sabato 9 agosto 2008

Dagli archivi...



Mi ricordo ancora quando per la prima volta su K-rock ( era il millenovecentonovantanove, lo scrivo in numeri perchè così fa ancora più effetto ) sentiì Your time is gonna come, cover magistrale dei Black Zeppelin, vale a dire i Black Crowes che fanno classici pezzi zeppeliniani supportati da chi li ha suonati e scritti quei pezzi, Jimmy Page. Wow, Live at the Greek è un disco fenomenale, con cui molti ggiovani come me hanno potuto scoprire il dirigibile di Page& Plant e Jones & Bonham.
Ottimo antipasto prima della portata principale rappresentata dai loro album (consiglio a tutti Houses of the Holy, forse è minore nella loro discografia, ma di certo merita più di un ascolto).
Galeotto fu Your time is gonna come dicevo, di cui mi colpì da subito l' intro con l' organo hammond= pelle d' oca seventies, poi sul finale il grandissimo assolo di chitarra del Pagina, inarrivabile. Per non parlare di Out on Tiles, tratto da Led Zeppelin 3, a un certo punto sembra quasi che le pelli della batteria si sfascino sotto i colpi( perfetti) della piovra Steve Gorman ( a mio avviso uno dei migliori assieme allo Smashing Jimmy Chamberlin, al drummer transgenico dei Mars Volta, e all' ormai ex Oasis Zack Starkey ). Anche Shape of things to come fa la sua porca figura, addirittura una cover di quei beat degli Yardbirds, da ere geologiche fa( per dare lì idea quando nel 69 uscì il pezzo l' inter le coppe dei campioni le vinceva ancora...). Merita più di una citazione il blues sporco di In my time of dying, reso ancora più oscuro dalle rasoiate della slide guitar... grandissimo album, per molto tempo è stato il disco più comprato in assoluto della storia di internet, un motivo ci sarà pur stato no?

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