venerdì 28 giugno 2013

U2: Zooropa

E poi venne Berlino. Metropoli delle contraddizioni, fulcro della musica avant-garde, da sempre vista e percepita come rifugio per sperimentare, oasi per rigenerare carriere, freddo paradiso per anticipare suggestioni, tendenze da esportare su scala globale addomesticando ad uso e consumo pop un linguaggio metropolitano sempre eterogeneo e ricco di stimoli. Zooropa, uscito nel '93 è la summa del periodo berlinese degli U2, (Bowie anticipò la rotta anni prima) estremizzazione della “svolta” di Achtung Baby. Berlino simbolo della seconda vita degli U2, la prima terminò tra alti e bassi con Rattle And Hum, omaggio alla tradizione americana. Nonostante la critica ne avesse apprezzato il buen-ritiro Berlinese, i fan degli U2 mal digerirono questa decisa svolta “tecnologica”, portata a conclusione con Pop (1997) ultimo vero disco degli U2. Gli anni Novanta _ e Zooropa su tutti _ permisero agli irlandesi di posticipare la drammatica stasi creativa che li avrebbe colpiti negli anni Zero, con un vistoso calo d'ispirazione. Bandendo ogni tipo di manierismo Zooropa, prodotto dal trittico magico (Flood, Eno e Lanois) è una bellissima contraddizione, un meraviglioso equivoco. Anticipato dal singolo Numb, un geniale mantra sintetico che destruttura la forma canzone à la U2 (niente assoli, ma rumori di fondo, radio, cori da stadio, confusione!) con The Edge protagonista assoluto della scena. Ancora più sorprendente il pop, vagamente Talking Heads di Lemon, dove Bono Vox si concede un falsetto. Ennesima metamorfosi per lui: The Fly diventa Mcphisto, diavolo provocatore che si permette di chiamare la Casa Bianca in mondovisione durante il faraonico tour che seguì la pubblicazione dell'album. In stato di grazia il resto del gruppo: il basso di Larry Clayton risalta nell'oscura divagazione industrial/pop di Dirty Day e Larry Mullen Jr. conferma l'incisività del suo drumming nell'economia del gruppo. Stay (Faraway so Close!) colonna sonora de "Il Cielo Sopra Berlino" di Wenders è la miglior ballad degli U2 nei Novanta/Duemila. Drammaticamente bella la scarna The First Time con Lanois ad accarezzare il piano e Bono le corde dell'anima.


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