venerdì 30 marzo 2012

Band of Skulls: Sweet Sour

Nostalgici dei White Stripes di tutto il mondo unitevi e gioite: Sweet Sour terzo disco degli inglesi Band of Skulls è quanto di più vicino ci possa essere ai torridi riff blues che un certo Jack White elargiva senza risparmiarsi giusto qualche tempo fa (Icky Thump tanto per fare un esempio). Rispetto al main project di Mr.White però la formazione di Southampton ha ben altro tiro e può vantare una compattezza sonora invidiabile e di tutto rispetto. Diciamolo subito: questo è un disco da avere. Sicuramente non per la sua originalità (chiedere a una manciata di canzoni garage rock di suonare come brani di Kid A suona un po’ troppo pretenzioso no?) ma per puro e semplice entertainment. Un disco da avere e sentire in macchina, un disco da metabolizzare quasi in loop. Sweet Sour suona bene dalla prima all’ultima nota, una sberla in faccia, con gli strumenti belli nitidi, senza lo straccio di una tastiera, un po’ come si faceva ai vecchi tempi. A dirla tutta convincono quasi più dei grandissimi Black Keys. Devil Takes Care of His Own è una cavalcata rock decisa che si sfoga in un ritornello perfetto, mentre la title track cita tutti e nessuno, ad esempio, quella chitarra che suona una manciata di note scollegate dal resto ricorda esperimenti cari a Jimmy Page quando il dirigibile degli Zep volava alto nel cielo. L’intersecarsi delle voci di Emma Richardson e Russel Marsen funziona a meraviglia, specie nei pezzi più tirati. Bene anche il mid tempo Bruises, primo singolo in bilico tra gli Yeah Yeah Yeahs e ( a livello prettamente musicale) i Kings of Leon meno caciaroni.

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