, la diffusione della musica non è mai stata così ampia, le possibilità di fruirne sono illimitate: you tube, wikipedia, last fm, per citarne alcune: manna dal cielo! Quanti gruppi nuovi si fanno conoscere tramite my space, e per fortuna direi. Oggi se sei disposto allo sbatti, scopri una manciata di buone canzoni ogni giorno, e forse questo basta e avanza, anzi ripensandoci più di così non si può fare. Come diceva Eddie Vedder( frontman dei Pearl Jam) parlando degli Who:" Loro, e i grandi del rock' n roll hanno definito un genere, un codice musicale, un' attitudine, noi per quanto ci sforziamo possiamo solamente ampliarne i contorni, il grosso è già stato fatto." Noi siamo i figli del post ( in senso che è un epoca di post e blog, incentrati molto spesso sulle gesta fatte da altri molto tempo prima), non abbiamo mai vissuto grosse rivoluzioni musicali. A parte questa certo, ma è più una rivoluzione di democraticità, di accesso alla musica, una rivoluzione anche di dematerializzazione del supporto fisico, dai cari e vecchi viniloni (but they are back!) agli mp3. E' come se fossimo arrivati a un concerto in tempo per sentire le ultime due canzoni, e ci gustassimo gli applausi e gli inchini, che rappresentano la rendita su cui campano i grandi, ma il momento in cui si infila il jack nella chitarra, l' esordio, lo shock e un suono nuovo, potente e inedito, nisba. Non potremmo mai rispondere alla domanda che campeggia su un live degli Zeppelin How The West Was Won? Certo solo per sentito dire, ma vale un infinitesimo il gioco in scatola rispetto al Be Here Now

Il carpe diem non vale più per noi. E questa cosa dispiace assai, mannaggia! Poi rischio di asciugare, ma il new rave inglese in termini di importanza non vale un centesimo del punk o del grunge, rien à faire. Il 2007 e soprattutto il 2008 sono stati gli anni delle reunion e dei ritorni, i vari Golia del rock e del pop sono tornati giusto per far vedere come tanti, troppi piccoli Davide dei nostri giorni siano poca cosa, e anche se armati di intuito e precisione , le loro fionde possono veramente poco contro i padrini ageé. Visto? Se si prosegue su questo filone c'è poco da stare allegri di questi hard times. A questo proposito Slash (chitarrista dei Guns) intervistato qualche anno fa su Rolling Stone disse: "Sicuramente la fuori c'è un ragazzo che sa come si fa a resuscitare il rock, ci deve essere qualcuno che mantiene vivo il fuoco". Qualcuno con una nuova formula, misteriosa a questo punto come l' ingrediente segreto della coca cola. Sperèma ben. Conviene aspettare, crederci e sbattersi per ascoltare new- old songs. Conviene non fare gli schizzinosi e gli snob su certi gruppi e prendersi il meglio che possono dare, paradossalmente mentre il mercato dei singoli è morto, la rete consente e anzi ti incanala a quelli. Solo polvere di stelle, visto che al momento di stelle luminose se ne vedono poche. Se le cose stanno così, infiliamo spaghetti in saccoccia e scordammuce o' passato. The song remains the same.



sabato 10 gennaio 2009

Stoned


Questa è la cover del nuovo album di un gruppo americano,gli Animal Collective (il disco esce il 20 gennaio).
Pregansi fissare l' immagine e gustarsi il bizzarro effetto:
psichedelia take away!

giovedì 8 gennaio 2009

Un assist facile facile...

Scusate, so che è telefonato all' inverosimile questo post, ma a costo di maldestri scivoloni su lastroni ghiacciati, il video di Snow dei Red Hot lo piazzo: qualche fiocco (per fortuna più innoquo delle kilate cadute ieri) vorrebbe regalarlo anche il mio blog.
Io assecondo

lunedì 5 gennaio 2009

The Spirit

The Spirit segna il debutto in solitaria del Frank Miller regista, guru nel mondo dei comics USA, apprezzato autore di graphic novel acclamate da critica e pubblico. Parlo ad esempio, di Sin City (a tale proposito informo che sono in pre-produzione due sequel). Nel 2007 ha collaborato con il regista Zack Snyder a 300, il film fumettone che narra l' epico scontro delle Termopili tra 300 guerrieri spartani capeggiati dal re Leonida e l' (infinito) esercito invasore del re di Persia Serse (@Serse: ti piace vincere facile?). Il nuovo lungometraggio è ispirato al fumetto ideato da Will Eisner, disegnato dal 40 al 52, ed è incentrato sulle gesta di un poliziotto di nome Denny Colt (Gabriel Macht) ucciso e resuscitato, invincibile. Una volta tornato in vita, il nostro eroe resetta il sistema e diventa The Spirit. Fuori dal comune perché fa cose molto difficili con tutta la semplicità di questo mondo. La prima: andare in giro con la maschera di arlecchino, la seconda bastonare orde di cattivi, la terza essere costantemente circondato da donne mozzafiato e marpionare come un incrocio tra Fonzie e Brad Pitt. Tombeur de Femmes, non perde occasione per un più 1, sarà a quota un milione, e questo forse è il superpotere che chiunque vorrebbe avere. Peccato che la sua nemesi, ovvero il perfido Octopus, (interpretato alla grandissima da Samuel L. Jackson) abbia voglia di pestarlo come una zampogna. Come se non bastassero i comuni ladri di polli e gli svitati villain schizoidi, ci pensano anche le ex fidanzate a incasinargli la vita: belle e fatali, come la meravigliosa Eva Mendes che solo per la presenza scenica da una stellina in più al film. L' ambientazione noir si sposa perfettamente con gli effetti da comics (graficamente rien a dir); Miller è un maestro. Personalmente ho trovato alcuni momenti un po' buttati li, i personaggi femminili sono stati trattati alla veloce e poco approfonditi. Le interpretazioni dei cattivi meritano: Samuel Jackson fa i salti mortali e ci fa apprezzare anche l' aspetto tontolone del personaggio (quando ha il nemico sottomano, legato farlocca monologando sulla conquista del mondo, come ogni supercriminale che si rispetti). La sua assistente/ segretaria Scarlett Johansonn ironica e sexy, non sbaglia una battuta. I luoghi come le fogne col laboratorio dei cattivi e una dimensione fuori tempo (il contesto temporale è volutamente rarefatto, come le nebbie della città), sono un retaggio lasciato dai trascorsi milleriani presso la DC comics (quella di Batman).
Alla fine sono rimasto con un ni, troppo cerchiobottista mediazione tra i contenti e i paccati. Appena fuori dal cinema l' abbiam messa ai voti, credo sia terminata 2 a 2, con un altro ni. 300 e Sin City avevano messo tutti d' accordo.
You can' t always get what you want.

domenica 4 gennaio 2009

One two three four!




















The Rocker: un disegno di Izzy Stradlin preso direttamente dal suo sito
http://www.chopaway.com/

venerdì 2 gennaio 2009

Kings of Leon: Only by the Night

I Kings of Leon sono 4, 3 fratelli e un cugino e sono in giro dal 2003, anno del (troppo?) acclamato esordio Young and Youth Mathood, in realtà poco ispirato. Appunti: nominati per tre grammy, sulle copertine dei migliori magazine inglesi (vedi Q) e americani (un po' tutti). Ergo: li stanno spingendo alla grandissima. Beh, rispetto ai primi lavori acerbi e monocordi, stavolta il gruppo ha ampliato il proprio range e ha fatto centro. Ad un anno dal rompete le righe del precedente Because of the times, i Kings of Leon tornano in pista e (ri)chiamano all’ adunata il loro popolo. Gli ospiti accorsi a frotte sono tanti e rumorosi, bei ritornelli, orecchiabili, finalmente il suono della chitarra è strutturato e gioca col delay ed altri effetti "da pedalina". La voce di Caleb, consapevole delle proprie limitate possibilità espressive, se ne frega e risulta sincera, calda, stonata e alle volte dimessa, roca, imballata come certi ricordi unici, che solo la notte sembra offrire e da qui il titolo, Only by The Night. Sex On Fire, il primo singolo, che parte Strokes e finisce U2, rappresenta bene la parabola e l’ evoluzione sonora della band: da un guitar rock sbarazzino via via siamo giunti ad un sound epico, strabordante chitarre taglienti à la The Edge appunto. Manatthan in questo senso è lampante, con il cantante chitarrista che cerca di arrampicarsi sugli impervi sentieri battuti da Bono negli anni 80, gli anni belli degli U2.

Ora i Re del Leone(?!?) hanno bene a mente le coordinate da seguire, abbracciando un climax sonoro oscuro, dimesso. Nessuna traccia ricorda il passato southern rock, riproposto solo ai fedeli durante i concerti. Questo non è un gruppo innovativo, non ha l’ ambizione e forse la stoffa per esserlo, però ci sanno fare eccome, e visto quanto sono migliorati negli anni la cosa rincuora. Probabilmente sul lunga distanza possono risultare ripetitivi, ma di certo per ogni album uno o due pezzi killer, ovvero i supersingoloni li azzeccano sempre: nel precedente le meravigliose On Call ( fate partire il video in allegato!) e Charmer, qui Reverly e Cold Desert. Album notturno come indicato dal titolo, ottimo per essere ascoltato in macchina e per tragitti in solitaria e meditativi; non certo per un sabato sera, per quelli se mai, andate sul sicuro con gli Strokes di Last Night