venerdì 19 febbraio 2010

Stereophonics live@ Alcatraz

Il recensore che è in me alle volte è proprio stronzo. Avrebbe dovuto dare una stellina in più ai Phonics e al loro ultimo album, quel Keep calm and carry on che per la verità, è stato accolto in maniera piuttosto freddina da parte della stampa specializzata. Forse sono stato vittima, come molti altri del resto, di alcuni luoghi comuni che "infestano" come gramigna la reputazione e la credibilità della band di Kelly Jones, autore di tutti i testi del gruppo dall'esordio di Word gets around nel 1998. Ed è proprio da li, da quella grinta che i nostri hanno reimpostato le coordinate dei propri concerti, sempre piuttosto strigliati ma assolutamente coinvolgenti. Anche a Milano i fans a ridosso del palco contavano le escluse, le hit non fatte, ma questo significa solo una cosa: che i nostri hanno un repertorio qualitativamente ineccepibile. E con tutte queste frecce nel loro arco hanno fatto il "botto" senza faticare troppo. Javier Weyler, il nuovo batterista e rimpiazzo di Stuart Cable, è una macchina precisa e rumorosa quanto basta, specie nei pezzi più arrabbiati e sporchi, (per intenderci quelli tratti da Language.Violence.Sex.Other?) mi riferisco a Superman, capolavoro "dopato" e alla sgraziata Brother. Archiviata con facilità la pratica c'è stato tempo per presentare molti pezzi del nuovo lavoro, a partire da Live n'love,uno dei momenti più convincenti del disco, molto simile alle atmosfere che si respiravano in Performance and cocktails. She's alright, Innocent, I got your number e Stuck in a rut perfette, nobilitano la scialba Beerbottle, niente di che anche dal vivo. Non sono mancate le hit, Have a nice day, Maybe tomorrow (con il bel solo del nuovo chitarrista Adam Zindler), su Local boy in the photograph e A thousand Trees il tripudio. Appena usciti in molti si sgolavano per chiedere Dakota, che è arrivata, assieme alla paura dell'interruzione voluta e imposta dal servizio di sicurezza, spaventato per l'eccessivo entusiasmo delle prime file. Fortunatamente i Phonics impassibili l'hanno riproposta tra l'ovazione e gli applausi scroscianti del pubblico entusiasta di sentire uno dei brani migliori del decennio. Non poteva esserci miglior modo per concludere il tour europeo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

stra....dico stra...figooooooooo!!!!!

costicols ha detto...

cara la mia anonmA, è stato un concerto grandioso.