venerdì 26 dicembre 2008

The Killers: Day & Age

The Killers: Day and Age. I giorni e l' età, il tocco che si perde col passare del tempo e la paura della resa: questo è il brano con cui si apre l' ultimo dei Killers: Loosing Touch. Rispetto al passato hanno perso parte dell' epicità dei suoni che impreziosirono il concept album Sam's Town, per abbracciare un tocco tipicamente eighties. Brandon Flowers (the singer) & company riscoprono un certo pop solare, multicromatico, ultracampionato, con abbondanti dosi di tastiere e suoni del genere, le rullate di batteria, i riff, gli effetti, le aperture ipermelodiche. Questo è un album di strofe e cori, efficacissimi, e in questo risiede la sua forza: non aver paura di scrivere canzoni apparentemente leggere, non aver paura di ripescare da un decennio troppo bruscamente archiviato come plasticoso e finto. Spaceman è il perfetto esempio dei tessuti con cui il gruppo ha deciso di confezionare le proprie creazioni. La successiva Joy Ride profuma di mare ed estate, il sax e le percussioni mettono Brandon Flowers al bancone con un cocktail in mano a scrutare l' orizzonte, finto duro, nel tentativo di adescare quante più ragazze possibili. This is your life è il bignamino degli anni 80, con dentro fantasmi di Human League, Talking Heads, Duran Duran, soprattutto dei Cure e in generale, di ogni altro nome vi venga in mente. Sam' s Town parlava con tono epico avvicinandosi per certi aspetti al Bono degli ottanta o all' enfasi springsteeniana, parlava di loosers messicani, ispanici, inglesi in una piccola città tutt' altro che esaltante, dove le poche cose che potevi dare alla tua amata erano la tua pelle e le tue ossa, quindi la tua corporeità, Bones per l' appunto. Nella città di Sam ci si liberava del lusso, non per scelta, ma per obbligo a causa di cristallizzati status sociali dalla nascita, e volenti o nolenti si arrivava all' essenza delle cose, sforzo lodevole. Qui, invece si naviga tra bassi corposi, synt, calypso messicani, spruzzatine d' arpa qua e la, accenni lontani di archi. Merito ai Killers dunque, per aver condensato il meglio di un non-genere ed avercelo riproposto nella loro versione: melodica, spensierata e di gran classe. Questo non è un disco moscio, senza spina dorsale, l' unica pecca che posso muovere al gruppo riguarda l' omissione dal booklet del cd dei testi, tutt' altro che banali. Se oggi un epigono di Raf, canticchiando, mi chiedesse: "cosa resterà di questi anni 2000?"
Di certo risponderei che esistono loro, The Killers.

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