sabato 31 ottobre 2009

Best memories.



And after all... you're my wonderwall...

giovedì 29 ottobre 2009

Ian Brown:My Way

All'I Day Festival, sfortunato megaconcerto di fine estate che oltre ad aver chiuso il ciclo dei live estivi ha _suo malgrado_ messo la parola fine, con un epilogo tragicomico, alla carriera degli Oasis si faceva a gara a chi avesse la maglietta più stilosa tra il pubblico a ridosso del palco. C'era chi aveva T shirts dei "dinosauri" del rock Deep Purple, e delle nuove leve Kasabian, i "soliti" Nirvana e Iron Maiden(...). Un tizio aveva una maglia ormai sdrucita degli Stone Roses, con la grafica della copertina dell'omonimo disco, quello con le arancie spremute. Indubbiamente ha vinto lui. Bella fatica rievocare un "must"del genere, il Corsivodebutto di una formazione seminale che ha creato un suono da subito rivoluzionario, inarrivabile. I wanna be adored è la perfezione assoluta. Poi dopo un Second Coming per forza di cose ridimensionato, la diaspora della band e Ian Brown, il cantante "stonato" che porta avanti una carriera solista con qualche picco e varie cadute. My Way è l'ultimo album e continua il discorso senza troppe novità (con pochissimo rock, pop, suoni da dancefloor e club). Come nel poco convinto opener single Stellify. Peccato davvero. Perché l'insolito "lentazzo"Always remember me, merita davvero, come la positiva So High che si allontana dal mood un po cupo di My Way . 2525 guarda clamorosamente al Brit Pop che fu, e si smarca dalla routine albionica facendo ricorso a dei fiati. Vanity kills è "sospesa", For the glory potrebbe essere in questo come in qualsiasi altro album solista di Brown che assicura: "The best in yet to come" vorremmo tanto credergli, uno all'oscuro del suo curriculum potrebbe anche farlo. Però la maglia degli Stone Roses fa sempre la sua porca figura.

mercoledì 28 ottobre 2009

Mudhoney: Live@Estragon


"Oh Lore bello il concerto di venerdì poi? Ma chi sei andato a vedere giusto?"

"I Mudhoney."

Chi? Non li conosco..."

"Per darti un idea sono i cugini scalognati dei Nirvana. Quel mondo li. Però loro non hanno fatto il botto."


E comunque con ancora impressa nellla mente la grinta, le movenze da Iggy Pop minore del cantante Mark Arm è stato meglio così. Venerdì scorso eravamo a Bologna, e a giudicare dalla gente e dall'energia sublimata dentro quelle splendide 4 mura dell'Estragon, potevamo tranquillamente essere a Seattle nel '90 '91 in qualche locale post industriale o (qualsiasi cosa vogliate). Questo è un gran complimento. Uno dei pochi fatti dalle grandi platee, che come dimostra il dialoghino di cui sopra poco conoscono di questi padrini ed ispiratori del grunge. La critica invece, e il pubblico di nicchia li ama e adora da sempre. Mai sputtanati, nonostante 20 anni di carriera sintetizzati in un concerto lungo e vibrante dove veri e propri inni minori di Seattle (Touch me I'm sick) si sono alternati a bordate punk, sberle veloci, sorde e volgari come la voce di Mark Arm. Per molti e per ammissione dello stesso Kobain un ispiratore. Di attitudine, accordi power e melodie. Assoli della madonna e un pogo che fa bene al morale e butta giù la pancetta. I Nirvana ce l'hanno fatta prima, loro in maniera diversa e sulla lunga distanza, da Superfuzz Bigmuff (uno dei titoli più geniali in assoluto dell'ultimo 20ennio discografico) a The Lucky Ones. Good enough, I'm now, e che dire di You got it??? When tomorrow hits è la ciliegina, intuizione di quello che avrebbero potuto ottenere se avessero svoltato assieme a Jeff Ament e Stone Gossard ai tempi. Su Suck you dry _momento ufficiale di inizio del delirio sotto il palco_ il bassista dei Mudhoney ha definitivamente mandato affanculo la cervicale.Steve Turner che cambia al volo una corda alla sua Gibson, stanca di esser grattuggiata con tanta violenza. Mai gruppo e urla sono state altrettante meritevoli di pogo nell'ultimo anno di concerti in Italia. Sublimi e villani, grunge, scalognati e tutto sommato belli sereni.




