sabato 22 ottobre 2011

Primus: Green Naugahdye

Los Angeles, vent'anni fa circa: mentre i seminali (e redivivi) Jane's Addiction dopo Ritual De Lo Habitual si preparavano alla pausa più lunga della loro carriera, e mentre i Red Hot Chili Peppers esportavano su scala globale il funk/rock di BSSM, i Primus (altro gruppo della scena alternative Californiana del periodo) stavano vivendo il personale iddillio creativo, preambolo al "periodo buio" di fine anni Novanta. Quest'autunno, i destini discografici delle tre band si sono incrociati: per la prima volta in vent'anni ciascun gruppo è uscito con i rispettivi album. Sebbene meno altisonante rispetto a quello dei colleghi, il curriculum vitae dei Primus di LesClaypool è stato _ con le dovute proporzioni _ altrettanto significativo nell'influenzare schiere di musicisti, forse non tutti genialodi e schizzati, come il leader della band di Antipop. Funanbolico, deviato e sinistro: il marchio di fabbrica della formazione californiana, tornata assieme dopo 12 anni, non ha perso d'efficacia con il passare del tempo. Un sound basato sull'improvvisazione,dove la dissonanza, lo sperimentalismo e il tecnicismo più arditi si sposano al non-sense dei testi. Qualcosa provata da Mr.Frank Zappa e inserita nel background funk progressive del combo. Se Jillys on Smack con quella linea di basso killer è l'esempio perfetto e la summa definitiva della follia sonica dei Primus, Tragedys A Comin è il pezzo esplosivo è "beatamente ignorante" che individua traiettorie sonore estranee ai Peppers da tempo immemore. Certe cose sono proprio dure da digerire (Lee Van Cleef) ma nel complesso il disco (che ha visto il ritorno del batterista degli esordi) offre ancora spunti interessanti e "inediti". Primus sucks!

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