sabato 7 agosto 2010

RPA& United Nations Of Sound: Redemption

Richard Ashcroft da solo proprio non riesce a fare il colpaccio. Un adepto al culto del brit pop che ha consumato Urban Hymns non dovrebbe essere così critico verso il frontman di una band che tanto ha dato alla musica britannica e non solo. Ma va detto, questo nuovo album è leggerino, troppo. Sembra che il lucky man di Wigan soffra della stessa “sindrome” che ha colpito anche Ian Brown una volta sciolti gli Stone Roses: senza una band vera e propria, senza un chitarrista che dia concretezza a certe intuizioni e sia in grado di fermare quando occorre, ci si trova spaesati, persi nell'abbondanza e nell'incoerenza di una produzione ridondante e asettica. Il plurale comprende questi cantanti, forse troppo orgogliosi, e gli ascoltatori, sicuramente delusi da prodotti come questo. Si, perché il singolo Are you ready (oltre 6 minuti) non è male, ma non decolla, e viaggia su una mediocrità che il nostro non ha quasi mai dimostrato (magari inconsapevolmente) come in questo caso. La fregatura è lecita e ampiamente preventivata se si rimpiazza Nick Mc Cabe, chitarrista spettrale e psichedelico dei Verve, con un gruppo di yesmen privi della personalità e della statura artistica per indirizzare, e imbrigliare l'urgenza compositiva della “stella”. Piccole contaminazioni black su un tessuto pop/soul: niente di trascendentale, niente che faccia gridare al miracolo o per lo meno che rimanga impresso dopo un paio di ascolti. Non c'è nessuna rinascita (come vorrebbe farci credere nel testo di Born again). Un peccato davvero, perché se questi United States of Sound sono il motivo per cui si sono sciolti per l'ennesima volta i Verve nello scambio ci hanno perso tutti, Ashcroft per primo.

Nessun commento: