domenica 27 luglio 2008

Blues a Casalmaggiore

Ieri sera a Casalmaggiore per il Rock-Blues Festival c' era un quattrocento, cinquecento persone, alla mia sinistra una bancarella che vendeva vinili, dalla parte opposta si spillavano birre biondissime, e davanti a me avevo un bel palco- ovvero la scalinata del Duomo di S. Stefano- e 4 casse che facevano uscire bella musica, rock, blues, soul in piccole dosi ( ma è importante rispettarle le dosi, perchè se esageri troppo con una cosa poi la ricetta non funziona). Con il consueto e doveroso ritardo di una mezzoretta (per aspettare tutti i ritardatari) è salita sul palco la Tolo Marton Band, un Trio che ha snocciolato il bignami del rock blues, mi son piaciuti molto per la loro versatilità ." c' è da essere sporchi, roots? pronti" oppure "volete soffici coccole alla slow hand? vaaaaaaaa beeeeene!"( ovviamente queste frasi sono estrapolate da un dialogo col pubblico mai fatto). Scopro dalla presentatrice del Rock blues festival che questa band è stata premiata nientepopò di meno che dalla madre di JIMI HENDRIX, tanta tanta roba appunto. Sentendo il concerto non fatico a capirlo, ottimi sia nei pezzi più rock che nel repertorio delle 12 battute più canonico, abilissimi nella scelta delle cover ( vedi alla voce Laundromat di Rory Gallagher, o un pezzo bellissimo di Muddy Waters rifatto con maestria e originalità ). La loro I m gettin crazy è stata un bel calcio nel c...! Alla fine del concerto investo subito un deca nell' acquisto del loro Live e scopro che oltre ai loro pezzi han coverizzato L' HENDRIX di Fire e Red House, Rory Gallagher appunto, B.B. King e Santana.
Ecco Santana mi fa da raccordo per parlare di Robben Ford, uno che ha suonato con lui sia in studio che live.
Dopo il cambio di palco fatto dai roadie, entra in scena il buon Robben e attacca subito con ottimi pezzi, cavolo che fraseggi. E' in serata, dialoga con piacere col pubblico e ci scherza, parla in italiano sicuramente meglio di Schumacher dopo 20 anni che è qua o meglio di Altafini, by the way, meglio tornare al blues. Il blues appunto, fatto con grandi musicisti, come il bassista che ha riempito il momento in cui Ford parlava ai tecnici del palco (per farsi alzare il mic e abbassare il volume della batteria) con un bel solo-"tutto nasce dal basso e poi va su"- direbbero Michael Franti & Jovanotti. Tra i brani migliori sicuramente Riley B. King pezzo ( meraviglioso, serve dirlo?) che l' americano dedica al suo personale idolo blues, quel B.B. King che se la rideva sulla cadillac assieme ad Eric Clapton nella copertina di un disco del 2000 o giù di lì'. Sento qualche goccia, allora per evitare code/ file etc investo un altro deca e prendo anche Truth, l' ultimo album di Robben ( ho fatto bene e basta). Il concerto doveva durare di più, ma un tempo malefico ci ha rubato un possibile bis e ha colto tutti noi di sorpresa, il bluesman americano in primis, che dopo averci ringraziati per la serata, se l' è filata a gambe pure lui.

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