Try this tune: Suck You dry is mega!!!

martedì 27 ottobre 2009

U2: Live from the Rose Bowl



Questo video è un evento. L'ennesimo colpaccio degli U2 (dopo le telefonate in diretta alla casa bianca, i limoni giganti, il delirio del pop mart tour) stavolta passa per la prima diretta mondiale in streaming di un intero concerto. Grandi. Guardare questo video è il modo migliore per fare il paio con il bel post pubblicato su The Raconteur e scritto da chi è andato alla data milanese del tour. Mi mangio le dita per non averlo fatto.

giovedì 22 ottobre 2009

I believe in miracles.

Doccia. Cena. Una controllata alla mail. Due o 3 cose da sistemare. Sms di un amico. E' Milanista: (mal comune mezzo gaudio giusto?) “ti aspetto da me per vedere la partita”. Distrattamente do un'occhiata alla tv mentre mi sto preparando. 1 a 0 loro. Raul ha segnato per le merengues di Kaka, in camiseta blanca. Nei galacticos dopo un'estate di scioglimenti, all'insegna del low profile e dei cambi di gestione sportivi e dell'anima anche del sottoscritto. Viste le premesse vado lo stesso tanto per uscire un po... manca la voglia di coppa, mancano i guizzi i ricordi europei, mi manca Pippo che esulta, intanto Ricky continua a ignorare Dinho, stavolta con una maglia diversa, e fa effetto... E' tutto in proporzione...Era meglio non rivedersi, lasciar passare un po di tempo... e poi proprio ora.
Scale: salgo su. L'amico e suo fratello annunciano un nuovo Didastro del portiere del Milan. La cosa non mi tange... non sarà grave come Leeds. Bisogna verificare. Vedo la cappella, non penso: allargo le mani, i miei muscoli facciali assumono la posizione incredula e da commediante di Inzaghi quando finge davanti ad arbitri, di ogni dove e quando, di non essere in fuorigioco, le braccia si allargano.1, 2, 3 secondi e tornano sulle gambe con un piccolo rumore, mentre gli occhi cercano qualche sguardo altrettanto incredulo e indignato. ( Senza dimenticare la smorfia da complotto). Lo trovano, a fianco ho appollaiato un GG (gufo gobbo). A destra un interista. Par condicio col terzo che è Milanista. Scongiuri. Bagole: "che meraviglia il Beranbeu. Certo che son vecchissimi i nostri. Le occhiaie di Oddo." Poi Trilli Campanellino (direbbe Pellegatti) suona la carica ma senza fretta, con nonchalanche sale in cattedra. Arriva una minella da 30 e passa metri, non gira è dritta e va in rete. Poi arriva il secondo nostro. Inizio a crederci. Squadre sfilacciate. Aspetta un attimo. Ritorno alla realtà: è pareggio. Anzi no, è una vittoria nostra. 3 a 2. Alla faccia dello Zurigo. Alla faccia delle storie finite male, della nostalgia, delle cappelle. Degli ingrati. Sms di un altro amico(scritto in maiuscolo, il che giustifica la solennità dell'impresa) IN EUROPA COMANDIAMO NOI!!! Io do fastidio ai soliti interisti per proseguire un'ancestrale lotta tra il bene e il male ingaggiata da tempo immemore. Sarà solo un illusione la vittoria galactica. Velleitaria tornerà a nascondersi sotto la fitta coltre di nebbia che ci aspetta al varco. Però ora non importa: le imprese si possono fare, e quando sei in crisi diventano epiche.
Let's sing for the moment. Sweet revenge.

domenica 18 ottobre 2009

Skunk Anansie: Hedonism

Il piccolo assolo (1.47nella studio version) di questo pezzo era nella sigla de "I Bellissmi" di Rete 4 qualche era geologica fa _che a ben vedere era la cosa migliore di tutta Rete 4 (oltre a Walker of course!). Ad esempio dopo questa, avevano messo If it makes you happy di Sheryl Crow. Vabbè tralasciando la sterile questione de "I Bellissimi"... ( è domenica anche per me) questa canzone è semplicemente meravigliosa.


...I hope you're felling happy now... Do you know what I mean?

venerdì 16 ottobre 2009

Polemica fine a se stessa


Liam Gallagher singer degli Oasis (sempre e comunque!) sarà ospite degli studi milanesi di Radio Dee jay e Radio 105 venerdì 13 novembre 2009 per promuovere la sua nuova linea di abbigliamento Pretty Green . A meno che non si sciolga da se stesso alla vigilia della trasferta italiana...

mercoledì 14 ottobre 2009

Sweet Euphoria.

