Fanno gli Stadi i Muse, ormai anche da noi. E il sold out è arrivato con parecchie settimane di anticipo rispetto all'8 giugno data dell'unica tappa del tour di The Resistance. Un live sontuoso a detta di tutti i presenti, corroborato dall'esibizioni degli opener: nell'ordine Calibro 35 _con il loro funk poliziesco anni '70_ i penosi, irritanti ed anacronistici Friendly Fires e infine i Kasabian, che forti di un set secco e senza cali di tono, hanno riscaldato il pubblico con hit come Underdog, Shoot The Runner, Club Foot, Fire e Fast Fuse. Se c'è giustizia a questo mondo anche loro faranno San Siro da headliner un giorno. Con il classico quarto d'ora accademico ecco salire sul palco i Muse di Matt Bellamy. Due ore di live aperte da Uprising, seguita a ruota dalla convincente Supermassive Black Hole, singolo di quel Black Holes and Revelations che ha fatto capolino nel concerto anche con l'ottima Starlight e Knights of Cydonia. Rien à dir sull'energia sprigionata da questo power trio: New Born e Plug in Baby parlano da sole. Le obiezioni stanno a zero anche sull'allestimento scenico. Non sarà sontuoso come il palco del 360° degli U2, ma comunque è di tutto rispetto, una costruzione futuristica sulla quale sono proiettate immagini del gruppo inframezzate dalle sequenze più disparate, fash da immaginari regimi Orwelliani e altro ancora. Da una pedana al centro del palco i nostri (mutuando il trucchetto dagli Stones) si sono alzati, reggiungendo il centro del prato di San Siro. Stupire prima di tutto dunque, come per Exogenesis Pt.1 in cui è comparsa addirittura una "navicella spaziale". La sorpresa vera però è stata la cover di Back in Black con Nic Chester (cantante dei Jet) che ha incendiato non solo la sua gola ma tutto San Siro.
giovedì 10 giugno 2010
Muse live@San Siro
Fanno gli Stadi i Muse, ormai anche da noi. E il sold out è arrivato con parecchie settimane di anticipo rispetto all'8 giugno data dell'unica tappa del tour di The Resistance. Un live sontuoso a detta di tutti i presenti, corroborato dall'esibizioni degli opener: nell'ordine Calibro 35 _con il loro funk poliziesco anni '70_ i penosi, irritanti ed anacronistici Friendly Fires e infine i Kasabian, che forti di un set secco e senza cali di tono, hanno riscaldato il pubblico con hit come Underdog, Shoot The Runner, Club Foot, Fire e Fast Fuse. Se c'è giustizia a questo mondo anche loro faranno San Siro da headliner un giorno. Con il classico quarto d'ora accademico ecco salire sul palco i Muse di Matt Bellamy. Due ore di live aperte da Uprising, seguita a ruota dalla convincente Supermassive Black Hole, singolo di quel Black Holes and Revelations che ha fatto capolino nel concerto anche con l'ottima Starlight e Knights of Cydonia. Rien à dir sull'energia sprigionata da questo power trio: New Born e Plug in Baby parlano da sole. Le obiezioni stanno a zero anche sull'allestimento scenico. Non sarà sontuoso come il palco del 360° degli U2, ma comunque è di tutto rispetto, una costruzione futuristica sulla quale sono proiettate immagini del gruppo inframezzate dalle sequenze più disparate, fash da immaginari regimi Orwelliani e altro ancora. Da una pedana al centro del palco i nostri (mutuando il trucchetto dagli Stones) si sono alzati, reggiungendo il centro del prato di San Siro. Stupire prima di tutto dunque, come per Exogenesis Pt.1 in cui è comparsa addirittura una "navicella spaziale". La sorpresa vera però è stata la cover di Back in Black con Nic Chester (cantante dei Jet) che ha incendiato non solo la sua gola ma tutto San Siro.
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3 commenti:
momenti per cui vale la pena vivere....
:) mostruoso concerto
Yeah!
senza offesa, ma per chi non ha visto dal vivo lo spettacolo dei U2 non può far confronti....
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