mercoledì 25 maggio 2011

Hole: Nobody's Daughter (Ripescaggio)

Riportare indietro l'orologio alla fine/ metà degli anni Novanta, quando con il suo gruppo, e grazie alla luce riflessa dell'illustrissimo marito ( Kurt Cobain, non serve ricordare il curriculum, basta il nome no??? ) macinava un successo dietro l'altro. A qualche mese dall'uscita del disco possiamo dire che la missione è riuscita solo a metà. Prima la notizia cattiva: (soprattutto per lei) il disco ha venduto poco. Le buone nuove sono di più ( e il motivo per cui consiglio di recuperare questo Lp), e cioè almeno 9 delle 11 canzoni che compongono Nobody's Daughter. Dopo le ultime _disastrose_ prove soliste Courtney love è tornata in carreggiata rispolverando il brand delle Hole, quelle di Live Through This, Malibù e Celebrity Skin. Con l'aiuto di rodati songwriters del calibro del Pumpkin Billy Corgan (suo grande amico) e Linda Perry ha raccontato un altro momento della sua vita vissuta da sempre sotto i riflettori e in modo pericoloso, sempre in bilico tra l'autodistruzione e la voglia di rimettersi in gioco, nella speranza di controllare e sublimare quella fragilità che in definitiva è la sua vera ispirazione. Un disco perfetto a livello di produzione, e nonostante questo incredibilmente vero. Merito, come detto dei testi costruiti sulle contraddizioni, e sulla sregolatezza di cui è vittima. Si comincia con il grido di libertà (allo stesso tempo una richiesta d'aiuto) di Nobody's Daughter poi nei brani seguenti si continua parlando di arresa, rivincita, perdita e divertimento. Il power pop di Skinny Little Bitch con tanto di finale accelerato e urlo in extremis si avvicina ancora una volta ai Nirvana nei loro momenti più easy, Honey e Pacific Coast Higway sono due ballate griffate da Linda Perry (4 Non Blondes). Questo percorso catartico si chiude con la dichiarazione d'intenti di Never Go Hungry di un'artista inquieta. Tutti hanno diritto ad una seconda chance, perché non dovremmo darla a Courtney?

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