domenica 28 febbraio 2010

We love The Stone Roses.

Oggi compie gli anni Ian Brown. Ha fatto la storia con gli Stone Roses. E' suo il bacio nella foto.

sabato 27 febbraio 2010

Heavy Trash: Midnight soul serenade

In un'intervista rilasciata verso la fine di questi caotici anni zero Iggy Pop, rispondendo alla domanda di un giornalista sui motivi alla base dell'inaspettato ritorno dei suoi Stooges disse: "da molto tempo si parla solo di rock e non più di rock 'n' roll, si sta perdendo l'autenticità originaria, si prendono tutti troppo sul serio ormai." Da par suo John Spencer avrebbe sottoscritto ogni singola parola di quanto detto dall'Iguana. Nel suo piccolo, prima con i Blues Explosion ed ora con gli Heavy Trash, sta cercando di spostar la bilancia sul lato più "easy" ed epicureo del genere. Prendendo a mani basse dal rockabilly, dal blues e dal rock che fu. Quello un po sghembo delle origini, quello che potrebbe suonare un epigono di Elvis in chiave underground con i suoni e i mezzi di oggi. Pimento è uno strumentale d'atmosfera che introduce (Sometimes you got to be) Gentle, brano che riporta le lancette dell'orologio al rock dei primi anni 6o: sembra di sentire uno degli sconosciuti gruppi che intasavano i Juke Box, il tutto corretto da una buona dose di "explosion". Presente quando gli Stones facevano cover rock e Brian Jones era ancora in sella? Ecco, i "miti" scomodati sono gli stessi, da una parte Elvis e Chuck Berry, dall'altra gente come Howlin Wolf, e i vecchi bluesman di allora. Bedevilment è puro divertimento, un rock swingante che accellera e si ferma tra un urlo e l'altro di John che sul finale si concede versi non sense alla “be bop a lula”. Spencer e il socio Matt Verta Ray ci danno dentro, suonando, cantando, e parlando (The Pill, non è l'unico spoken word del disco). La ballata In Your Heart chiude al meglio il discorso, facendo calare nuovamente una coltre di nebbia su questi sound nell'attesa che i fantasmi dei padrini del rock n roll tornino a manifestarsi, magari richiamati da una nuova seduta spiritica degli Heavy Trash.

venerdì 26 febbraio 2010

Thank you.

martedì 23 febbraio 2010

HJF 2010

-Torna lo storico festival dopo lo stop del 2009-
Nel 2008 mi sono gustato Counting Crows, Stereophonics, Alanis Morrisette e Police. Per il bis all'Heineken credo che la serata più adatta sia quella del 3 luglio con gli Aerosmith come headliner (a proposito, si accettano candidature per la trasferta). Finalmente riappacificati con se stessi e con il buon Steven Tyler sono tornati in carreggiata. Motivo degli scazzi _a quanto sembra quasi risolti_i problemi di dipendenza del frontman che stavano minando l'attività live e in studio del gruppo. All'inizio di novembre (http://www.youtube.com/watch?v=lC7EK68tdEY), salendo a sorpresa sul palco durante un concerto di Joe Perry, chitarrista e compagno di band, Tyler ha messo i puntini sulle i:"Voglio che sia chiaro, New York: non sto lasciando gli Aerosmith", ha detto il cantante, "E tu, Joe: sei un uomo dai tanti colori. Ma io, figlio di pu/&4@, sono un fott£? arcobaleno!".

