giovedì 17 dicembre 2009

Julian Casablancas: Phrazes for the young

Casablancas l'ha sempre fatta franca, prima con gli Strokes, cult band di questi anni zero, plasmata dal suono dei Velvet Underground e ora da solo. Da quasi l'impressione di essere capitato per caso davanti a un microfono il buon Julian, che tra uno sbadiglio e l'altro, tra una session e l'altra è riuscito a vendere milioni di album e a lasciarsi ricordare per pezzi incendiari come Last nite. Complimenti a lui dunque, osannato a prescindere. Dopo la diaspora seguente a First impressions of heart gli Strokes sono andati in pausa occupati da dischi solisti più o meno riusciti. Questo è quello pompato di più dalla label, forse non del tutto a sproposito. Manca un po il tiro, qualche chitarra che latita, ma allora staremmo parlando di brani apocrifi firmati Strokes. Quindi accogliamo con sollievo la piacevole _a dispetto del titolo_ 4 chords of the apocalypse, sghembo gospel indie. Il singolo apripista, 11th dimension sembrava la carta giusta per smarcarsi dal clichè con un uso intelligente dell'elettronica, al servizio di un risultato complessivo che alterna, sprazzi di genialità a qualche momento di noia. Peccato, perchè le premesse per farsi ricordare c'erano tutte. Tourist chiede e ottiene soccorso prima dall' elettronica e poi da un bell'arrangaimento di fiati, mentre Glass, è ben confezionata, arricchita da un buon lavoro di produzione . Ludlow Street, barcollante nell'incedere unisce note di banjo a campionatori furbetti. Tre stelle ci possono stare vah.
Gli è andata bene un'altra volta.

Nessun commento: