mercoledì 13 gennaio 2010

Vampire Weekend: Contra

Se ne fregano o almeno fanno finta di farlo (pare...), perchè per suonare così smaccatamente fuori schema o sono (per davvero) tremendamente naif o dei cinici e macchiavellici calcolatori del marketing discografico. Al di la delle intenzioni, i risultati sono apprezzabili per il secondo album dei Vampire Weekend cult band osannata dalla critica di mezzo mondo. Suonano indie. Suonano come i Beach Boys meno piacioni e meno legati a una formula precisa. Contra, il loro ultimo album, riesce addirittura a migliorare le intuizioni del precedente, l'operazione simpatia non è fine a se stessa, quindi: oltre al look curato e precisino c'è anche tanta carne al fuoco. Riff di surf music come nella nevrotica e sincopata Cousins, sostenuta da una buona sezione ritmica. Per quanto sempice e appunto naif la formula proposta da questi ragazzi newyorkesi funziona eccome dimostrando che l'esperimento di una band completamente avulsa dal contesto musicale odierno e dall'abusato ritorno della new wave non è follia. Un orecchio ai Beach Boys, un altro al miglior pop di scuola americana anni '60 e qualche sprazzo di classica, abbondantemente digerita dalla band e nascosta qua e la tra le pieghe di un disco spensierato. Forse innoquo ma fortunatamente non "glicemico" come quelli proposti dai The Thrills, saliti al successo con Big Sur (hit single di qualche estate fa) e ripiombati nottetempo nel dimenticatoio della loro label discografica. Non lasciano troppe scelte i Vampire Weekend, o si apprezza l'ellettronica discreta di White Sky con quei cori e quel cantato così insoliti oppure è d'obbligo la skippata, come suggerirebbe Horciata stranito pezzo d'apertura, un divertissement abbozzato, forse troppo pretenzioso come Contra del resto.

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