martedì 9 novembre 2010

Wall Street: Il denaro non dorme mai

"Un fazzoletto di seta, un orologio, un anello, un fermasoldi d'oro senza soldi e un... telefonino." E' l'elenco (che fa molto Blues Brothers) scandito da una guardia carceraria che con fare severo consegna gli effetti personali, (ultimo dei quali un preistorico cellulare anni '80) tornati in possesso di Gordon Gekko, squalo della finanza americana di nuovo libero dopo anni dietro le sbarre. Insider trading e speculazioni assortite sono le cause dell'esilio forzato per questa personificazione dello yuppismo reaganiano. Cinico, avido, manipolatore, in una parola sola diabolico. Oltre a voler ritornare nel giro di Wall Street dopo otto anni (il lupo si sa, perde il pelo ma non il vizio) Gekko (interpetato ancora una volta in maniera straordinaria da Michael Douglas) grazie all'incontro con il giovane e ambizioso broker Jacob "Jake" Moore (Shia LaBoeuf) _ cerca di riallacciare i rapporti con la figlia Winnie (Carey Mulligan) profondamente delusa dalla condotta del padre. Sullo sfondo delle vicende dei personaggi, risultano efficaci e puntuali i riferimenti "storici", utili per contestualizzare la crisi finanziaria dei mutui sub prime e dei derivati del 2008, crisi che si è poi trasferita su scala planetaria all'economia reale. E nel prevedere l'esplosione di quella bolla speculativa, Gekko dimostra di non essere affatto un "rudere", come ritengono erroneamente i suoi vecchi colleghi/nemici. Se da una parte Oliver Stone firma una pellicola coinvolgente e vivace, che regge alla grande il confronto con il primo film intitolato Wall Street (1987), dall'altra il trio Douglas, LaBoeuf e Brolin (che interpreta l'altrettanto meschino Bretton James) è autore di una prova assolutamente impeccabile: Gekko e gli altri "guru" della finanza di battuta in battuta chiariscono le vere motivazioni alla base del "gioco", che a quei livelli e per quelle persone arriva a diventare mero amore per sfide che ovviamente sono da vincere. Ad ogni costo e se occorre, sopportando qualsiasi rischio morale, insomma pacche sulle spalle, un po di metafore, i classici brindisi con un bicchiere di scotch nell'ufficio di turno accompagnati da silenti coltellate dietro la schiena.



Gordon Gekko: "Qualcuno mi ha ricordato che una volta ho detto che l'avidità era una cosa buona, ora sembra diventata legge."

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