sabato 12 novembre 2011

Noel Gallagher's High Flying Birds

Quel colpo di tosse, all'inizio di Everybody's on the run, riporta all'identico "stratagemma" inserito in apertura di Wonderwall (un "intro" che deve piacere molto al più grande dei Gallagher), spiana la strada alla batteria e soprattutto a quella sezione d'archi che, assieme ad un coro sontuoso, costituisce l'esempio della perfetta pop song. Sullo sfondo qualche accordo d'acustica, testimonianza della scarna versione del pezzo che circolava da un paio d'anni su You Tube. Al netto delle speculazioni sui "fratelli coltelli" del brit pop, questo disco è, per scrittura e complessità, avanti anni luce rispetto al pur apprezzabile debutto dei Beady Eye. D'altronde Stand By Me, The Masterplan e Live Forever le ha scritte lui, mentre Liam "creava" Little James. Forse ci sono un paio di filler, ma nel complesso l'album viaggia su livelli altissimi. Alcune "gemme" risalgono ad anni fa, penso a I Wanna live in a dream (In my record machine), dichiarazione d'intenti _ scritta nei giorni tesi con i vecchi compagni d'avventura _ per ritrovare ispirazione ( I wanna piece of the world inside and everyone inside my mouth) e quella genuina voglia di musica, di rimettersi in gioco che sembrava sacrificata al posto di una tranquilla routine rock'n roll. Il mood dei pezzi non può non ricordare gli Oasis ( la pregevole The Death of you and me è un "autoplagio" di The Importance of being idle), ovviamente, ma qui ci sono sfumature diverse: richiami ai Kinks dei fratelli Davies, e al Paul Weller Solista. Il debutto in solitaria di Noel si chiude con la splendida Stop the clocks, "mitologico" pezzo perduto negli archivi che regala un ultimo brivido a tutti i fan degli Oasis.

1 commento:

Anonimo ha detto...

stupenda questa!Noel 1-Liam 0!...cvd