
E poi venne Berlino. Metropoli delle
contraddizioni, fulcro della musica avant-garde, da sempre vista e
percepita come rifugio per sperimentare, oasi per rigenerare
carriere, freddo paradiso per anticipare suggestioni, tendenze da
esportare su scala globale addomesticando ad uso e consumo pop un
linguaggio metropolitano sempre eterogeneo e ricco di stimoli.
Zooropa, uscito nel '93 è la summa del periodo berlinese degli U2,
(Bowie anticipò la rotta anni prima) estremizzazione della “svolta”
di
Achtung Baby. Berlino simbolo della seconda vita degli U2, la
prima terminò tra alti e bassi con
Rattle And Hum, omaggio alla
tradizione americana. Nonostante la critica ne avesse apprezzato il
buen-ritiro Berlinese, i fan degli U2 mal digerirono questa decisa
svolta “tecnologica”, portata a conclusione con
Pop (1997) ultimo
vero disco degli U2. Gli anni Novanta _ e
Zooropa su tutti _
permisero agli irlandesi di posticipare la drammatica stasi creativa
che li avrebbe colpiti negli anni Zero, con un vistoso calo
d'ispirazione. Bandendo ogni tipo di manierismo
Zooropa, prodotto dal
trittico magico (Flood, Eno e Lanois) è una bellissima
contraddizione, un meraviglioso equivoco. Anticipato dal singolo
Numb, un geniale mantra sintetico che destruttura la forma canzone à
la U2 (niente assoli, ma rumori di fondo, radio, cori da stadio,
confusione!) con The Edge protagonista assoluto della scena. Ancora
più sorprendente il pop, vagamente Talking Heads di
Lemon, dove Bono
Vox si concede un falsetto. Ennesima metamorfosi per lui: The Fly
diventa Mcphisto, diavolo provocatore che si permette di chiamare la
Casa Bianca in mondovisione durante il faraonico tour che seguì la
pubblicazione dell'album. In stato di grazia il resto del gruppo: il
basso di Larry Clayton risalta nell'oscura divagazione industrial/pop
di
Dirty Day e Larry Mullen Jr. conferma l'incisività del suo
drumming nell'economia del gruppo.
Stay (Faraway so Close!) colonna
sonora de "Il Cielo Sopra Berlino" di Wenders è la miglior ballad
degli U2 nei Novanta/Duemila. Drammaticamente bella la scarna
The
First Time con Lanois ad accarezzare il piano e Bono le corde
dell'anima.
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