La puzza di conflitto d'interessi si sente lontano un miglio nelle rime del rapper Rza per Dollaz & Sense:"Rock ' n roll, I loose control and the Black Keys got so much soul", entusiasta di essere accompagnato per una volta da musicisti rock e non da loop e basi pre-registrate. Eppure, in questo caso l'mc può lanciarsi lo stesso in complimenti senza la paura di risultare gratuito o finto. L'autopromozione di cui sopra è giustificata. Blakroc (c'è da sforzarsi anche a scriverlo in questo modo, lottando contro la grammatica inglese che sposta e toglie c e k a piacimento) è uno dei migliori album dell'ultimo periodo, nato dalla collaborazione _apparentemente impossibile_ tra i blues rocker The Black Keys e Ludacris, Mos Def, Rza, Q-Tip: gente che bazzica ben altri lidi sonori. Stavolta hanno scelto di rivivere i fasti dell'old school, lasciando da parte quella degenerazione gangsta che sta rendendo l'hip hop americano sempre più simile a una macchietta ( è il caso di 50 cent, prigioniero del suo personaggio). Il modello a cui aspirano è quello tracciato lustri addietro da Aerosmith e Run Dmc con l'immortale Walk this way _la scintilla del crossover_ e in tempi più recenti da The Roots: un rap suonato, con basso, chitarra e batteria e qualche buona distorisione su cui innestare rime hip hop. Visto il pedigree delle11 traccie del disco, i nostri hanno ripassato anche la lezione dei Beastie Boys o riascoltato il tellurico hit single di Jay Z 99 Problems. Nelle atmosfere notturne e rarefatte di Stay off the fuckin'flowers Raekon bissa lo stile di Nas; con Hope you're happy è il blues-rock distorto a prevalere sui testi dei rapper e sulla voce soul di Nicole Wray, che bissa l'ottima prova in Why can't I forget him. Done did it chiude i giochi come meglio non potremmo chiedere: per ritmo e groove sembra uscire da uno degli album capolavoro dei padri del rap, che si divertivano a mischiare le carte, contaminando il verbo della strada ( e non del business) con il rock. Spiace che nessuno se ne sia ricordato prima.giovedì 28 gennaio 2010
Blakroc
La puzza di conflitto d'interessi si sente lontano un miglio nelle rime del rapper Rza per Dollaz & Sense:"Rock ' n roll, I loose control and the Black Keys got so much soul", entusiasta di essere accompagnato per una volta da musicisti rock e non da loop e basi pre-registrate. Eppure, in questo caso l'mc può lanciarsi lo stesso in complimenti senza la paura di risultare gratuito o finto. L'autopromozione di cui sopra è giustificata. Blakroc (c'è da sforzarsi anche a scriverlo in questo modo, lottando contro la grammatica inglese che sposta e toglie c e k a piacimento) è uno dei migliori album dell'ultimo periodo, nato dalla collaborazione _apparentemente impossibile_ tra i blues rocker The Black Keys e Ludacris, Mos Def, Rza, Q-Tip: gente che bazzica ben altri lidi sonori. Stavolta hanno scelto di rivivere i fasti dell'old school, lasciando da parte quella degenerazione gangsta che sta rendendo l'hip hop americano sempre più simile a una macchietta ( è il caso di 50 cent, prigioniero del suo personaggio). Il modello a cui aspirano è quello tracciato lustri addietro da Aerosmith e Run Dmc con l'immortale Walk this way _la scintilla del crossover_ e in tempi più recenti da The Roots: un rap suonato, con basso, chitarra e batteria e qualche buona distorisione su cui innestare rime hip hop. Visto il pedigree delle11 traccie del disco, i nostri hanno ripassato anche la lezione dei Beastie Boys o riascoltato il tellurico hit single di Jay Z 99 Problems. Nelle atmosfere notturne e rarefatte di Stay off the fuckin'flowers Raekon bissa lo stile di Nas; con Hope you're happy è il blues-rock distorto a prevalere sui testi dei rapper e sulla voce soul di Nicole Wray, che bissa l'ottima prova in Why can't I forget him. Done did it chiude i giochi come meglio non potremmo chiedere: per ritmo e groove sembra uscire da uno degli album capolavoro dei padri del rap, che si divertivano a mischiare le carte, contaminando il verbo della strada ( e non del business) con il rock. Spiace che nessuno se ne sia ricordato prima.
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