sabato 20 febbraio 2010

Trash Metal/Trash Italy



Iron Man dei Black Sabbath è meno inquietante

venerdì 19 febbraio 2010

Stereophonics live@ Alcatraz

Il recensore che è in me alle volte è proprio stronzo. Avrebbe dovuto dare una stellina in più ai Phonics e al loro ultimo album, quel Keep calm and carry on che per la verità, è stato accolto in maniera piuttosto freddina da parte della stampa specializzata. Forse sono stato vittima, come molti altri del resto, di alcuni luoghi comuni che "infestano" come gramigna la reputazione e la credibilità della band di Kelly Jones, autore di tutti i testi del gruppo dall'esordio di Word gets around nel 1998. Ed è proprio da li, da quella grinta che i nostri hanno reimpostato le coordinate dei propri concerti, sempre piuttosto strigliati ma assolutamente coinvolgenti. Anche a Milano i fans a ridosso del palco contavano le escluse, le hit non fatte, ma questo significa solo una cosa: che i nostri hanno un repertorio qualitativamente ineccepibile. E con tutte queste frecce nel loro arco hanno fatto il "botto" senza faticare troppo. Javier Weyler, il nuovo batterista e rimpiazzo di Stuart Cable, è una macchina precisa e rumorosa quanto basta, specie nei pezzi più arrabbiati e sporchi, (per intenderci quelli tratti da Language.Violence.Sex.Other?) mi riferisco a Superman, capolavoro "dopato" e alla sgraziata Brother. Archiviata con facilità la pratica c'è stato tempo per presentare molti pezzi del nuovo lavoro, a partire da Live n'love,uno dei momenti più convincenti del disco, molto simile alle atmosfere che si respiravano in Performance and cocktails. She's alright, Innocent, I got your number e Stuck in a rut perfette, nobilitano la scialba Beerbottle, niente di che anche dal vivo. Non sono mancate le hit, Have a nice day, Maybe tomorrow (con il bel solo del nuovo chitarrista Adam Zindler), su Local boy in the photograph e A thousand Trees il tripudio. Appena usciti in molti si sgolavano per chiedere Dakota, che è arrivata, assieme alla paura dell'interruzione voluta e imposta dal servizio di sicurezza, spaventato per l'eccessivo entusiasmo delle prime file. Fortunatamente i Phonics impassibili l'hanno riproposta tra l'ovazione e gli applausi scroscianti del pubblico entusiasta di sentire uno dei brani migliori del decennio. Non poteva esserci miglior modo per concludere il tour europeo.

martedì 16 febbraio 2010

Cool Britannia.

Forse Saturday, il nuovo album degli Ocean Colour Scene, non avrà l'appeal del live dei Blur (bellissima testimonianza dei concerti-evento ad Hyde Park della scorsa estate), o la "verve"(sadica battuta) di Are You Ready, l'ultimo singolo di Richard Aschcroft, nemmeno la magia dell'unico concerto di reunion degli Suede... rimane il fatto che è un (altro) ottimo disco: del Brit pop dei bei tempi andati non si butta via niente, nemmeno i gruppi "minori" che sono comunque riusciti a mantenere un buon livello compositivo dopo parecchio tempo. Nell'ultimo periodo le mie frequentazioni musicali sono diventate molto più inglesi e MODerate. God save the Queen!

giovedì 11 febbraio 2010

Manca poco al concerto di stasera...



You made me feel like the one, you made me feel like the one...

sabato 6 febbraio 2010

Questa sembra uscita da un film...

"Non tutti basano la propria vita sulle canzoni..."

mercoledì 3 febbraio 2010

Stereophonics: Keep calm and carry on

La cover di Keep calm and carry on ritrae gli Stereophonics avventori di un ipotetica tavola calda in mezzo al mare (Benni permettendo), inzuppati d'acqua fino alle ginocchia, ed incuranti delle nuvole scure che si stagliano sopra le loro teste...naturale, almeno per loro. D'altronde il cliente ha sempre ragione no? Come da copione, She's alright apre il settimo album della band con il mood giusto: un rock "cattivo" quanto basta. Segue il singolo Innocent, che ricerca la stessa verve easy di Have a nice day, vecchio cavallo di battaglia dei Gallesi capitantati da Kelly Jones. Una canzone deliziosa, pensata (viene quasi da malignare) per essere saccheggiata dalle pubblicità. Ci starebbe a pennello. E' con la successiva Beerbottle che il meccanismo, sembra incepparsi, un po banalotta, almeno a livello di suoni, dato che Jones non ha ancora smesso di descrivere (in maniera eccellente) il mondo dei loosers _che chiama underdogs _raccontandone la vita quotidiana, i problemi, le frustrazioni e le rivincite, senza mai risultare ridondante. Trouble riporta il disco sui binari di un rock più carico e adrenalinico, la ballad Could you be the one, prossimo estratto dell'album, sembra uscire dal precedente Pull The Pin. E siamo solo alla quinta canzone. Un bel casino niente da dire. Il problema dei Phonics da qualche tempo è il fiato corto: una band che sforna singoli eccellenti, Dakota, It means nothing, Innocent mentre sulla lunga distanza si perde un po. Stuck in a rut, complice un bell'arrangiamento che aggiunge un pianoforte e un organo profuma di rock anni 70 _settore che i nostri conoscono a memoria_ e assieme al ritornello killer di Live'n'love riscatta alcuni passaggi a vuoto del disco: nella lista dei difetti troppa carne al fuoco, in quella dei pregi una manciata di canzoni decisamente sopra la media.

martedì 2 febbraio 2010

16 euro e rotti.

Life's a journey and not a destination: la giornata era iniziata ottimamente, prima di una brusca virata che ne stava condizionando, ovviamente in negativo, le sorti. Mentre scrivo sono meno nervoso: ho vinto 16 euri in tabaccheria, non mi ricordo nemmeno quando ho fatto la giocata; ho passato al tabaccaio la schedina con la consapevolezza di un nulla di fatto, invece... la mia mattina ora si merita un 6 meno.