giovedì 8 ottobre 2009

The Black Crowes: Before The Frost

What is home cantano i fratelli Robinson a metà di Before The Frost, nuovo capitolo della loro second life discografica. La prima, era terminata con il congelamento della band di Atlanta subito dopo Lions, sottovalutato LP del 2001. In America (pardon Amorica) sono un'istituzione, nel vecchio continente no. Peccato, perché numeri come I ain't hiding, hanno un groove contagioso, fresco e unico rispetto al mood complessivo del lavoro, registrato in presa diretta con tanto di fan invitati in studio per tastare il valoredegli inediti. I Black Crowes hanno spostato il tiro da Shake Your Money Maker e The Southern Armony, pur mantenendo una coerenza e una capacità di songwriting ineccepibile, l'influsso degli Stones, o degli Zep è ridotto di molto rispetto agli esordi: ora i corvi volano sulle strade scoperte da Neil Young (Last place that love lives) e dai "colleghi" southern della Allmann Brothers Band. Ecco perché nella sopracitata What is home le chitarre si uniscono rincorrendo piacevolissime note di banjo, a testimoniare l'influsso country oriented che anima l'ottavo album del Black Crowes, sempre più a loro agio nelle vesti di Jam band. Houston e le chitarre slide di contorno ad Appaloosa ribadiscono il concetto. Rimangono ancora piccole tracce del meraviglioso sound di Amorica come in Been a long time, che profuma dei migliori stones di Sticky Fingers. Untill the freeze, è la seconda parte del progetto e ne ribadisce i meriti. 5 stelle date con piacere.

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