martedì 10 novembre 2009

Florence & The Machine: Lungs

-Avant garde 2.0-
Florence & The Machine è trendy, ha una voce versatile ed incredibilmente sexy, ed è uno dei migliori esordi del 2009. Poi è inglese, quindi secondo i dettami di certa stampa indie europea dovrebbe essere ancora più stilosa (non chiediamoci il perchè, non contrastiamo il famoso assioma NME del manuale indie rock fighetto...). La musica che suona è un pop raffinato dove trovano spazio i suoi gorgheggi da usignolo, incastonati da note d'arpa (!?), pianoforte, chitarre acustiche e battiti di mani. Presupposti del genere mi imporrebbero lo skippaggio compulsivo alla traccia successiva. Sempre sulla carta con queste credenziali le avrei dato una sola possibilità, prima di farla capitolare, come ennesima vittima del multitasking di questi confusi anni Zero. Troppa musica, troppo streaming, troppe promesse e rivelazioni infrante. E un recensore stordito da tanta abbondanza come fa a raccapezzarsi in mezzo a questo caos? Florence sembrava condannata anzitempo a reclamare un po d'attenzione tra una chiamata al cellulare, un veloce aggiornamento della mail, e altre diavolerie tecnologiche. Sembrava. Fidatevi non è l'ennesima promessa di un recensore di manica troppo larga, qui siamo di fronte a una ragazza che farà strada e sa il fatto suo. Finalmente qualcosa di nuovo, di fresco. Un Ogm tra Enya Bjork, Lily Allen... Un album con pochissime cadute di tono, dove la sua voce si raddoppia e flirta sinuosa con una chitarra effettata e bluesy come nella sexy Girl with one eye siparietto à la Jessica Rabbit. Drumming è quel che promette un bel gioco di percussioni Dogs days are over è la vetrina per la sua meravigliosa voce. You've got the love il pezzo più radiofonico e "addomesticato" del lotto. Il manifesto della data ai Magazzini Generali (un locale della Madonnina) è riuscito a rendere meno squallido perfino un muro di Milano grigio e anonimo da far schifo. E' un privilegio raro.

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