mercoledì 26 maggio 2010

Smashing Pumpkins: Machina/The Machines of God

Dovevano essere tempi difficili per gli Smashing Pumpkins, che avevano infilato un filotto impressionante di album capolavoro (praticamente tutti) con, ultimi della lista, il doppio Mellon Collie, (summa di rock/progressive/grunge e qualsiasi altro genere nobile) e il notturno Adore, spettrale disco new wave dedicato alla madre di Billy. Preso atto del difficile compito di plasmare un successore degno di tanta grazia, con Machina le zucche si produssero in un lento e doloroso addio (trasformato in un arrivederci dalla reunion del 2007) lungo 15 canzoni. Corgan in particolare schifato dallo show biz e dalle scelte delle label che spingevano personaggi à la Britney Spears dichiarò di non sopportare l'esistenza dei Pumpkins in un contesto dominato da starlette per teen ager, bamboline di plastica portavoce del nulla. Come dargli torto. Ovviamente era una provocazione, un alibi per celare le tensioni crescenti, i disapori con Iha e l'uscita di D'Arcy per divergenze artistiche (droga), rimpiazzata da Mellissa Auf Der Maur. Ecco perché nel primo singolo The Everlasting Gaze cantava con rabbia You know I'm not dead, I'm just living in my head. Frase manifesto di Machina, che _occorre ricordarlo_ non è solo un album splendido a partire dal booklet che scomoda le visioni di William Blake_ ma un concept di viral marketing ante litteram. Corgan aveva lavorato ad un testo diviso in sette parti, ciascuna delle quali pubblicata in un ambito diverso (su cd, vinile, ai concerti, sul sito ufficiale): l'enigmatica storia di Glass ( cioé se stesso) e del suo gruppo sull'orlo della pazzia. Una storia suggestiva che ne rispecchia il tumulto interiore. I testi dell'album vanno letti in questo senso, collegati alla parabola di Glass. La musica è ricca di stratificazioni, con molte tastiere e piacevoli soluzioni ritmiche proposte dal batterista Matt Chamberlain, meno arrembante di un tempo. Più del singolo Try Try Try meritano The Sacred And The Profane e la ballad Stand Inside Your Love. Heavy Metal Machine è un oscuro sabba hard rock, il punto più "difficile", la discesa negli inferi che anticipa la luce di This Time. L'inizio di Wound sembra opera dei Cure, The Cryng Tree of Mercury è una nuova passeggiata sulle rovine dell'anima di Corgan/Glass, visioni da un futuro desolato, da lande fredde e asettiche. Gli Smashing Pumpkins, preso atto del rifiuto della Virgin di pubblicarne il seguito Machina II/The friends and enemies of modern music, diffusero l'album in Internet per ringraziare i fan. Nella sincerità di boicottare se stessi e la loro label, mostrando le proprie nevrosi, scandite da deliri hard rock bilanciati da morbide e dilanianti ballate elettro acustiche, risiede la grandezza delle zucche.

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