mercoledì 9 ottobre 2013

Mark Lanegan: Imitations

Venti secondi di Flatlands, giusto il tempo di ricalcare la melodia di Chelsea Wolfe ed ecco che la voce di Lanegan rende il pezzo clamoroso. Vien da sperare sia un altro discone, magari il gemello di I'll Take Care of You (1999), raccolta di cover impeccabile e di diritto nel gotha della sua sterminata discografia. Difficile non voler bene a chi non sbaglia praticamente un colpo. Prolifico, trasversale, onnivoro. L'ex Screaming Trees, dopo il riuscito Blues Funeral e a pochi mesi dal minimale Black Pudding _ allora voce, chitarra e arrangiamenti ridotti all'osso _ torna alle cover con Imitations, album sicuramente più strutturato rispetto al predecessore. 12 canzoni per omaggiare Maestri Indiscussi (per lui insospettabili)_ gente che ha fatto il Pop dagli anni Cinquanta in avanti _ e vecchi amici: tra questi ultimi Greg Dulli in Deepest Shade o Nick Cave, altro re delle murder ballads, con Brompton Oratory. Imitations spazia quindi dalla nobile contemporaneità all'intoccabile passato. Standard del canzoniere americano come You Only Live Twice, colonna sonora di un vecchio 007 cantata da Nancy Sinatra, spogliata dal tappeto di archi, destrutturata, privata di tutto, rimane l'essenziale. Stravolta _ e non poteva essere altrimenti _ anche Mack The Knife del Sinatra più famoso, Frank. La grande sorpresa con I'm Not That Loving Kind: vecchia hit di John Cale che ci fa immaginare un Lanegan felice e capace di sorridere (!). Miraggi subito dissipati con Elégie Funèbre, cantata in francese: il capitolo meno riuscito dell'album perché con l'idioma transalpino la voce scura di questo "reduce grunge in versione crooner" non riesce a emozionare, risultando quasi parodistica.

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