Vertigini, e un moderato (per ora) senso di euforia senza alcun motivo evidente. Insensati obblighi si allontanano. Sembra così facile parlare ora. Ora la voce risuona bella limpida in cielo. A breve tornerà tutto come prima. Nel bene e nel male.

lunedì 12 ottobre 2009

Eddie Vedder.


"Eddie Vedder is God. Pearl Jam is the universe." Sposo il commento di un anonimo internauta che commentando una delle canzoni di Backspacer, nuovo album dei Pearl Jam di cui presto parlerò accuratamente (si, è una minaccia solenne, una dichiarazione d'intenti, una promessa...) si è lasciato infomentare. Untought Known, una delle nuove è incredibile. Un uomo in pace con se stesso, dopo anni di inquietudini e tormenti. Ma ancora capace di stupire. Un miracolo, un esempio.
"Better loud than too late"

giovedì 8 ottobre 2009

The Black Crowes: Before The Frost

What is home cantano i fratelli Robinson a metà di Before The Frost, nuovo capitolo della loro second life discografica. La prima, era terminata con il congelamento della band di Atlanta subito dopo Lions, sottovalutato LP del 2001. In America (pardon Amorica) sono un'istituzione, nel vecchio continente no. Peccato, perché numeri come I ain't hiding, hanno un groove contagioso, fresco e unico rispetto al mood complessivo del lavoro, registrato in presa diretta con tanto di fan invitati in studio per tastare il valoredegli inediti. I Black Crowes hanno spostato il tiro da Shake Your Money Maker e The Southern Armony, pur mantenendo una coerenza e una capacità di songwriting ineccepibile, l'influsso degli Stones, o degli Zep è ridotto di molto rispetto agli esordi: ora i corvi volano sulle strade scoperte da Neil Young (Last place that love lives) e dai "colleghi" southern della Allmann Brothers Band. Ecco perché nella sopracitata What is home le chitarre si uniscono rincorrendo piacevolissime note di banjo, a testimoniare l'influsso country oriented che anima l'ottavo album del Black Crowes, sempre più a loro agio nelle vesti di Jam band. Houston e le chitarre slide di contorno ad Appaloosa ribadiscono il concetto. Rimangono ancora piccole tracce del meraviglioso sound di Amorica come in Been a long time, che profuma dei migliori stones di Sticky Fingers. Untill the freeze, è la seconda parte del progetto e ne ribadisce i meriti. 5 stelle date con piacere.

mercoledì 7 ottobre 2009

Lynyrd Skynyrd: God & Guns

Potrebbero essere (anzi lo sono) la cover band di se stessi i Lynyrd Skynyrd, visto che della formazione originale è rimasto solo Gary Rossington alla chitarra. Segnati da carrettate di sfighe e forgiati da centinaia di concerti, canzoni e riff impiastricciati di blues bello sporco, come da miglior tradizione southern, eccoli qui di nuovo, redivivi e belli tignosi.Con quello che hanno passato per forza fanno simpatia, si tifa per loro diamine: questi rocker dell'Alabama si spezzano ma non si piegano, alla faccia dei disastri aerei e degli acciacchi. Il rock col progredire dei lustri si è irrobustito, segno della nuova linfa apportata dagli Skynyrd della seconda (e anche della terza) ora. Quelli di allora rivivono in That ain't my America, oggi seppur non avendo stravolto di troppo il suono degli esordi, hanno stretto la parentela con l'hard anni 80, tanto che i loro episodi più tirati potrebbero ricordare i momenti più tranquilli di Motley Crue, o per piacioneria band ruffiane come Bon Jovi, Matchbox 20 (Come back for more) et simili. Seguono alla lettera il diktat di una Simple Life(deciso brano posto a inizio scaletta) divisa in compartimenti stagni: album, concerto, puntuale dose di sfiga e ancora album.... Risulta difficile capire chi abbia plagiato chi nel solo della conclusiva Gifted Hands facendo riferimento ai Black Crowes dei fratelli Robinson. Prevedibili ma sicuramente simpatici ed efficaci, il loro God & Guns rappresenta una boccata d'ossigeno utile per staccare da ascolti più impegnati o più semplicemente per gingillarsi con un suono e un'idea scontata certo, ma per una manciata di canzoni sicuramente piacevole.