venerdì 2 gennaio 2009

Kings of Leon: Only by the Night

I Kings of Leon sono 4, 3 fratelli e un cugino e sono in giro dal 2003, anno del (troppo?) acclamato esordio Young and Youth Mathood, in realtà poco ispirato. Appunti: nominati per tre grammy, sulle copertine dei migliori magazine inglesi (vedi Q) e americani (un po' tutti). Ergo: li stanno spingendo alla grandissima. Beh, rispetto ai primi lavori acerbi e monocordi, stavolta il gruppo ha ampliato il proprio range e ha fatto centro. Ad un anno dal rompete le righe del precedente Because of the times, i Kings of Leon tornano in pista e (ri)chiamano all’ adunata il loro popolo. Gli ospiti accorsi a frotte sono tanti e rumorosi, bei ritornelli, orecchiabili, finalmente il suono della chitarra è strutturato e gioca col delay ed altri effetti "da pedalina". La voce di Caleb, consapevole delle proprie limitate possibilità espressive, se ne frega e risulta sincera, calda, stonata e alle volte dimessa, roca, imballata come certi ricordi unici, che solo la notte sembra offrire e da qui il titolo, Only by The Night. Sex On Fire, il primo singolo, che parte Strokes e finisce U2, rappresenta bene la parabola e l’ evoluzione sonora della band: da un guitar rock sbarazzino via via siamo giunti ad un sound epico, strabordante chitarre taglienti à la The Edge appunto. Manatthan in questo senso è lampante, con il cantante chitarrista che cerca di arrampicarsi sugli impervi sentieri battuti da Bono negli anni 80, gli anni belli degli U2.

Ora i Re del Leone(?!?) hanno bene a mente le coordinate da seguire, abbracciando un climax sonoro oscuro, dimesso. Nessuna traccia ricorda il passato southern rock, riproposto solo ai fedeli durante i concerti. Questo non è un gruppo innovativo, non ha l’ ambizione e forse la stoffa per esserlo, però ci sanno fare eccome, e visto quanto sono migliorati negli anni la cosa rincuora. Probabilmente sul lunga distanza possono risultare ripetitivi, ma di certo per ogni album uno o due pezzi killer, ovvero i supersingoloni li azzeccano sempre: nel precedente le meravigliose On Call ( fate partire il video in allegato!) e Charmer, qui Reverly e Cold Desert. Album notturno come indicato dal titolo, ottimo per essere ascoltato in macchina e per tragitti in solitaria e meditativi; non certo per un sabato sera, per quelli se mai, andate sul sicuro con gli Strokes di Last Night


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