martedì 11 febbraio 2014

Beck: Morning Phase

Alla fine Sea Change saltava sempre fuori. Che facesse uscire nuova musica esclusivamente sotto forma di spartito, che remixasse se stesso (Guerolito) quel disco era sempre li. Ed ora Beck ci è ricascato! Un lustro dopo il bel colpo di Modern Guilt (andate a ripassarvi Gamma Ray please!) ha richiamato all'ovile i musicisti che fecero la fortuna del suo album più acustico e malinconico: Justin Meldal-Johnsen, Joey Waronker, Smokey Hormel, Roger Joseph Manning Jr. e Jason Falkner sono tornati al fianco di Beck  nelle registrazioni di Morning Phase. La partitura d'archi di Waking Light, gli arrangiamenti del pezzo, la sua struttura e i tocchi al pianoforte cadenzano un brano “cinematico” e vintage all'inverosimile (me lo immagino in un film di Sofia Coppola, non chiedetemi il perchè, ma se Lost in Translation avesse un “secondo atto” questa di diritto dovrebbe entrare nella soundtrack ufficiale). L'aver centellinato le uscite discografiche nell'ultimo periodo (a parte un paio di singoli “autonomi” e slegati da progetti artistici di più ampio respiro) ha fatto bene al looser dei Nineties, mai prolisso o scontato, pur seguendo _ anche se a zig zag come da copione per uno come lui _ strade già percorse da altri, rotte sonore che sanno di West Coast, tradizione, ma dalle quali è difficile sottrarsi (Blue Moon). Un ritorno ormai inaspettato per i molti fan che vedevano il mare suonato e raccontato da Beck solo come una bella cartolina un po' sbiadita, datata 2002. L'ennesima trasformazione a cui tutti noi dovremmo essere grati. Questo commento pescato su You Tube è “definitivo”: “Beck has dabbled in more musical genre’s than Keith Richards has sampled illegal narcotics." Nient'altro da aggiungere.

Nessun commento: