mercoledì 10 aprile 2013

The Strokes: Comedown Machine

A due anni dal bel ritorno di Angels, “His Laziness” Julian Casablancas richiama i ragazzi e rimette in moto la macchina. 10 canzoni, giusto 40 minuti di musica. Che sia buona o blasfema tocca a voi giudicare. Magari schierandovi, come il grosso dei magazine e delle fanzine di settore, divisi in maniera “manichea” tra chi ha gridato al miracolo e chi ha liquidato Comedown Machine come il peggior disco del gruppo e _ udite udite _ degli ultimi anni. La verità forse sta nel mezzo, ma per il sottoscritto, notoriamente di manica larga, prevale un voto positivo. Presto detto: due o tre pezzi ricordano il brillante debutto di Is This It e questo basta per divertire, riaggiornare il repertorio più r'n'r senza fotocopiarsi ad libitum (ricordate Room on Fire?) . Il resto rappresenta una nuova e consapevole sterzata verso sonorità ancora più catchy e pop. Abbandonate le schitarrate da redivivi Velvet Underground, sono le tastiere anni Ottanta a dominare la scena, come nel debutto solista di Casablancas, il cantante che ha definito il tenore del “nuovo” corso. Tap Out rappresenta il compromesso storico tra il passato/presente dei nostri, mentre All The Time è in linea con la loro tradizione sonica. Julian Casablancas non canta quasi mai con effetti e altri ammennicoli (un po la sua coperta di Linus), ma si lancia in un falsetto _ sorprendente per chi ha in mente gli Strokes di 10 anni fa. Se per voi Comedown Machine è sinonimo di blasfemia One Way Trigger _ clonata da Take On Me degli A-ha _ farà paura, se invece non temete spauracchi vari i 4.02 del brano sapranno sicuramente divertire. Nel trittico finale il colpo di coda con l'Happy Ending dato dall'omonimo brano, l'hypster song assoluta dell'album e pausa di riflessione tra due ballate: Chances e l'insolita _ inedita e piacevole _ Call It Fake, Call It Karma, oggetto alieno nel loro repertorio. Ma chissenefrega. Sono gli Strokes e in macchina con la propria ragazza sono il compromesso (e due!) migliore per bypassare assurdi network radiofonici. 

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