sabato 15 maggio 2010

A Toys Orchestra: Midnight Talks

Dato che al giorno d'oggi ogni cosa, compresa la musica è ormai satura e in giro la concorrenza è "spietata" e agguerrita, gli A Toys Orchestra_consapevoli che una paginetta Myspace o un profilo su FB non bastano più per farsi largo nell'affollato panorama indie italiano, hanno pensato bene di impressionare il pubblico con una cover d'impatto, che ha fatto conquistare alla band campana articoli e prime pagine sui migliori magazine di settore. Il "trucchetto" si perdona loro volentieri, perchè di "ciccia" questo Midnight Talks ne ha parecchia. Dimentichiamoci per un attimo delle 14 canzoni in scaletta, e piuttosto concentriamoci sulla varietà del sound, mutaforme e in bilico tra un passato che rimanda ai Beatles, ad Elton John per l'onnipresente uso del piano e _addirittura_ alla lezione del Syd Barret più melodico e più in generale, ad un mood tipicamente inglese. Il tutto mischiato a soluzioni catchy, come in Mystical Mistake (con synt piacioni quanto mai contemporanei) ed altri trucchetti per svecchiare la formula. In mezzo a tanta verve brit si fa largo anche l'anima italica dei nostri: Celentano, quinto pezzo del lotto, è una dedica in musica al molleggiato, con acustiche e un andamento indolente che l'Adriano nazionale benedirebbe senza pensarci due volte. Il risultato, presto detto è il trionfo del cerchiobottismo, inteso comunque in senso positivo. Un disco piacevole, aperto dalla malinconia di Sunny Days subito spazzata via da Red Alert (se mai i pubblicitari dovessero scegliere un pezzo del gruppo per qualche spot sarebe sicuramente questo). Backbone Blues è quanto di più rock ci sia nell'album (pop) e omaggia l'operazione lodevole dei Calibro 35. Peccato per l'irritante voce sussurrata à la Jane Birkin di Ilaria De Angelis (per il resto ottima polistrumentista) che toglie e impoverisce invece di aggiungere. Però Summer è davvero bella: pollice su.

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