venerdì 25 febbraio 2011

Middle Class Rut: No Name, No Color

Lo ammetto, se a destra e manca non fossero stati accostati ai Jane's Addction, probabilmente non avrei mai approfondito il discorso con questi Middle Class Rut, duo californiano composto dal cantante e chitarrista Zack Lopez e dal batterista Sean Stockham. E _seconda ammissione della giornata_ a scatola chiusa ero pronto a “massacrare” un pò il loro No Name, No Color, almeno dopo aver sentito l'opener New Low, (un brano che non decolla mai) che dei Jane's ha poco e niente, eccezion fatta per una chitarra troppo defilata sul finale, senza lode e senza infamia. La fortuna è che il singolo ha poco a che spartire con il resto delle tracce del disco. 12 canzoni che ricordano da vicino gli ultimi _per ora_ Jan'es Addiction, quelli di Strays dei primi Duemila. Certo Lopez non può essere al contempo Dave Navarro e Perry Farrell (umanamente impossibile), ma nel suo piccolo fa comunque un buon lavoro, riproponendo a suo modo la lezione dei grandi. Nel disco non c'è un assolo che vale Three Days lo so, ma in compenso un'urgenza espressiva sincera, al servizio di qualche buona idea. Premesso che certi capolavori non sono avvicinabili dai comuni mortali, qui siamo comunque davanti ad una buonissima prova. Se nel grosso dei pezzi la voce di Lopez assomiglia a quella (unica) del cantante di Ritual De Lo Habitual, in Dead Line si spinge più in la, riproponendo _in meglio_ l'approccio al cantato di Chester Benningthon dei Linkin Park. Per chi scrive la vera chicca di No Name... è Are You On Your Way. Bella anche I Guess You Could Say, dove in un gioco di rimandi e influenze reciproche, si citano i Led Zeppelin fonte di ispirazione anche per i maestri di Lopez e Stockham.

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