giovedì 18 marzo 2010

BRMC: Beat the devil's tatoo

Avessero più coraggio... più voglia di dribblare il "manierismo" shoegaze un po tutti si accorgerebbero di loro. Si, perché nell'indugiare (anche troppo) tra distorsioni i Black Rebel Motorcycle Club sono un'istituzione. L'ascolto di Beat the devil's tatoo_titolo e progetto ispirato dallo scritto "The Devil in the Belfry" di Edgard Allan Poe_ dall'inizio alla fine è un atto non solo di fiducia, ma di fede alla psichedelia chitarristica forgiata da lunghe frequentazioni sonore con i Jesus & Mary Chain. Paradossalmente l'asso nella manica della band che ha perso per strada Nick Jago in cambio della nuova batterista Lean Shapiro non sta nello shoegaze di cui sopra, ma nelle reminescenze del sottovalutato Howl: The Toll, oppure l'acustica Sweet Feeling, che gioca con il titolo dell'album è sublime, rallenta il ritmo come l'inizio della title track, (altro lascito del capolavoro del 2005) e si chiude con un accordo in minore, firma d'autore che sostituisce all'ultimo la"pace dei sensi" appena abbozzata con l'inquietudine tipicamente BRMC. Conscience Killer è la versione 2.0 di Need Some Air del precedente album, a sua volta figliastra di Whatever happened to my rock n roll(punk rock song). Bad Blood è un mid tempo con lo stesso appeal di Love Burns, atmosfere rievocate anche in Evol. Pezzi vecchi e nuovi che senza soluzione di continuità, potrebbero trovare spazio in questo o quell'album. Apparentemente uguali a se stessi, ma in realtà maledettamente autentici, i BRMC del 2010 faranno anche meno notizia di un tempo, ma la classe, per fortuna, è rimasta immutata.

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