domenica 8 febbraio 2009

The Gutter Twins: Saturnalia

Sei in un' anonimo paese del Midwest americano. E sta per arrivare un temporale di proporzione bibliche. Le rogne crescono ancora di più se ad accompagnarti per un giro perlustrativo nell' occhio del ciclone ci sono i Gutter Twins, ovvero Mark Lanegan degli Screaming Trees e Greg Dulli, leader degli Afghan Whigs. Tutto si può dire di questi gemelli dei bassifondi ( è la traduzione di Gutter Twins appunto) tranne che non mantengano le promesse. "E non dite che non l' avevamo detto", da subito sapevate cosa aspettarvi. Perfetto biglietto da visita per l' intero album è la copertina: due file di casette di legno (che nel mio trionfo del luogo comune sono da puro Midwest americano), non sono abitazioni confortevoli, sembrano anguste, di periferia, abbandonate a loro stesse, così come le due sedie messe li, al centro di un giardino spelacchiato a fare compagnia al nulla, nell' attesa che la furia del vento le trascini da una parte o dall' altra. Orfane dei rispettivi proprietari, i gemelli tossici appunto, inquieti e nervosi, oscuri, e convinti eremiti del mainstream americano. Nell' attesa chei due loschi figuri in un panorama così spettrale scendano in cantina, per trovare riparo dagli elementi, ma (sorpresa!) piuttosto che sbarrare porte e finestre le lasciano aperte inondando l' atmosfera già di per se plumbea con suoni della notte. I Saturnali erano feste che nell' antica Roma permettevano ai più poveri, ai plebei di vivere un giorno da leone, nella dissolutezza, nei fiumi dell' alcool e della promiscuità. Bene i nostri ne danno una loro versione, aggiornando il gioco dell' antico impero romano e portandolo in un presente, sdrucito e squallido. Da queste vibrazioni darkoidi, dal tossire tabagista si salvano alcuni attimi di silenzio, di soul sintetico, piccoli momenti di distensione paragonabili agli spiragli di luce che emergono dalla copertina. In questo senso The Body è straordinaria, pop della migliore specie. Ma attenti, nei Saturnali non si vive di illusioni, e infatti Idle hands riporta dritta coi piedi per terra, anzi nelle periferie dimenticate dello spirito, della società, in tutti quei luoghi frequentati da malfamati. E' la colonna sonora per chi non ha altra scelta, per chi non ha ancora completato il suo viaggio nella notte, per chi è alle porte dei bassifondi affascinato e allo stesso tempo un pò impaurito.

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